...non si dovrebbe mai muoverle dei rimproveri a proposito della gratuità nei suoi film perché lei ha la religione della gratuità, il gusto della fantasia fondata sull'assurdo.
Quest'osservazione, pronunciata da François Truffaut all'interno del suo celeberrimo libro-intervista con Alfred Hitchcock, prende spunto dalla sequenza più iconica di Intrigo internazionale: quella in cui Roger Tornhill, il personaggio interpretato da Cary Grant, viene attaccato da un aeroplano nel bel mezzo di una vasta area deserta. Ma la celebrazione della 'gratuità' e del gusto della fantasia di Hitchcock potrebbe estendersi senza problemi all'opera nella sua interezza: perché tra gli innumerevoli film firmati dal "maestro del brivido" Intrigo internazionale è, perlomeno in apparenza, un irresistibile divertissement costruito sul nulla.
La trama di Intrigo internazionale, infatti, pare sia nata semplicemente da un accumulo di immagini e di scene che Hitchcock aveva in mente e che furono poi tessute insieme dallo sceneggiatore Ernest Lehman. Lehman, che aveva già collaborato con Billy Wilder per Sabrina, dichiarò al regista inglese di voler scrivere "il definitivo film di Hitchcock", e il risultato fu proprio questo: Intrigo internazionale, con il suo intreccio di mistero, romanticismo e ironia, può essere letto davvero come un perfetto compendio del cinema hitchcockiano, un ideale best of in cui rintracciare temi e suggestioni da sempre cari a Sir Alfred, nonché i singoli elementi strutturali legati ai suoi collaboratori storici, come il direttore della fotografia Robert Burks, il compositore Bernard Herrmann e l'illustratore Saul Bass.
Che fine ha fatto George Kaplan?
Nella filmografia hitchcockiana Intrigo internazionale, distribuito negli Stati Uniti dall'1 luglio 1959 e in Italia dal 28 ottobre (dopo la presentazione al Festival di Venezia), occupa una posizione peculiare - e decisamente 'scomoda' - fra due dei massimi capolavori del regista: segue di un anno Vertigo - La donna che visse due volte e precede di un anno Psycho. Ha anche la particolarità di essere l'unica pellicola di Alfred Hitchcock prodotta dalla MGM, che in una clausola del contratto gli concesse la piena libertà sul montaggio finale: insomma, quasi una rilassata parentesi fra le ossessioni necrofile di Vertigo e le inquietudini ancora più disturbanti di Psycho. E in effetti, le caratteristiche primarie di Intrigo internazionale consistono appunto nel ritmo spigliato, nella ricercata leggerezza e nell'ironia a briglia sciolta, pur senza rinnegare la sua natura di thriller con numerosi momenti di tensione.
Lo stesso titolo originale, North by Northwest, è un'espressione (intraducibile) basata sul non-sense, su un'indicazione geografica che in realtà non esiste. Ma del resto, Intrigo internazionale è una meravigliosa giostra imperniata sul vuoto: il MacGuffin del caso, il tradizionale microfilm con scottanti segreti governativi, è un puro pretesto per trascinare il protagonista in un vortice di avvenimenti assurdi, innescati fra l'altro da un bizzarro scambio d'identità che porta una banda di spie a credere che Roger Tornhill sia un certo George Kaplan. Peccato che Kaplan, come scopriremo più tardi, non esiste: è solo l'ulteriore MacGuffin di un film in cui Hitchcock decide di scatenare tutta la sua furibonda creatività.
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Cary Grant, l'everyman in pericolo e la bionda femme fatale
Cary Grant, che aveva già recitato in tre classici di Alfred Hitchcock (Il sospetto, Notorious e Caccia al ladro), presta il proprio carisma e un inattaccabile savoir-faire al ruolo di Roger Tornhill, pubblicitario di Madison Avenue e tipico esempio dell'everyman che, per uno scherzo del caso, si ritrova coinvolto in una vicenda più grande di lui, come capita puntualmente a tantissimi eroi hitchcockiani; ma in questo caso, senza perdere la propria disinvoltura. Al contrario, Roger potrebbe essere considerato per certi versi un prototipo di James Bond, e Intrigo internazionale un antesignano della saga di 007: per l'abilità e la prontezza con cui il protagonista fa fronte ad ogni ostacolo e, dopo essere scampato per miracolo a un tentativo di omicidio, si getta a capofitto nell'indagine sul fantomatico Mister Kaplan.
All'inizio Roger avrà al suo fianco la madre, la scettica Clara Tornhill, interpretata dalla caratterista Jessie Royce Landis (che aveva soltanto sette anni più di Cary Grant); impagabile la sua battuta "Non vorrete davvero uccidere mio figlio?", pronunciata in un ascensore pieno di gente. D'altra parte, l'umorismo è una costante di tutto il film: nella scena esilarante in cui Roger fa di tutto per farsi arrestare durante un'asta e, in maniera più sottile, nei dialoghi carichi di sottintesi fra lui ed Eve Kendall, una giovane donna conosciuta a bordo di un treno e impersonata da Eva Marie Saint: l'ennesimo caso di una figura femminile ambigua e dallo charme inesorabile, con la composta eleganza di una Grace Kelly accompagnata da un tono di provocante schiettezza.
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Le scene cult, dall'aereo in picchiata al monte Rushmore
Pure Eve, ovviamente, è una creatura figlia dell'universo smaccatamente artificioso del film: una femme fatale che al suo primo incontro con Roger svela subito l'intenzione di sedurlo ("Non discuto mai d'amore a stomaco vuoto", dichiara, ma la frase originale avrebbe dovuto essere "Non faccio mai l'amore a stomaco vuoto") e che non si limita al consueto doppio gioco, ma si produce addirittura in un triplo gioco ai danni del suo amante, la spia Phillip Vandamm (James Mason). E proprio nell'equilibrio, o piuttosto nel connubio fra l'erotismo e l'azione, fra la suspense e il divertimento, risiede la ragione del successo e della popolarità inossidabile di Intrigo internazionale, eletto dall'American Film Institute fra le cento migliori pellicole americane della storia (una delle quattro opere di Hitchcock inserite nella classifica).
E se la già citata scena dell'aereo, un meccanismo di tensione di straordinaria efficacia, rimane la più famosa del film, non si tratta certo dell'unico momento memorabile realizzato dal regista: vanno ricordati almeno l'omicidio commesso all'interno della sede delle Nazioni Unite e l'epilogo sulle rocce del monte Rushmore, con i volti dei presidenti americani che fungono da teatro dello scontro conclusivo fra Roger, Eve e la banda di spie. Senza dimenticare l'ultimissima scena, l'inquadratura di un treno che entra in una galleria: forse l'explicit più malizioso e beffardo nella carriera di Alfred Hitchcock.
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