Dietro le quinte de La fantastica signora Maisel: intervista a Amy Sherman-Palladino

La fantastica signora Maisel convince grazie al lavoro di scrittura di Amy-Sherman Palladino: la nostra intervista all'autrice della serie disponibile su Amazon.

Marvelous Mrs Maisel
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Quella solita storia degli autori che riversano parti di sé dentro i loro personaggi dev'essere proprio vera. Basta stare accanto all'euforica Amy Sherman-Palladino qualche minuto per accorgersi quante ingenti dosi di lei ci siano nella sua Midge, la protagonista assoluta de La fantastica signora Maisel. La serie tv Amazon che ha conquistato proprio tutti a suon di altisonanti Emmy e Golden Globe, come vi abbiamo raccontato nella nostra recensione della seconda stagione de La fantastica signora Maisel dello show. Grande arte dialettica, parlantina fluente, una raffica di parole mai banali, puntuali, ficcanti. Entriamo nella stanza in cui dobbiamo intervistare lei (diventata celebre per aver ideato Una mamma per amica) e suo marito Daniel Palladino (noto per aver co-sceneggiato quella follia de I Griffin), e ci rendiamo subito conto di quanto questa coppia sia complementare.

Lei vulcanica, lui pacato. Lei esuberante, lui compassato. Due modi di porsi completamente opposti, un contrasto evidente che, forse, è il segreto di una serie tv equilibrata e attraversata da spinte opposte. Perché dentro The Maverlous Mrs. Maisel ci sono lacrime e risate, c'è il dramma di una donna lasciata da suo marito e l'ironia alla quale si aggrappa per sublimare ogni pena.

The Marvelous Mrs. Maisel, un momento della serie con Rachel Brosnahan
The Marvelous Mrs. Maisel, un momento della serie con Rachel Brosnahan

Arrivati a Milano per presentare in anteprima europea la seconda stagione dello show, disponibile su Amazon Prime Video dal 5 dicembre, Amy Sherman e Daniel Palladino ci hanno con l'atteggiamento affabile delle persone felici di parlare della loro creatura. Noi ne abbiamo approfittato per provare a carpire i segreti di una serie tv brillante e sagace, in cui si ride sempre masticando un po' di amaro.

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Tra Emmy, Parigi e Golden Globe

La fantastica signora Maisel ha raccolto un consenso incredibile da parte di critica e pubblico. Ve lo aspettavate? Come avete vissuto il successo dello show?

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In realtà non nutrivamo aspettative di alcun tipo. È successo tutto in maniera molto naturale perché abbiamo avuto un gruppo di lavoro straordinario. Siamo stati fortunati a collaborare con un team così competente e affiatato, così come ad avere Amazon come partner. The Marvelous Mrs. Maisel nasce da un incastro fortunato e molto raro. Poi, è chiaro, è stato sorprendente venire catapultati dentro i ritmi folli della stagione dei premi. Siamo passati dal vivere il set ai tappeti rossi in pochissimo tempo. Tutto questo ci ha frastornato, ma eravamo tutti felici di vivere un'esperienza simile.

Nella seconda stagione lo show si sposta, in parte, anche a Parigi. Come è stato girare in Francia?

Oh, orribile (ride). Davvero un incubo svegliarsi ogni mattina in una città così anonima come Parigi (ride). Scherzi a parte, è stata una delle esperienze più belle di sempre, perché ovunque mi girassi trovavo qualcosa di magico ed evocativo in quella città. Tra l'altro è una città molto diversa da New York, perché al tempo portava ancora qualche segno della Seconda Guerra Mondiale, per cui abbiamo cercato di rappresentare in maniera leggermente diversa il boom economico parigino da quello newyorkese. Di Parigi ricorderò soprattutto la bontà del pane. Ne abbiamo mangiato tutti un sacco, ma dubito che esista al mondo una persona che abbia mangiato più pane di Tony Shalhoub a Parigi.

Lo show parla con comicità della comicità. Un genere che spesso concilia spontaneità e una scrittura rigida. Ne La fantastica Mrs. Maisel c'è spazio per l'improvvisazione?

The Marvelous Mrs. Maisel: una sequenza con Rachel Brosnahan
The Marvelous Mrs. Maisel: una sequenza con Rachel Brosnahan

No, c'è una sceneggiatura dittatoriale (ride). No, sul serio, non c'è spazio per l'improvvisazione perché i nostri script sono molto ritmici. I dialoghi hanno un suono quasi musicale che deve essere rispettato per forza di cose. Basta cambiare anche una frase per scombinare le cose e rovinare quell'effetto ricercato e voluto in fase di scrittura. Immaginala come una coreografia di una danza. Se cambi un passo, tutto il resto viene compromesso. Lo stesso vale per le nostre sceneggiature. Questo rende ancora più notevole il lavoro svolto dai nostri attori, che hanno l'abilità di interiorizzare il copione, farlo loro e risultare comunque spontanei e naturali nonostante uno script così rigoroso.

Le ragioni di un successo

Secondo te la comicità della serie è comprensibile ovunque o è rivolta soprattutto al pubblico statunitense?

Sai, credo questo problema ci fosse più con Una mamma per amica. Quella serie era infarcita di riferimenti alla cultura pop, per cui magari qualcosa poteva sfuggire a un pubblico non americano o comunque occidentale. Invece La fantastica signora Maisel è molto più accessibile, sia per i temi sia per l'impostazione della messa in scena. È una serie molto più visiva, il che la rende molto più trasversale e universale.

Secondo te qual è il segreto del successo della serie?

The Marvelous Mrs Maisel
The Marvelous Mrs. Maisel

Senza dubbio lo spirito dei personaggi. Parto da Midge, ovviamente, ovvero una donna con una forza inarrestabile perché è una persona vitale, energica e gioiosa. È uno spirito indomito, un'abitante del mondo che non si arrende a va avanti nonostante tutto. Poi, senza dubbio, dobbiamo molto al rapporto tra Midge e Susie. La loro è una vera e propria relazione fatta di litigi e incomprensioni, ma anche di affiatamento e molta complicità. Sono due donne molto diverse, ma questo divario le rende interessanti e perfette per dei momenti quasi da buddy comedy.

Nello show Midge affronta tante difficoltà per entrare nel mondo dello spettacolo? È capitato anche a te?

Certo, ovviamente. Qualsiasi donna che abbia a che fare con lo spettacolo deve affrontare delle difficoltà. Nel mio caso, essendo un'autrice, sono più tutelata e protetta, ma per un'attrice è ancora più inevitabile sentirsi esposta e vulnerabile, perché in quel caso vieni giudicata molto per il tuo aspetto e la tua fisicità. Ovunque ci siano tanti soldi e tanto potere, è improbabile che una donna abbia vita facile. E lo show business è fatto di soldi e di potere. Dobbiamo invertire questa rotta, e dimostrare che anche le donne possono avere il controllo della situazione in ambienti come il nostro. Si parla di tanto di cambiamento, ma è un cambiamento in atto, forse, che non è ancora avvenuto. Il problema del dominio maschile c'è ancora.