"Se fossi veramente cambiata, non saresti venuta qui." "Se invece tu fossi cambiata, non me l'avresti permesso."
Poco meno di quattro anni fa, nell'aprile 2018, Killing Eve approdava sugli schermi imponendosi come una delle più accattivanti novità del panorama televisivo. Ispirata ai romanzi di Luke Jennings, la serie di Phoebe Waller-Bridge si conquistava in breve tempo un'ampia fetta di appassionati, in virtù di un'irresistibile amalgama fra il thriller, la dark comedy e il dramma psicologico. È dunque con indubbio dispiacere che nell'aprire questa recensione di Killing Eve 4x01, dedicata al primo episodio della stagione conclusiva, dobbiamo rilevare ancora una volta la china discendente di quella che, per un paio d'anni, era stata invece una delle migliori serie in circolazione. Just Dunk Me, première del quarto e ultimo capitolo di Killing Eve, conferma infatti la sostanziale crisi d'identità di un racconto che sembra aver smarrito la propria ragion d'essere.
Il primo tassello della stagione 4
A Phoebe Waller-Bridge, nota soprattutto come la mente e il volto di Fleabag, spetta il merito di aver dato vita a Killing Eve, innestando la serie sulle ambiguità del conflitto fra l'analista e detective Eve Polastri (Sandra Oh) e la giovane psicopatica Oksana Astankova (Jodie Comer), sicaria professionista conosciuta con lo pseudonimo di Villanelle. La scelta di affidare ogni stagione a una differente showrunner aveva portato in seguito al timone della serie un'altra penna sopraffina, quella Emerald Fennell che nel 2020 ha firmato un esordio cinematografico da Oscar con Una donna promettente; ma nel frattempo, la delicata alchimia alla base del successo di Killing Eve aveva cominciato a scricchiolare con una terza stagione, scritta da Suzanne Heathcote, da cui trapelavano la carenza di nuove idee e una discreta incertezza nel gestire le traiettorie dei personaggi.
Alla guida della quarta e ultima stagione ecco invece Laura Neal, che eredita il non facile compito di riavviare il percorso delle due protagoniste; e l'episodio d'apertura, Just Dunk Me, già fatica a convincere. La pur brava Sandra Oh conduce ormai con il pilota automatico la sua Eve, che dopo essere stata scaricata dall'MI6 si è fatta ingaggiare da un'agenzia privata e condivide pedinamenti - e spensierati interludi sessuali - con il collega Yusuf (Robert Gilbert, new-entry del cast). Ma della simpatia, del carisma e dell'umanità che caratterizzavano la Eve degli esordi non sembra essere rimasto granché: se la donna lascia baluginare qualche traccia d'enfasi nell'intenzione di dare la caccia ai famigerati Dodici, per il resto la puntata 4x01 non le riserva nulla di davvero interessante da dire o da fare, al di là di quella sprezzatura ironica che l'ha sempre contraddistinta.
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La crisi mistica di Villanelle (e della serie)
Se il nuovo plot riservato a Eve rientra in una "ordinaria amministrazione" che comunque non dovrebbe scontentare i fan della serie, le noti dolenti di Just Dunk Me riguardano piuttosto la "metà oscura" di Killing Eve, vale a dire Villanelle. O meglio Nelle, come l'ex-killer professionista ha scelto di ribattezzarsi, nel senso letterale del termine: la ritroviamo infatti all'interno di una comunità cristiana, mentre si aggrappa a un desiderio di fede per contrastare i propri demoni interiori. Un cambiamento radicale rispetto all'antagonista spietata e farsesca disegnata da Jodie Comer fin dal 2018: la nuova Villanelle millanta dilemmi morali che rasentano la parodia, si rivolge all'indirizzo del crocefisso a mo' di moderno don Camillo e, dulcis in fundo, ha un'allucinazione su un proprio doppelgänger conciato come un incrocio fra Gesù Cristo e un cosplayer del Rocky Horror Picture Show.
Se il tentativo di umanizzare Villanelle, già intrapreso a piccole dosi nelle stagioni precedenti, potrebbe anche avere qualche validità sul piano narrativo, la sensazione durante l'episodio è quella di una costante forzatura, priva di autentiche giustificazioni. La Comer mantiene una sottile verve comica, a tratti quasi cartoonesca, che ben si adatta al personaggio, ma il problema è che Villanelle sta perdendo sia il suo fascino dirompente di alfiera del caos, sia quell'aura imprevedibile e minacciosa. In sostanza, la Villanelle in tunica bianca che prega in ginocchio per l'amata Eve o che implora a gran voce di essere battezzata è l'emblema di una serie ingabbiata fra stanchi manierismi e intrecci sempre più deboli e stiracchiati. Sperando che i sette episodi a venire possano smentire queste impressioni ben poco incoraggianti.
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Conclusioni
Se emerge purtroppo un netto senso di delusione dalla nostra recensione di Killing Eve 4x01 è perché il primo episodio ha confermato i timori sull’andamento traballante della serie targata BBC America. Se già la stagione precedente non si era mostrata all’altezza delle aspettative, la svolta ‘mistica’ di Villanelle somiglia pericolosamente a un “salto dello squalo” che un personaggio del genere non meriterebbe affatto. Ci auguriamo che le prossime puntate riescano a correggere il tiro e a costruire un degno finale per Killing Eve.
Perché ci piace
- L’apporto di Sandra Oh e Jodie Comer, le quali fanno il possibile per mantener viva l’attenzione sui rispettivi personaggi.
- L’ironia e lo humor nero che continuano a caratterizzare i dialoghi della serie.
Cosa non va
- Da un lato il senso di déjà-vu, spia di una certa carenza di idee, e dall’altro il discutibile percorso intrapreso dalla figura di Villanelle.
- Un nuovo plot (l’indagine su una catena di omicidi) che per ora non appare particolarmente incisivo.