Ornella Muti al Bif&st con nostalgia: “Il cinema italiano ha perso coraggio”

Premiata a Bari con il Federico Fellini Awards, l'attrice ha ricordato con dolcezza i momenti fondamentali della sua ricca carriera. Tra la guida di Ettore Scola, l'esempio di Marcello Mastroianni e un tocco di amara malinconia.

Un nome d'arte ispirato alla penna di Gabriele D'Annunzio e l'esordio al cinema, a 15 anni, in un film intitolato La moglie più bella. Per Ornella Muti i nomi e i titoli sono stati importanti, a volte profetici nel delineare le traiettorie di una carriera iperbolica. Quello percorso da Francesca Romana Rivelli è stato un cammino di improvvisi successi e lenti declini, di cambiamenti e mutazioni dentro un tragitto segnato da una bellezza eclatante che l'ha resa un'icona internazionale di fascino. Dotata di una profonda leggerezza, Ornella Muti resta una delle ultime dive nostrane, ancora avvolta dal mito di se stessa. Arrivata al Bif&st di Bari per ritirare il Premio Federico Fellini Award per l'eccellenza artistica, l'attrice romana è stata accolta dall'abbraccio di un Teatro Petruzzelli affettuoso, subito dopo la proiezione del fiabesco Il Viaggio di Capitan Fracassa di Ettore Scola. Impossibile non rimanere colpiti dai suoi capelli tricolore, un'acconciatura ribelle dove il grigio cenere si alterna al turchese e al viola.

Ornella Muti al Bif&st
Ornella Muti al Bif&st

È forse il simbolo silente di una ritrovata libertà, della possibilità di essere finalmente fuori dalle righe e dagli obblighi estetici di un cinema che ultimamente l'ha dimenticata. Chi non l'ha messa parte è invece il pubblico, ancora ammaliato da una donna che fa subito trasparire gratitudine: "Se sono quella che sono è solo grazie a voi. Percepire il vostro affetto mi fa sentire grata nei confronti della mia carriera. Solo facendo l'attrice ho imparato ad amare le persone, perché da ragazzina ero di una timidezza patologica". Quello che viene dopo è un misto di teneri ricordi e considerazioni amare. Memorie di un cinema andato e di uno attuale incapace di reggere il confronto. Il che non priva Ornella Muti del solito sorriso, cambiato rispetto a prima, rinnovato in consapevolezza, e per questo meno solare e più lunare.

La guida di Ettore, la pazienza di Marcello

Ornella Muti al Bif&st
Ornella Muti al Bif&st

Nel folto curriculum cinematografico di Muti convivono Mario Monicelli e Marco Ferreri, Dino Risi ed Ettore Scola. Ed è proprio al presidente del Bif&st che l'attrice dedica il suo ricordo più sentito: "Scola era il fratello maggiore di tutti i registi della sua epoca, per me è stato quasi come un papà, esigente ma capace di tirare fuori sempre il meglio. Tutti lo veneravano ed era un piacere lavorare avendolo in cabina di regia. Ettore puntava tantissimo sulla recitazione e con la sua ironia cinica ti faceva sempre capire quando qualcosa non gli andava a genio. Ecco i registi di quel periodo erano autoritari, percepivi la paura, ti mettevano in soggezione, e puntavano sempre a fare cose non comuni. Per me il riscontro registico è fondamentale e va detto che Ettore aveva una grande passione per le sue attrici. Nel mio caso poi amava trasfigurarmi, cambiarmi acconciatura e abiti, soprattutto in un film come Il viaggio di Capitan Fracassa che è un fiaba fantastica dove il set sembrava un palcoscenico sempre in divenire.

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Ornella Muti in Giallo napoletano
Ornella Muti in Giallo napoletano

Un aspetto che mi ha molto aiutato, perché ho sempre preferito l'approccio teatrale alla recitazione". Questa settima edizione del Bif&st, a vent'anni dalla sua scomparsa, è dedicata a Marcello Mastroianni, omaggiato attraverso proiezioni gratuite e retrospettive, riportato in vita attraverso i ricordi di chi ha avuto il piacere di conoscerlo. Muti, al suo fianco nel noir Giallo napoletano, è tra loro: "Marcello era una persona dolcissima, un uomo calmo e paziente come pochi. Era speciale perché appariva autentico e senza filtri. Era talmente sereno che sembrava che nulla lo toccasse".

C'era una volta

Ornella Muti al Bif&st
Ornella Muti al Bif&st

Voce sensuale, tono pacato e risposte molto sentite, almeno sino a quando l'intervista entra nel vivo e Ornella Muti si scioglie, lasciando spazio a molti sorrisi, qualche battuta spontanea e tanta amara sincerità: "Questo cinema fatto di grandi autori e di grandi registi si è quasi estinto. Certo esistono ancora persone come Pupi Avati o Paolo Sorrentino che riesce a rappresentarci nel mondo in maniera onorevole, ma si tratta di poche e rare eccezioni. Il problema fondamentale è proprio alla base del nostro cinema: non ci sono più i grandi produttori di una volta e adesso nella produzione del film intervengono forze esterne che mettono bocca sul processo creativo, il che ha fatto peggiorare la qualità dei film. Ora il nostro cinema si è svilito, è meno coraggioso e tende all'omologazione. Appena un film emerge rispetto agli altri, tutti lo imitano, cercando di seguire lo stesso filone. Il tutto poi non è aiutato dai tempi di lavorazione che si sono ristretti. Ecco, questo cinema è un po' lo specchio del nostro Paese decadente". Ma dentro questa industria si muovono soprattutto "persone fragili costrette a giocare continuamente con le loro emozioni", ovvero gli attori. Muti rivela così il suo metodo, la condizione necessaria per rendere al meglio sul set: "Adoro indossare i panni di personaggi che mi spaventano, perchè mi permettono di andare in luoghi che normalmente non vorrei conoscere.

Ornella Muti al Bif&st
Ornella Muti al Bif&st

Si tratta di un arricchimento umano che solo la recitazione riesce a darti attraverso i ruoli. Sentirsi sempre sul filo del rasoio è uno stimolo, come se l'ansia fosse un'amica necessaria per non adagiarsi mai e dare sempre il massimo. Tra l'altro su un set devi rendere conto ad un sacco di persone, ad una troupe intera che è lì per te e tu non puoi concederti il lusso di mancare di rispetto a loro. Ho sempre inteso il cinema come una grande famiglia in cui la disciplina è un valore basilare". E anche se Muti non ama rivedere i suoi film, basta ripercorrere la sua carriera per non trovare traccia di pentimenti: "Rifarei tutto". Il pubblico del Teatro Petruzzelli è lì a confermarle tutta la gratitudine di bellissimi ricordi.