Chiwetel Ejiofor ha scelto una storia interessante, sorprendente ed emozionante per il proprio esordio alla regia, ispirata alla storia vera di William Kamkwamba e raccontata nel libro che lui stesso ha firmato. È proprio lui il giovane a cui fa riferimento il titolo Il ragazzo che catturò il vento, presentato al Sundance prima e al Festival di Berlino poi, prodotto da Netflix e disponibile nel catalogo della piattaforma streaming dal 1 marzo 2019. Si tratta infatti di una storia vera, raccontata in modo convenzionale ma non per questo freddo e incolore, che sa guidare lo spettatore verso un emozionante finale. Dei suo pregi, e di qualche lieve mancanza, parleremo in questa nostra recensione de Il ragazzo che catturò il vento.
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Una trama che si sviluppa lentamente
La trama de Il ragazzo che catturò il vento ci porta in Malawi negli anni all'inizio del nuovo millennio e si concentra sul tredicenne William, che vive in un piccolo villaggio con la sua famiglia, affidandosi alla terra e i suoi prodotti per il sostentamento. Ma le difficoltà della vita sono dietro l'angolo: la morte di uno zio, i debiti, la siccità e la carestia mettono in crisi la famiglia, che non può più permettersi di pagare la scuola del ragazzo, nonostante sia molto portato per lo studio. William, però, non demorde e riesce a ottenere la tessera per la biblioteca e l'accesso ai libri e la conoscenza che gli permettono di inseguire un sogno: costruire un mulino a vento per alimentare un sistema d'irrigazione per i campi della famiglia, un sogno che dovrà raggiungere con volontà e determinazione, senza mai arrendersi al cospetto dei numerosi ostacoli che incontra.
Personaggi reali per un mondo reale
Ejiofor dedica molti sforzi al tratteggiare i personaggi de Il ragazzo che catturò il vento, consapevole dell'importanza di questo aspetto nell'economia di una storia di questo tipo. Funziona, infatti, il giovane protagonista Maxwell Simba nel portare su schermo il determinato tredicenne William, così come funziona, ma non è una sorpresa, lo stesso regista del film Netflix nell'impersonare il padre del ragazzo, Trywell. I due personaggi si rivelano profondi, complessi e sfaccettati, ma si integrano con naturalezza in un cast costruito con cura e con un occhio di riguardo per il realismo della vicenda. Un'attenzione rivolta anche alla costruzione di tutta l'ambientazione del Malawi che fa da sfondo alla storia, dalle difficoltà di quegli anni caratterizzati dalla carestia che accompagnano i momenti più drammatici della storia familiare di William, alle pure e semplici, ma ugualmente curate e fotografate con calore, location in cui i protagonisti si muovono. Un'enfasi sul realismo che echeggia anche nella scelta, giusta e riuscita, di limitare l'uso dell'inglese nelle interazioni tra i personaggi, dando molto spazio alla lingua locale.
Convenzionale ma emozionante
Al netto di qualche inevitabile compressione nella storia, Chiwetel Ejiofor dimostra di aver ben saldo il timone di questa sua prima avventura dietro la macchina da presa e la storia de Il ragazzo che catturò il vento riesce a coinvolgere e appassionare lo spettatore. Non cede, soprattutto, a un paio di pericolose tentazioni che potevano venir spontanee in un progetto di questo tipo: in primo luogo non assorbe il punto di vista del protagonista per rendere la storia più adolescenziale o sognante; in secondo luogo non si lascia andare a eccessi nella messa in scena che avrebbe rischiato di non saper gestire. Conscio della propria mancanza di esperienza alla regia, Ejiofor sceglie una regia solida ma convenzionale, senza particolari slanci, ma adatta a sostenere la storia, i suoi protagonisti e i suoi temi, che vivono con decisione sotto la superficie: l'importanza dell'educazione per combattere la povertà, le conseguenze degli stravolgimenti climatici e della spinta sull'industrializzazione, sono presenti e importanti nell'economia del film Netflix, lasciando nello spettatore qualche importante spunto di riflessione che va al di là della coinvolgente storia di un ragazzo pragmatico e determinato.
Movieplayer.it
3.5/5