È diventata, da qualche anno, regina del box office nostrano, la protagonista del film La Befana vien di notte Paola Cortellesi, che adesso attendiamo al varco della sfida delle Feste, tra commedie di tutte le taglie e blockbuster disneyani, con un ruolo perfetto per l'occasione. Nella nostra recensione di La Befana vien di notte, scriviamo subito che fascino, intelligenza, simpatia e versatilità, tutte qualità di cui Paola Cortellesi è generosamente dotata, sono caratteristiche vitali per affrontare un ruolo inedito come quello pensato per lei da Nicola Guaglianone: la Befana bifronte.
La Befana si chiama Paola, e dalle otto del mattino fino alla mezzanotte è una graziosa insegnante che lavora nell'idilliaca e innevata Val di Lana. Nella notte avviene la trasformazione, preferibilmente lontano dal letto del fidanzato devoto, il maestro Giacomo (Fausto Maria Sciarappa): la dolce Paola si trasforma in una strega bonaria, carica di secoli e di naso telescopico, un po' grammar-nazi, e incessantemente impegnata a leggere i messaggi dei bambini e a prepararsi per le numerose consegne della notte dell'Epifania.
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Una trama con al centro sei piccoli detective in bici
A parte il problema pratico di non potersi mostrare di notte all'amato, c'è un'altra ombra nella vita della Bi-fana. Molti anni prima ha inavvertitamente avuto un ruolo nei traumi infantili di un bambino che nel frattempo è cresciuto, ed è diventato Mr. Johnny (Stefano Fresi), un potente giocattolaio senza scrupoli, che ha un piano per far pagare tutte le sue soffernze e frustrazioni proprio all'energica vecchina volante.
Per fortuna di Paola/ Befana, uno dei suoi alunni, e per la precisione il più delicato e sensibile ai suoi preziosi precetti, assiste al rapimento e recluta una piccola, multietnica compagnia di minorenni per una estemporanea missione di salvataggio. C'è la bambina di colore nata a Cinisello Balsamo, il bambino grasso che fa il verso a Chunk dei Goonies, la bambina ricca e viziata ma col cuore grande e persino il bulletto bieco, razzista e maschilista che era la cosa più coraggiosa dell'intero progetto ma, tranquilli, si redimerà.
La missione è abbastanza sgangherata ed esporrà i ragazzini, oltre che a un bel po' di magia e ad avventure elaborate nell'immaginazione fortemente visiva di Michele Soavi, anche a rischi di danni fisici abbastanza inediti per una commedia natalizia, perché Mr. Johnny, pur avendo trascorsi simili e un look altrettanto colorato, non è il Grinch di Dr. Seuss, è veramente infame e il suo odio nei confronti della Befana non si ferma davanti a nulla.
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La favola di cartapesta
Peccato che tanta cattiveria non faccia mai nessuna paura, che la magia sia di plastica dozzinale, e che, nonostante la buona presenza scenica di qualcuno dei bambini, l'avventura non spicchi il volo nemmeno per il tempo di una strizzata d'occhio a un classico anni '80 (e ce ne sono molte). La scrittura di Guaglianone, a cui non mancano mai spunti intelligenti, è priva di autentico interesse nei confronti dei suoi personaggi e del suo contesto; Soavi fatica a trarne la necessaria ispirazione, finendo per scivolare sui suoi scenari pittoreschi e per seguire stancamente un racconto privo di vita e di logica narrativa.
La befana vien di notte può vantare una certa cura formale ed estetica sotto il profilo della realizzazione e una protagonista amabile come Paola Cortellesi, che conserva la sua personalità esuberante anche sotto il trucco pesante da vecchia strega, e poco altro. L'idea di coniugare la tradizione popolare italiana con un certo immaginario cinematografico ha del potenziale sulla carta, ma questa sua manifestazione è così deludente da farci dubitare persino delle premesse. Speravamo francamente di trovare, in questa calza natalizia di Lucky Red, qualcosa di meno opaco e frigido.
Movieplayer.it
2.0/5