Invasion, la recensione del quinto episodio: arrivare al punto di non ritorno

La recensione del quinto episodio di Invasion, la serie sci-fi disponibile su Apple Tv+ che racconta di un'invasione aliena da un punto di vista particolare e atipico.

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Invasion: Shioli Kutsuna e Togo Igawa nel quarto episodio

Eppur si muove. Questo è il primo pensiero che ci è balenato all'arrivo dei titoli di coda ed è così che vogliamo cominciare la nostra recensione del quinto episodio di Invasion. La serie creata da Simon Kinberg e David Weil, disponibile su Apple Tv+, si mantiene fedele e coerente con la scelta di raccontare l'invasione aliena attraverso i vari punti di vista dei personaggi e frenando la spettacolarità a favore di un racconto intimo e frammentato, che dona allo spettatore essenziali e misurati dettagli e indizi di quello che sta accadendo. In un episodio più breve del solito (poco più di 40 minuti) che funge taglia la stagione in due metà, il gioco compie allo stesso tempo un passo indietro e un passo avanti, per motivi diversi.

Il lento cambiamento del mondo

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Invasion: Billy Barratt e India Brown in una scena della serie Apple

Come nell'episodio precedente, la storia di Invasion sembra aver messo da parte il personaggio interpretato da Sam Neill, che invece aveva aperto le danze nel primo episodio. Minutaggio dedicato, di conseguenza, agli altri quattro protagonisti della vicenda, ognuno alle prese con una situazione diversa, da cui l'unione nasce un racconto globale che solo lo spettatore può ricostruire. A livello di trama, la storia sembra approfondire una volta di più la dimensione personale dei protagonisti, mettendo in secondo piano un vero e proprio sviluppo narrativo. Trevante scoprirà una base militare fantasma, Aneesha uscirà di casa per cercare provviste, Mitsuki sarà alle prese con un dialogo in una stanza e Caspar, insieme ai suoi coetanei, troveranno un camion lungo la strada. Episodi che presi singolarmente hanno il sapore di riempitivi e che rafforzano la sensazione di stasi, ma che nella loro essenzialità mostrano come il mondo intorno ai personaggi sta lentamente cambiando. È l'aspetto più affascinante della serie, quella del lento declino del mondo: lo si vede dal contesto in cui i personaggi sono inseriti, dalle ambientazioni in cui si muovono e da ciò che accade sullo sfondo. Permane una tensione che, proprio a causa del suo procedere dilatato, acquista sempre più un sapore apocalittico e maestoso.

Il problema dello spettatore

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Invasion: una scena del terzo episodio

Un ritmo così adagiato su se stesso va considerato come un pregio o un difetto? Si tratta di una domanda che, arrivati a metà stagione, non si può più evitare. La natura dell'opera si pone in un contesto quasi ibrido, in cui gli aspetti positivi e negativi si neutralizzano a vicenda, dove la storia sembra non procedere mai eppure (come accade anche in questo episodio) alla fine ci si accorge che uno sviluppo c'è effettivamente stato rispetto al punto da cui si era partiti. D'altro canto, proprio questa scelta narrativa così originale potrebbe scontentare e mettere, settimana dopo settimana, sempre più a dura prova la pazienza dello spettatore. Verrebbe da chiedersi se il rilascio settimanale sia stata la scelta più consona alla tipologia di prodotto, se l'approccio si sarebbe ammorbidito avendo a disposizione l'intera stagione pronta per il bingewatching. Ma a quale costo? Invasion vive di attesa, di lentezza, di stasi: è il motivo che la rende così particolare ed è ciò che costruisce la sua ragion d'essere, il suo funzionamento. Sta al singolo spettatore scegliere se partecipare al gioco voluto da Kinberg e Weil, nella speranza che dal prossimo episodio il passo possa iniziare leggermente a cambiare.

Invasion, la recensione del quarto episodio: il fascino della lenta apocalisse

Niente sarà più come prima

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Invasion: Shioli Kutsuna nel quarto episodio

Perché il finale di questo quinto episodio di Invasion segna un punto di non ritorno. Se fino a questo momento molte cose erano rimaste in sospeso e indefinite dagli stessi personaggi, gli ultimi minuti di Ritorno a casa (questo il titolo dell'episodio) non lasciano più scampo alle interpretazioni. Avviene finalmente un cambiamento più radicato nel modo in cui i personaggi agiranno nelle prossime puntate, consapevoli della situazione che stanno vivendo e dando finalmente un nome alla situazione: un'invasione aliena. Questa prima metà di stagione potrebbe essere stata un lungo prologo che, anche se probabilmente non esploderà sin da subito con lo spettacolo e l'azione, ora è definitivamente concluso. La sensazione è che il cerchio si stia restringendo sempre di più, complice anche la messa in scena senza compromessi. Vogliamo soffermarci su una sequenza in particolare, che ha a che fare con un'operazione chirurgica. È una scena importante che dà inizio al cambiamento, eppure avviene mostrando senza filtri immagini impressionabili che potrebbero allontanare qualche spettatore sensibile. In questo gioco si compie tutto il divertimento di Invasion: guardare ciò che sembra immobile, avanzare quando si è tentati di togliere lo sguardo. Cosa decidiamo di fare?

Conclusioni

A conclusione della nostra recensione del quinto episodio di Invasion possiamo continuare ad apprezzare il lento procedere della storia coerente con i precedenti episodi. Nonostante una parte finale che provoca un forte cambiamento all’interno dell’impianto narrativo lasciando molta curiosità per la seconda metà di stagione, non possiamo però notare come questo quinto episodio sia in gran parte una puntata di passaggio in cui spesso si ha la sensazione che accada sin troppo poco. Il rilascio settimanale degli episodi aiuta la costruzione della tensione, ma può anche (come avviene per gran parte di questi 40 minuti) mettere a dura prova lo spettatore che potrebbe non sentirsi così ampiamente coinvolto nella vicenda.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.8/5

Perché ci piace

  • La messa in scena riesce a raccontare la storia, mostrando un mondo sempre più nel caos.
  • La sequenza finale segna un punto di non ritorno per la serie.
  • Il ritmo dilatato funziona nella costruzione della tensione…

Cosa non va

  • …ma arrivati a metà stagione, e con il rilascio settimanale degli episodi, potrebbe mettere a dura prova la pazienza dello spettatore.
  • Prese singolarmente, le storie dei personaggi sembrano sin troppo bloccate su sé stesse.