Recensione Krypton: tanto tempo fa, su un pianeta lontano lontano…

La recensione di Krypton: arriva su Infinity la prima stagione di Krypton, la nuova serie targata DC Comics ambientata sul pianeta natale di Superman.

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Krypton: Ian McElhinney nel pilot

Krypton è una serie creata da David S. Goyer e trasmessa in America dal canale SyFy, mentre è disponibile in Italia su InfinityTV. Basato sui fumetti della DC Comics, lo show, di cui ci accingiamo a parlare in questa recensione della prima stagione di Krypton, è ambientato sul pianeta Krypton, luogo di nascita di Superman, duecento anni prima della sua distruzione. La famiglia El è stata ostracizzata dall'alta società kryptoniana in seguito all'esecuzione di Val-El, accusato di tradimento dal regime politico corrotto della città di Kandor. Quattordici anni dopo la morte di Val, suo nipote Seg-El (il futuro nonno di Kal-El) si ritrova al centro di un accordo politico, con tanto di matrimonio combinato, per redimere la famiglia. Viene anche contattato da Adam Strange, un supereroe terrestre proveniente dal futuro, che gli suggerisce di trovare la Fortezza della Solitudine, dove Val-El aveva raccolto le proprie ricerche, screditate dalle alte sfere kryptoniane, su una minaccia aliena. Strange gli svela anche la futura esistenza di Superman, che però è a rischio a causa di un'entità cosmica che vuole alterare la linea temporale...

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Giorni di un futuro passato

Nel corso dei decenni il mondo di Superman è stato oggetto di diversi adattamenti, sia per il grande che per il piccolo schermo: nel secondo caso siamo passati dal classico Adventures of Superman, con protagonista George Reeves, a Lois & Clark, più incentrato sulla vita privata dell'eroe, per poi tornare alle atmosfere tradizionali con l'animato Le avventure di Superman e rivisitare il personaggio in chiave adolescenziale in Smallville. Adesso, mentre l'Uomo d'Acciaio ha un ruolo occasionale nell'Arrowverse come comprimario sporadico in Supergirl (lo rivedremo a breve nel crossover Elseworlds), la nuova serie esplicitamente basata sul suo universo fa un passo indietro: Krypton, come indica già il titolo, si interessa maggiormente al passato del pianeta natale di Kal-El, solitamente esplorato in modo ridotto (come per esempio nell'incipit de L'uomo d'acciaio di Zack Snyder).

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Krypton: un'immagine del pilot

L'atmosfera è decisamente quella di un altro mondo, come suggerisce anche il fatto che negli Stati Uniti lo show vada in onda su SyFy, il network che ci diede Battlestar Galactica. Inizialmente si vociferava che fosse collocato nella continuity dell'attuale universo cinematografico della DC Comics, data la firma di David S. Goyer, uno dei principali architetti dell'incarnazione di Superman interpretata da Henry Cavill. Così non è stato, come dimostra, per esempio, la scelta di Colin Salmon per interpretare il futuro Generale Zod: la serie è situata in un universo tutto suo, ufficialmente scollegato sia dai film che da qualunque altro programma televisivo in corso basato sugli eroi della DC. Una strategia saggia, che non richiede conoscenze pregresse (al di là di qualche nozione di base sul pianeta stesso, comunque ben noto a chi segue anche occasionalmente le avventure di Kal-El) ed evita il potenziale inconveniente di essere associato a un franchise che al momento si regge su basi non solidissime, dopo la débâcle di Justice League .

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Narrazione ibrida

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Krypton: Shaun Sipos nell'episodio Savage Night

La prima stagione di Krypton procede su due binari inizialmente distinti: da un lato, il desiderio di esplorare nel dettaglio un elemento della mitologia DC tendenzialmente poco sfruttato, approfondendo la storia della casata di El e il conflitto con le altre famiglie, tra cui quella di Zod; dall'altro, la volontà di ricollegare il tutto al futuro che già conosciamo, sia tramite allusioni (menzioni ripetute di Superman, l'uso del celebre tema musicale ideato da John Williams) che tramite la presenza di personaggi noti come Brainiac e Doomsday (nella seconda stagione invece farà il suo debutto in live-action il cacciatore di taglie Lobo). Una scelta sicuramente ponderata, per non mettere a rischio un progetto che ha anche bisogno degli spettatori neofiti, i quali potrebbero necessitare di un minimo appiglio legato a situazioni e personaggi conosciuti, ma che in alcuni casi si traduce in una captatio benevolentiae dai risultati controproducenti (la musica di Williams, per quanto importante a livello simbolico, è abbastanza fuori luogo in questo contesto).

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Krypton: Blake Ritson nell'episodio The Phantom Zone

Poi però la stagione si evolve e, pur incappando in occasionali sbavature da entrambi i lati (al di là di un'importante rivelazione in chiave mitologica, la vita privata di Seg-El è tratteggiata in modo molto elementare), raggiunge un equilibrio dove si punta sempre su elementi noti, ma in un'ottica che va oltre il mero fan service. È lì che Krypton voleva andare a parare fin dall'inizio, dovendo superare il classico ostacolo di essere una stagione inaugurale, ponendo così le basi per il materiale drammaturgicamente forte di quelle a venire. La serie si chiude con un'immagine di commiato memorabile e sottilmente inquietante che annuncia un netto miglioramento per la seconda annata, dopo un inizio promettente ma a tratti claudicante. Un Elseworld (nel senso letterale del termine, poiché l'esistenza degli universi multipli diventa parte integrante della trama orizzontale) da assaporare senza esitazione, che si sia fan di Superman o meno.

Movieplayer.it

3.5/5