L'inverno atteso per otto lunghi anni è arrivato ed è appena andato via. Comunque la pensiate, che siate delusi o esaltati, che siate gridando all'oltraggio o stiate cercando ancora di colmare un enorme vuoto dentro di voi, Il Trono di Spade 8 ha avuto il suo finale, già diventato storia, e lo ha fatto scrivendo un'indelebile pagina di televisione, all'insegna di un grande affresco epico. A noi resta l'arduo compito di abbracciare o rifiutare questo epilogo, e proveremo a farlo dando i voti ai personaggi de Il Trono di Spade. Il loro è stato un racconto corale che ci ha sconvolto, commosso e fatto arrabbiare (a proposito, qui trovate la recensione del finale de Il Trono di Spade 8x06. Tutto merito di uno show a cui bisogna riconoscere di aver sdoganato una volta per tutte il fantasy agli occhi del grande pubblico, grazie a un sapiente equilibrio tra realistico e fantastico, politica e mito.
Però è innegabile che il cuore di Game of Thrones siano stati i suoi personaggi dal carattere mutevole oppure sempre fedele a se stesso. Se ci siamo legati affezionati allo show, talvolta in maniera sin troppo morbosa (qualcuno ha detto "petizione per rigirare l'ottava stagione"?) è perché ognuno di noi si è affezionato a loro, sviluppando persino un senso di appartenenza al proprio casato preferito. Giunti alla fine di questo grandioso viaggio nel cuore di Westeros, eccoci qui a dare i voti ai nostri paladini armati di spoiler (attenti).
Qui proveremo a giudicare non soltanto il loro epilogo, ma tutta la loro evoluzione dalla prima all'ottava stagione. E allora ecco le nostre pagelle dei protagonisti principali di quel grande romanzo televisivo chiamato Il trono di spade.
Storie spezzate: Bran Stark
Dovessimo dare un voto a quello che Bran Stark rappresenta, saremmo qui a parlare di un bel dieci. Il fatto che sul Trono sieda non tanto una persona, quanto la storia esemplare di quella persona, resta una morale raffinata e non banale. Bran si fa portatore di una serie di valori fondamentali: resistenza, forza, perdono e il potere fondamentale del sapere. Purtroppo, però, siamo qui a parlare del personaggio ed indubbio che Bran abbia avuto una delle storyline peggiori dello show. Eccessivamente criptico, ermetico e monoepressivo, il figlio di Ned Stark è stato ridotto a simbolo ma totalmente svuotato di carisma e di spessore umano. È vero che ormai è diventato il Corvo con Tre Occhi, ma è stato un peccato vedere Bran diventare soltanto un lanciatore di occhiatacce piuttosto inquietanti. Il magnanimo re dei Sei Regni comprenderà la nostra insufficienza.
Voto: 5
Bastardi senza gloria: Jon Snow
Da queste parti eravamo grandi estimatori di Jon Snow, colui che aveva compiuto il perfetto viaggio dell'eroe: partito in sordina come figlio della vergogna di un uomo altrimenti irreprensibile, come bastardo confinato sulla Barriera tra i Guardiani della Notte, Jon Snow ha sgomitato per dimostrare il suo onore. È andato oltre la barriera, ha affrontato gli estranei, ha guardato in faccia la morte, è resuscitato per trovare il suo apice nella meravigliosa battaglia dei bastardi. Sin troppo leale, giusto e ingenuo, Jon Snow ha conosciuto una brusca involuzione nella settima e ottava stagione, diventando troppo passivo, ripetitivo e vittima degli eventi. La sua cieca devozione nei confronti di Daenerys e la poca alchimia tra i due Targaryen lo hanno penalizzato non poco. La sua resta comunque la bella favola di un ragazzo puro sempre riluttante dinanzi al potere. L'eroe che Westeros meritava e di cui ha anche avuto bisogno.
Voto: 7
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Madre della Discordia: Daenerys Targaryen
La madre dei draghi è destinata a diventare anche la regina della discordia, perché non tutti hanno apprezzato la sua inesorabile svolta tirannica. A ben guardare, però, la serie è sempre stata disseminata di indizi più o meno espliciti che lasciavano intendere un carattere poco incline al perdono e accecato dal desiderio di sedere, finalmente, sul Trono di Spade. L'evoluzione di Daenerys Targaryen è stata imprevedibile e coraggiosa, delineando una parabola che prima ci ha fatto tifare per una giovane donna che ha avuto il coraggio e la forza di ribellarsi ai soprusi subiti, diventando sempre più consapevole di se stessa e poi ce l'ha rivoltata contro. Disturbante per alcuni, inaccettabile per altri. Certo, purtroppo questo cambiamento è avvenuto soprattutto nella settima e ottava stagione, ovvero quelle più frettolose, ma sarebbe ingrato non riconoscere a colei che è nata dalla tempesta di aver avuto un peso iconico decisivo per il successo dello show.
Voto: 7,5
Crudeltà felina: Cersei Lannister
Entriamo in zona "voti eccellenti" celebrando il fascino malefico e l'eleganza crudele della meravigliosa Cersei Lannister, ovvero una delle più sopraffina e spietata rappresentate della ferocia tipica dei Lannister. Grazie a un'eccellente Lena Headey, capace di declinare la malvagità in tante espressioni diverse, abbiamo conosciuto una donna tremendamente fedele a se stessa. Laddove la maggior parte dei personaggi hanno intrapreso un percorso evolutivo di grande cambiamento, Cersei ci è apparsa coerente sino all'ultimo con il suo indomabile orgoglio. Nonostante sia stata troppo "spettatrice" nelle ultime stagioni, Cersei Lannister ha incarnato alla perfezione il gelido cinismo del gioco dei troni. Splendida giocatrice che, con grande dignità, ha vinto anche mentre stava perdendo.
Voto: 8
L'orgoglio della lupa: Sansa Stark
Altezzosa, capricciosa, a tratti respingente. Mai ci saremmo aspettati di arrivare al traguardo battendo le mani dinanzi a uno dei personaggi migliori dello show. Sì, perché, all'inizio di tutto Sansa Stark era soltanto un'acerba ragazza che amava credere alle favole futili, puerili e mondane in cui amava rifugiarsi. Dalla morte di Ned in poi, per Sansa il sogno si sgretola per trasformarsi in solido incubo. Angherie, manipolazioni, violenza: costretta ad abitare un mondo balordo al fianco di uomini orribili, la donna non ha più tempo di essere ragazza. Poco per volta Sansa evolve, cambia pelle, passando da vittima a carnefice, abile nel ribaltare a suo favore tutto lo schifo da cui era circondata. Il dolore, come spesso capita, diventa severo maestro di vita. Ed è così che il lupo, da troppo tempo assopito e dormiente nel suo animo, si risveglia per divorare l'uccellino. Sansa rinasce saggia consigliera di Jon Snow, vera signora di Grande Inverno capace di guardare con sospetto l'ascesa di Daenerys. Sansa si trasforma in regina di poche ma mirate parole, abile stratega, donna di un mondo di cui ormai conosce sia il fango che le stanze dorate. Sansa, anche grazie alla crescita attoriale di Sophie Turner, rinasce dalle sue ceneri. E, anche se non lo avremmo mai detto, diventa un gran personaggio.
Voto: 8
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Il leone dietro il pavone: Jaime Lannister
Jaime ci ha provato. Ha provato a uscire da quella gabbia dorata che sono molti amori, veri e propri ricatti emotivi dai quali (talvolta) non vi è scampo. Ci ha provato, ma ha fallito. Perché non è detto che i grandi personaggi siano destinati a finali lontani dal loro destino. "Io e te. Tu e io". È tutto lì. È sempre stato tutto lì. Da quella torre di Grande Inverno ai sotterranei di Approdo del Re. Dalla vergogna alla fierezza di due fratelli innamorati. Senza quell'incesto consumato sotto gli occhi attoniti e innocenti di Bran Stark nulla sarebbe accaduto. Ancora una volta è la tragedia a ridefinire un personaggio.
Bello, maledetto, spietato e abile spadaccino dalla fama ingloriosa, Jaime Lannister incarnava il prototipo dell'antagonista da odiare a tutti i costi. Poi due imprevisti stravolgono il biondo cavaliere narcisista: un taglio e un incontro. La mano amputata segna la fine della sua nobile nomea di prodigioso combattente, in qualche modo ne mina la virilità e l'immagine pubblica. Il pavone inizia a perdere le piume. Poi l'incontro con Brienne, lo spinge per la prima volta a mettersi a nudo. Succede tutto in un episodio chiave per Jaime (il quinto della terza stagione), nell'indimenticabile sequenza del bagno con la giunonica guerriera di Tarth. Da allora Jaime Lannister inizia un processo di rivoluzione etica in cui lui per primo inizia a combattere l'immagine spregevole che ha mostrato agli altri. Tra gesti coraggiosi e pentimenti, Jaime è cambiato in silenzio, ha lavorato sottotraccia, ricostruendo dentro di sé un uomo nuovo e meritevole di redenzione. Come quella scritta con l'inchiostro dalla sua Brienne.
Voto: 8,5
Il nome e il volto della libertà: Arya Stark
La ragazza senza volto e senza nome che verrà ricordata per il suo volto e per il suo nome. La ragazza conosciuta come bambina fuori posto, dotata di uno spirito combattiva, pronta a ribaltare le bigotte convinzioni che precludevano le donne da certe vocazioni. Grata alle amorevoli attenzioni di un padre lungimirante nell'intravedere le inclinazioni di sua figlia, Arya Stark ha avuto il grande merito di seguire quelle vocazioni, di aggrapparsi a loro con le unghie e con i denti, motivata da un senso di giustizia e rivalsa difficile da saziare. Per farlo, Arya ha davvero guardato la Morte in faccia più volte, ha vissuto nel fango e negli stenti pur di tenere fede alla sua missione. Ecco perché la sua ci è parsa una bellissima storia di riscatto e di autodeterminazione, un urlo di libertà sfociato nel glorioso assassinio del Re della Notte e nel soddisfacente finale in cui Arya rinnega legami di potere e vincoli familiare, per rinascere curiosa avventuriera affamata di novità.
Voto: 8,5
La grandezza del Folletto: Tyrion Lannister
Il più piccolo è senza dubbio il più grande. Deriso dal popolo, odiato da suo padre, in conflitto con la sua famiglia, inizialmente relegato a folletto fannullone, dedito soltanto al bere e ai piaceri della carne. Se Game of Thrones ha amato sovvertire pregiudizi e stereotipi, allora Tyrion Lannister è il miglior testimone di questa missione. Un personaggio scritto in modo certosino (non a caso il più amato da George Martin stesso), agevolato dalla performance intensa di un eccelso Peter Dinklage. Quello del suo Tyrion è stato un percorso di grande maturità in cui un uomo brillante ha dimostrato a tutti che non esistono armi più forti delle parole e alleati più fedeli di una grande storia. Invidiabile oratore dalla grande coscienza critica, Tyrion è la vittoria della materia grigia l'abile burattinaio del destino di Westeros, un uomo dotato del grande potere graffiante dell'ironia che con quella straziante e dolorosa confessione della quarta stagione si guadagna la corona di miglior personaggio de Il Trono di Spade.
Voto: 9