Perché Jujutsu Kaisen è il fenomeno del momento

Jujutsu Kaisen si sta rivelando un vero e proprio fenomeno globale e proprio per questo abbiamo provato a ragionare su alcune sue caratteristiche, presenti nell'anime e nel manga di Gege Akutami, che lo rendono un prodotto di valore.

Perché Jujutsu Kaisen è il fenomeno del momento

Se siete appassionati di anime e manga, se frequentate le fiere del fumetto, se avete amici o semplici contatti social che amano questo mondo, ve ne sarete resi conto: Jujutsu Kaisen è il fenomeno del momento. Nato dalla mente di Gege Akutami, vanta ormai un successo planetario, puntando ad entrare a gamba tesa in quell'olimpo di opere tanto riconoscibili quanto citate come Dragon Ball, Naruto, One Piece, Hunter X Hunter, Yu Yu Hakusho (di cui è appena uscito il live action su Netflix), battle shonen con diversi record alle spalle e che, almeno per sentito dire, conoscono ormai anche i non appassionati. Non fatichiamo a pensare che la storia ideata da Akutami possa posizionarsi comodamente tra i mostri sacri sopra citati che, dopotutto, vengono omaggiati diverse volte nel corso delle tavole del manga. È inevitabile non notare come le vicende di Itadori Yuji all'Istituto di Arti Occulte di Tokyo possano sembrare, alle prime battute, del tutto conformi ai dettami dello shonen, termine che più che altro serve a definire un target e non un genere, tra combattimenti e maturazione di un protagonista che cresce in forza e consapevolezze.

Jujutsu Kaisen Yuji
Yuji Itadori un una scena dell'anime Jujutsu Kaisen

Yuji è un ragazzino fondamentalmente solo che perde presto l'unica persona che lui avesse mai percepito come famiglia: suo nonno. Ha una forza sovrannaturale, fin da subito chiaramente anomala, e senza pensarci troppo in una situazione di difficoltà, ingerisce una parte del corpo del "re delle maledizioni", Sukuna, riuscendolo inaspettatamente a contenere. Senza più nessuno accanto e minacciato di pena Capitale per ciò che ha fatto e ciò che è diventato, vede nell'Istituto non solo un luogo dove poter stare ma anche un'occasione per rispettare le ultime volontà di suo nonno.

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Jujutsu Kaisen: gli studenti dell'Istituito di arti occulte di Tokyo

Fino a qui non sembrerebbe esserci nulla di originale in un incipit che è simile a quello di molti altri prodotti analoghi, ma che invece getta dall'inizio le basi per una storia tanto intricata quanto originale, in grado di giocare con gli stereotipi del caso infrangendoli poi uno ad uno in una spirale di follia nella quale nessuno è al sicuro, nemmeno il lettore (o spettatore) che si affeziona ai numerosi personaggi. Non potevamo quindi esimerci dal cercare di approfondire in qualche modo questo titolo, cercando di individuare alcuni elementi che rispondano alla domanda: perché Jujutsu Kaisen sta avendo tanto successo? Nel farlo, ovviamente, faremo di tutto per evitare i maggiori spoiler, ma se siete particolarmente a digiuno dell'opera fate comunque attenzione!

Perché il mondo di Jujutsu Kaisen è interessante e ben costruito

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Jujutsu Kaisen: Gojo Satoru in una scena

Gege Akutami sembra essere ossessionato dai particolari: nel costruire un mondo in cui stregoni e maledizioni interagiscono quotidianamente con la società moderna, si preoccupa di rendere tutto il più plausibile possibile, attenendosi a complesse regole per ideare le abilità di ciascun personaggio in campo, abilità che sono anch'esse frutto di un attento studio e che rispondono ad una serie di logiche che l'autore non ama più di tanto spiegare ma che approfondisce in qualche modo nelle appendici presenti tra un capitolo e l'atro del manga. Da ciò che si dice, infatti, il mangaka ha più volte chiesto l'opinione di esperti per fare in modo che le capacità da lui ideate rispettassero o violassero consapevolmente varie leggi matematiche, fisiche o addirittura giuridiche, in un intreccio in cui veramente nulla sembra lasciato al caso.

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Jujutsu Kaisen: Gojo Satoru

Lo stesso discorso vale per tutta la componente mistico religiosa che permea l'opera. I sei occhi di Satoru Gojo, la citazione del Sutra del Loto: "Tra cielo e terra io sono l'Onorato", messa in bocca allo stesso personaggio, la figura di Tengen che racchiude in sé i concetti di Nirvana e Samsāra, sono solo alcuni degli esempi che ci vengono in mente e che fanno riferimento tanto al Buddismo quanto alla Shintoismo in un susseguirsi di rimandi colti che non è usuale trovare in opere di questo genere.

Perché Gege Akutami ama giocare con le preferenze dei suoi lettori

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Jujutsu Kaisen: un momento dell'anime

Non è un mistero che con Gege Akutami nessun personaggio è al sicuro. Più volte l'autore sembra usare la loro prematura scomparsa tanto per scioccare lo spettatore, quanto per scardinare alcuni stereotipi di genere, rendendo Jujutsu Kaisen un'opera veramente imprevedibile per lettori e spettatori che scelgono di non leggere prima la fonte cartacea. La priorità che il mangaka sembra porsi è la credibilità della storia, tanto che nella narrazione c'è poco spazio per le improbabili redenzioni o i moti di coscienza: gli antagonisti rimangono antagonisti fino alla fine senza mutare le proprie logiche, ma perseguendo un fine ultimo prefissato che mira a sovvertire l'ordine mondiale.

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Nanami in una scena dell'anime di Jujutsu Kaisen

Ciascuno è una pedina in gioco o, come direbbe Yuji Itadori, un ingranaggio che muove le vicende verso un'ancora non nota conclusione dettata esclusivamente dalle logiche di causa ed effetto. Non c'è salvezza per nessuno, quindi, né morale né fisica, e quella che gli stregoni combattono è una guerra che miete vittime e non risparmia gli innocenti. Va riconosciuto, però, che in queste dinamiche realiste quelli che ne pagano lo scotto sono tutti quei fan che inevitabilmente si affezionano ai carismatici personaggi in campo: figure celebrate e osannate su tutti i social e che finiscono per fare una fine cruenta e straziante, in un gioco al massacro che ha fatto versare non poche lacrime.

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Perché risulta in qualche modo trasversale

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Jujutsu Kaisen: Yuji, Megumi e Nobara in una scena

Jujutsu Kaisen è un'opera che nel cercare solidità valica i semplici confini dello shonen sfociando nel seinen: l'alternanza di dramma e leggerezza in situazioni tipiche adolescenziali e altre più mature e introspettive, fa sì che questo prodotto sia adatto ad un'ampia fetta del suo potenziale pubblico riuscendo ad appassionare e affascinare più generazioni che ne riconoscono la qualità ma sopratutto l'efficacia nell'intrattenere. Ragionando in maniera più approfondita proprio sulla questione del target ci siamo poi accorti che, per alcuni aspetti, anche le definizioni prima citate in qualche modo finiscono per stargli strette. Un esempio lampante è la rappresentazione delle figure femminili, piuttosto anomala per un titolo che, da definizione, dovrebbe essere rivolto ad adolescenti prevalentemente maschi (se poi questo tipo di classificazione abbia ancora un qualche senso è argomento tutto da approfondire).

Jujutsu Kaisen Shoko Ieiri
Jujutsu Kaisen: un'immagine di Shoko

Nobara Kugisaki, Maki e Mai Zen'in, Mei Mei, Yuki Tsukumo, Shoko Ieiri e tutte le altre donne presenti nella storia sono figure complesse e per nulla idealizzate. Capaci di grandi sentimenti così come di enormi meschinità, incarnano finalmente personaggi reali e complessi che, anche se lasciati in alcuni casi sullo sfondo, sono in grado di far sentire il loro peso all'interno della storia. Niente bamboline in preda degli eventi o in trepidante e perenne attesa di un protagonista che le salvi, ma esseri umani artefici del proprio destino che vivono e muoiono nel tentativo di affermarsi, di trovare un proprio posto nel mondo grazie ai propri talenti e alle proprie capacità o, semplicemente, cercando di portare avanti un'idea, giusta o sbagliata che sia. È forse questo il vero punto forte di una serie che finalmente non guarda più al passato ma tratteggia un mondo più autentico e contemporaneo nel quale è possibile riconoscersi.