Tra gli aspetti più soddisfacenti e piacevoli dello gestire un sito web legato ad una propria passione c'è il confronto con i lettori. Nel mio caso parliamo ovviamente di cinema, un argomento che occupa completamente le mie giornate lavorative ormai da oltre 11 anni, prima con Castlerock.it e adesso Movieplayer.it. In questi due lustri, di feedback, opinioni, dialoghi e perfino scontri ce ne sono stati a centinaia e per i temi più disparati, ma ce ne è uno in particolare che mi è rimasto impresso, sebbene risalga proprio ai primissimi mesi del nostro progetto editoriale; un progetto che, inutile dirlo, era molto lontano da quello che potete vedere, e speriamo apprezzare, oggi.
Forse è rimasto così impresso proprio perché fu una delle prime vere discussioni, o forse perché (per quello che mi è dato ricordare, purtroppo non ho più accesso alle email del 2003!) si prolungò per diversi giorni e fu un dibattito acceso, a tratti sfiancante, ma tant'è che se oggi sono qui a scrivere questo articolo probabilmente è proprio per questo ricordo che non mi vuole abbandonare. L'argomento della discussione, l'avrete intuito, era James Cameron e in particolare la mia recensione di Terminator 3 - Le macchine ribelli; non il giudizio sul film in sé, ma semplicemente il mio sottolineare la differenza tra il lavoro di Jonathan Mostow e quello di Cameron stesso, e il mio considerare il primo un mero regista 'artigiano' e il secondo un un vero e proprio artista.
Si trattava in realtà di una voluta semplificazione all'interno di un articolo, ma da lì nacque tutto un dibattito sul genio artistico, sui registi che avevano realmente fatto la storia del cinema, su quelli che veramente avrebbero meritato di essere definiti artisti. Il mio interlocutore era dell'avviso che anche Cameron non fosse altro che un artigiano, un tecnico del cinema, uno che fa affidamento principalmente sugli effetti speciali. Stiamo parlando del 2003, Avatar ancora era lontano ma Titanic era ancora un argomento piuttosto caldo, e aveva moltissimi detrattori.
Io Titanic l'avevo amato fin dal primo istante, così come praticamente tutti i film di James Cameron (True Lies e Abyss magari non sono tra i miei film preferiti, ma tutti gli altri decisamente sì), e pur riconoscendo l'importanza della scienza e della tecnica nel suo cinema, non è mai sfuggita alla mia attenzione la sua fantasia, la sua immaginazione, il suo essere visionario come e più di tanti altri cineasti dal pedigree più "nobile".
E a riguardare la sua carriera oggi, giorno in cui il nostro compie 60 anni tondi tondi, non solo non ho dubbi, ma mi sembra che a risaltare sia proprio questo contrasto vincente tra tecnologia e poetica - un contrasto che ovviamente avevamo già notato ed affrontato ai tempi dell'uscita di Avatar - ma adesso è forse ancora più attuale considerato il trend hollywodiano ma anche il fatto che James Cameron, come tutti sanno, è alle prese con ben tre seguiti del suo (ultimo) campione d'incassi, tre seguiti che saranno ancora una volta realizzati spingendo al massimo il piede dell'acceleratore sull'innovazione tecnologica, sulle riprese stereoscopiche e sul perfomance capture. E ovviamente su un budget talmente astronomico da non poter nemmeno essere reso pubblico. Ma d'altronde nessun altro avrebbe i mezzi e soprattutto il coraggio per continuare a guardare e spingersi sempre oltre, oltre le certezze e oltre quanto sarebbe consentito dalle logiche di un'industria che, specialmente a questi livelli, non perdona passi falsi a nessuno; per fare da pioniere per nuove generazioni di cineasti alle prese con tecnologie ancora molto lontane dall'essere perfezionate e sfruttate al loro meglio.
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La verità, però, è che se tutto questo fosse in mano ad un altro regista, uno qualsiasi, saremmo pronti a definirlo una follia, un suicidio tanto artistico quanto commerciale. Ma quando abbiamo davanti James Cameron sappiamo che non possiamo porgli limiti né tanto meno sprecare parole. E non dobbiamo affibbiargli etichette, che comunque gli starebbero strette. Che sia un artista, un genio, un mestierante o un semplice incantatore di masse, una cosa è certa: a James Cameron dobbiamo alcuni dei film più spettacolari, ambiziosi e sorprendenti mai visti.
E questi sono stati solo i primi 60 anni!
I 60 anni di James Cameron, una carriera da record (13 foto)
Gli esordi
Che la prima regia di Cameron fu la produzione italiana Piranha paura, lo sanno anche i sassi, così come tutti sanno che nella realtà dei fatti fu licenziato dopo un paio di settimane e il suo nome rimase tra i credits solo per questioni legali. La pur breve esperienza gli fu comunque d'aiuto per studiare da vicino gli effetti speciali, come aveva già fatto d'altronde sul set di Fuga da New York o Il pianeta del terrore. La leggenda poi narra che sempre sul set del film, Cameron fu colpito da un'intossicazione alimentare e febbricitante ebbe un incubo molto vivido su un robot invincibile giunto dal futuro per ucciderlo...
Terminator: l'inizio del futuro
Tornato in California con questa intrigante idea in mente, Cameron decise quindi di svilupparla e ricavarne una sceneggiatura. D'altronde il genere sci-fi, a cui si era avvicinato già anni prima con il corto Xenogenesis dopo essere stato assolutamente ammaliato dalla visione di Star Wars, gli veniva particolarmente naturale e non fu difficile riuscire a scrivere una storia semplice e complessa al tempo stesso. L'unico problema semmai era limitarsi a quanto possibile con i mezzi e le tecnologie attuali: l'idea iniziale infatti era di avere due Terminator, uno fatto di metallo liquido. Un'idea che avrebbe dovuto aspettare ben 7 anni, ed un sequel, prima di vedere la luce. Le riprese di Terminator non furono affatto semplici, anche perché Arnold Schwarzenegger era impegnato anche con Conan il distruttore, ma i tanti ritardi diedero a Cameron la possibilità di lavorare subito ad un alto progetto...
Aliens: l'action perfetto
Il sequel di Alien è la prima vera prova di forza di Cameron, e anche di grande coraggio. Perché il film di Ridley Scott godeva di gran popolarità (e lo stesso Cameron era un grande fan) ed era davvero perfetto, ma più come horror che fantascienza vera e propria. L'intuizione geniale fu appunto quello di trasformare profondamente sia il concetto di base del primo film che la sua indiscutibile eroina, affiancarle dei soldati duri e sbruffoni (''Escucha, muchacha... io ho bisogno di sapere una sola cosa: donde està!''), mescolare con un po' di film di guerra e allargare gli orizzonti fantascientifici, introducendo più alieni, più mitologia, più tutto!
The Abyss: il film più rischioso mai realizzato
Cosa aspettarsi da uno che con i primi due film realizza Terminator e Aliens, due pietre miliari del cinema di genere, per di più osannate dalla critica, e due strepitosi successi al botteghino? Di certo nessuno poteva immaginare l'impegno produttivo che sarebbe diventato The Abyss, con un budget inizialmente fissato a 40 milioni di dollari che sarebbero ben presto diventati molti, molti di più. Ma non furono solo i soldi il problema o la tecnologia che la Industrial Light & Magic dovette letteralmente inventare dal nulla per esaudire le richieste del regista. No, il problema vero furono le riprese subacquee, un vero incubo per tutte le persone coinvolte, dal cast ai tecnici, impegnati ed immersi per oltre 6 mesi, 70 ore a settimane, nei serbatoi appositamente realizzati. Il film alla fine non fu un successo come i precedenti, ma considerato quanto fu vicino ad essere un vero e proprio disastro (o quanto lo furono altri progetti simili successi, vedi Waterworld) si può certamente parlare di un mezzo miracolo.
Terminator 2: un sequel più unico che raro
Un sequel di Terminator era stato cercato in modo insistito per anni sia da Cameron che da Schwarzenegger, ma c'era un problema con i diritti e quindi fu a lungo rimandato. E in realtà fu solo un bene, perché senza l'esperienza con The Abyss e senza un budget stratosferico (circa 100 milioni di dollari, all'epoca uno dei più alti di sempre!) nessuno, nemmeno la miracolosa ILM avrebbe potuto realizzarne la sua visione. Ricordate quel secondo Terminator proteiforme fatto di metallo liquido? Anche Cameron non l'aveva mai dimenticato, e mai avrebbe accettato di fare un Terminator 2 senza il suo spettacolare T-1000. E aveva ragione, come sempre, perché non solo fu il più grande successo dell'anno ma diventò immediatamente anche uno dei pochi sequel degni di essere chiamati tali: più grande, più complesso, più spettacolare, più emozionate, ma comunque sempre fedele all'idea iniziale.
Kathryn Bigelow: un'allieva eccellente
Dopo essere stato sposato già due volte, sia negli anni '70 che negli anni '80 (questa seconda volta con la sua produttrice di fiducia Gale Anne Hurd), nel periodo di Terminator 2 Cameron convola a nozze per la terza volta con la regista di Point Break, film di cui fu anche produttore esecutivo e consulente per alcune delle scene più spettacolari. Il loro matrimonio durò ben poco (e Cameron si risposerà altre due volte...) ma la loro collaborazione è andata comunque avanti, tanto che nel 1995 hanno realizzato insieme (Bigelow alla regia, Cameron come soggettista, produttore e co-sceneggiatore) un vero e proprio cult quale Strange Days. Da allora si sono reincontrati professionalmente solo da 'nemici', quando alla cerimonia degli Academy Awards del 2009 lei è diventata la prima regista della storia ad essere premiata con l'Oscar (per The Hurt Locker) battendo proprio l'ex marito ed il suo impressionante Avatar.
True Lies: l'ironia è l'arma più potente
L'idea di prendere una commedia francese (La Totale!) e farne un remake americano era venuta a Cameron ben prima di T2. Il successo clamoroso del film con Schwarzenegger ovviamente influenzò poco quello che sarebbe diventato True Lies, con un budget perfino superiore ai 100 milioni di dollari (per la prima volta nella storia) e sequenze action incredibili ad accompagnare una storia che, fondamentalmente, fa ridere e divertire. Se la vena humour è in un certo senso una novità per Cameron (anche se, alcuni dialoghi di Aliens o T2 sono dei gioielli di ironia), lo stesso vale anche per l'impronta sexy che riesce a dare alla sequenza dello striptease di Jamie Lee Curtis, vero e proprio cult degli anni '90.
Titanic: il sogno di una vita
Sono passati 17 anni dall'uscita cinematografica di Titanic, ma ancora oggi risulta difficile pensare a qualcosa che non sia già stato detto su quello che fu non solo il più grande incasso di sempre (poi battuto da... Cameron stesso) ma anche il più chiacchierato. Inutile dirlo, il film fu il più costoso di sempre, e nonostante l'esperienza con The Abyss le riprese furono comunque molto difficili e il progetto rischiò di affondare più volte. Sul set ci furono incidenti, litigi, casi di esaurimento nervoso, Cameron all'epoca fu più volte definito un tiranno e fu anche ridicolizzato per un progetto che sembrava irrealizzabile o quantomeno eccessivamente ambizioso. Prima di divenire ovviamente 'Il re del mondo!'
I documentari: profondo blu
Sempre per Titanic Cameron realizzò in prima persona le riprese del reale relitto che si vede ad inizio film. Le immersioni sono sempre state una sua passione, una passione che ha evidentemente voluto portare anche sul grande schermo, ma figuriamoci se si poteva accontentare del film più grande di sempre! Ecco nascere tre documentari a tema subacqueo: Expedition: Bismarck dedicato alla nave da battaglia tedesca affondata durante la seconda guerra mondiale, Ghosts of the Abyss con il ritorno al relitto dell'RMS Titanic; e Aliens of the Deep, un viaggio nelle profondità sottomarine insieme ad alcuni scienziati della NASA. Questi ultimi due sono stati girati in 3D e possono essere considerati una sorta di 'esperimento' precursore delle tecniche che sarebbero state utilizzate per Avatar.
Dark Angel: l'esperimento TV
Nonostante la predisposizione per i blockbuster d'azione, genere solitamente appannaggio degli uomini, Cameron ha sempre avuto un debole per le eroine action, come dimostrano la meravigliosa Sarah Connor dei due Terminator, la Ripley 2.0 di Alien e anche la buffa eroina per caso di True Lies. Un ulteriore passo in avanti in questo senso lo fece con Dark Angel, una serie TV dall'animo cyberpunk con protagonista un'inedita ma supersexy Jessica Alba. La serie fu cancellata dopo due sole stagioni e Cameron diresse personalmente solo l'ultimo episodio e ne scrisse solo il pilot e il finale, ma è comunque considerata un tassello importante per la crescita delle serie TV e la nascita della cosiddetta epoca d'oro della serialità americana.
Avatar: oltre ogni record
Nel 2005, dopo aver sperimentato sotto le profondità dell'oceano, James Cameron annunciò che i suoi prossimi progetti sarebbero stati girati in 3D e che sarebbero stati un qualcosa di mai fatto prima d'ora. Il progetto Battle Angel lo stiamo ancora aspettando, ma per quanto riguarda Avatar possiamo ora dire con certezza che le sue promesse (all'epoca anche queste non poco sbeffeggiate, impareranno mai?) si sono avverate e davvero Avatar è un film unico nel suo genere. Per il 3D, affascinante e giustificato come mai, per gli incassi spaventosi ed oltre ogni immaginazione ed aspettativa, ma soprattutto per il lavoro sul performance capture che ha garantito al personaggio alieno interpretato da Zoe Saldana, Neytiri, un realismo e una riuscita davvero inimmaginabile.
I progetti perduti e mai realizzati
Abbiamo detto che l'adattamento del manga Battle Angel Alita lo stiamo ancora aspettando e chissà se mai verrà realizzato, ma male che vada sarebbe in ottima compagnia perché i progetti di Cameron andati perduti sono tanti e significativi. Tra i più importanti andrebbe citato Rambo 2, la cui sceneggiatura prevedeva l'inserimento di un secondo protagonista (presumibilmente Travolta) ma fu lo stesso Stallone a rifiutarlo e a riscrivere grande parte della sceneggiatura. C'è poi Spider-Man, un progetto in cui Cameron credeva moltissimo e che avrebbe voluto realizzare già all'inizio degli anni '90. Lo script si trova in rete ed è molto interessante, ed anche per certi versi molto simile a quanto poi fatto dalla Sony 10 anni dopo, ma Cameron nel frattempo aveva altri pensieri per la testa... E poi vogliamo ricordare le voci sull'adattamento del lovecraftiano Alle montagne della follia insieme a Guillermo Del Toro. Inutile dire che noi vorremmo ancora crederci!
Il futuro secondo James Cameron
Ma il vero futuro secondo Cameron qual è? Si è parlato di un'eventuale versione in 3D di Terminator 2 da riportare in sala come già fatto per Titanic. Si è parlato del superprogetto Heavy Metal diretto da Fincher, o del remake di Viaggio allucinante, ma anche qui più voci che altro. Al momento il futuro è senza alcun dubbio legato ai tre (3!) sequel di Avatar, ovviamente avvolti nel mistero. Sappiamo che stanno per iniziare le riprese, che saranno girati tutti e tre in sequenza e che dovrebbero arrivare nei cinema a dicembre 2016, 2017 e 2018. Ma con Cameron, si sa, le date hanno poco valore. L'unica certezza che abbiamo è che questa sarà l'ennesima occasione per spingersi oltre, e con i mezzi a disposizione oggi (e chissà che aggeggi infernali avrà per le mani lui!) l'idea di andare ancora oltre quanto già fatto davvero fa girare la testa. Ci fa quasi sentire come in un film di fantascienza.