I'm officially losing my mind, which is perfect. Now I will be alone and crazy: the famous mad divorcée of the upper West Side.
Quando, nel finale dell'episodio pilota, Midge Maisel sale sul palco del Gaslight Café, nel Greenwich Village, sconvolta per essere stata piantata dal marito Joel e in preda all'ubriachezza, di colpo iniziano a esplodere i fuochi d'artificio. Il suo primo monologo in pubblico, un pezzo di bravura da standing ovation, segna il momento in cui La fantastica signora Maisel spicca definitivamente il volo, rivelando tutto il potenziale della scrittura sopraffina della sua creatrice, Amy Sherman-Palladino.
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Approdato il 29 novembre 2017 su Amazon Video (che ha appena rilasciato la seconda stagione), The Marvelous Mrs. Maisel si è rivelato il nuovo, grande fenomeno televisivo dell'ultima annata: una serie adorata dalla critica e dal pubblico, favorita da un passaparola formidabile che l'ha fatta conoscere a un numero sempre maggiore di spettatori e che l'ha portata a vincere due Golden Globe e otto Emmy Award, inclusi i trofei come miglior serie comica e per la miglior attrice alla sua strepitosa protagonista, la ventisettenne Rachel Brosnahan, in passato nel cast di House of Cards e Manhattan e qui impegnata in uno di quei ruoli in grado di definire una carriera.
La Mrs. Maisel del titolo, giovane madre di famiglia appartenente alla benestante comunità ebraica dell'Upper West Side nella New York della fine degli anni Cinquanta, è l'eroina di questa fiaba metropolitana che si incrina all'improvviso, lasciando la povera Midge sola e con il cuore a pezzi, ma pronta in compenso a mettere finalmente a frutto il proprio talento di stand-up comedian. Un personaggio adorabile e che è impossibile non amare: ma non si tratta certo di una sorpresa, se consideriamo la mente e la penna da cui è nata La fantastica signora Maisel. Perché diciotto anni fa Amy Sherman-Palladino, sempre in collaborazione con il marito Daniel Palladino, firmava un altro ritratto femminile destinato a diventare una sorta di classico generazionale: Gilmore Girls, conosciuto in Italia come Una mamma per amica. E se proviamo a mettere a confronto queste due serie, potremmo renderci conto di quanto, in fondo, l'irresistibile Midge assomigli alle indimenticate Lorelai e Rory Gilmore...
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Midge, Lorelai e Rory: le ragazze irresistibili
"Pensavo che Joel volesse più della stupidità: che volesse la spontaneità e l'arguzia, pensavo che volesse essere messo alla prova". Pur aderendo in apparenza al modello della casalinga borghese dell'America degli anni Cinquanta, la Midge Maisel di Rachel Brosnahan non potrebbe essere più lontana da questo stereotipo: intraprendente, fiera, dotata di un'acuta intelligenza e di una vivacità irrefrenabile. "Ero simpatica, organizzavo le serate a tema... io indossavo costumi, gli ho dato dei figli, un maschio e una femmina! E sì, la nostra bambina assomiglia ogni giorno di più a Winston Churchill, con la testa grande, stile Jalta, ma non è un buon motivo per andare via, giusto?".
E in questa prospettiva, il suo personaggio non può non ricordare alcuni aspetti che ci hanno fatto innamorare di Lorelai e Rory Gilmore, madre e figlia residenti nell'immaginaria cittadina di Stars Hollow. Lorelai, che gestisce un albergo del luogo e si sforza di far quadrare il bilancio familiare, è una donna indipendente che, a sedici anni, era fuggita dalla "gabbia dorata" dei ricchi genitori per ripartire da zero e costruirsi una nuova esistenza da ragazza-madre, senza mai perdersi d'animo. E Rory, per quanto contraddistinta dalla maggior parte delle insicurezze tipiche dell'età adolescenziale, è una studentessa brillante e curiosa, che non lesina il massimo impegno in tutto ciò che fa, ma che ha ereditato dalla madre anche una spiccata bontà d'animo e abbondanti dosi di (auto)ironia.
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Una risata ci salverà: l'ironia come modus vivendi
Ed è l'ironia, non a caso, l'arma segreta tanto per Midge Maisel, quanto per Lorelai e Rory, interpretate nell'arco di sette stagioni - e di una miniserie revival realizzata su Netflix due anni fa - da Lauren Graham e Alexis Bledel. Se Midge scopre quasi per caso la vocazione per la stand-up comedy, traendo spunto dalle proprie disavventure personali per suscitare le risate dei clienti del Gaslight Café, Rory e soprattutto Lorelai adottano un approccio molto simile nei confronti della vita e delle batoste, piccole e grandi, che essa ci riserva. La capacità di non prendersi sul serio e di ricercare i lati buffi perfino nelle situazioni più difficili contraddistingue per tradizione la figura di Lorelai: una madre, un'amica e una compagna che cerca quanto più possibile di sdrammatizzare gli ostacoli suoi e degli altri, per quanto tale strategia non le risparmi talvolta delusioni e dolori.
Se lo humor di Lorelai confluisce nelle sue formidabili punchline e nei celeberrimi dialoghi a raffica fra lei e Rory (uno dei marchi di fabbrica di Una mamma per amica), ne La fantastica signora Maisel l'importanza dell'ironia diventa ancora più vitale: Midge sta attraversando la fase più sconvolgente della propria vita, si vede crollare attorno ogni certezza. Eppure, in queste 'rovine' la nostra Mrs. Maisel dimostra di saper ridere di se stessa e di avere l'abilità di coinvolgere nella propria risata anche decine di altre persone, messe di fronte ai paradossi delle relazioni sentimentali e delle convenzioni sociali.
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I will follow where you lead: la forza dell'amicizia
Ma accanto all'apologia dell'umorismo, entrambe le serie di culto di Amy Sherman-Palladino sono costruite attorno ad un altro valore irrinunciabile per le rispettive protagoniste: l'amicizia, declinata principalmente in chiave di solidarietà femminile. Il rapporto che lega Lorelai e Rory unisce i tratti di una tipica relazione madre/figlia ad un'affinità straordinaria che travalica l'appartenenza a generazioni differenti. Tuttavia, in Gilmore Girls l'amicizia viene raccontata anche mediante altri legami: quello fra Lorelai e la chef Sookie St. James, interpretata dalla futura superstar Melissa McCarthy; la storica 'sorellanza' fra Rory e la sua compagna di scuola dell'infanzia, Lane Kim (Keiko Agena), teenager mansueta ma con un animo da indomita rockettara; e l'amicizia, ben più faticosa e turbolenta, fra Rory e la sua implacabile nemesi degli anni del liceo, la Paris Geller deliziosamente terribile di Liza Weil.
Ne La fantastica signora Maisel, il personaggio eponimo troverà il coraggio di rialzarsi in piedi e di ascoltare la propria vocazione grazie al sostegno inaspettato e inestimabile di Susie Myerson, che gestisce le esibizioni al Gaslight Café: la prima a riconoscere il talento purissimo di Midge, al punto da scommettere ogni cosa su di lei, diventandone la manager e la mentore. Susie, a cui dà vita la sopraffina performance di Alex Borstein (premiata con l'Emmy Award come miglior attrice supporter), è una donna burbera, cinica e animata da un secco pragmatismo, ma che per Midge si rivelerà una 'spalla' indispensabile: non solo e non tanto una spalla su cui piangere, ma quella a cui appoggiarsi per ritornare a sorridere... la lezione forse più importante che queste due serie meravigliose ci abbiano dato e continuano a darci.