Berlino 2019: Roberto Saviano e gli altri premiati, le dichiarazioni

Gli sceneggiatori de La paranza dei bambini e gli altri vincitori di Berlino 2019 raccontano la loro esperienza dopo la premiazione.

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Berlino 2019: Yong Mei e Wang Jingchun tengono in mano i loro premi alla conferenza dei premiati

Berlino 2019 parla italiano grazie al premio assegnato a La paranza dei bambini, pellicola che ha convinto tutti, anche la giuria guidata da Juliette Binoche. La presenza di Roberto Saviano a Berlino ha attirato i riflettori dei media internazionali sullo scrittore napoletano, co-autore dello script insieme al regista Claudio Giovannesi e a Maurizio Braucci (qui potete leggere le dichiarazioni di Roberto Saviano e dei co-sceneggiatori de La paranza dei bambini dopo la vittoria).

L'israeliano Nadav Lapid, con il divisivo Synonyms, ha conquistato l'Orso d'oro lasciando a François Ozon il Gran Premio della Giuria per il drammatico By the Grace of God. Ma la Berlinale, quest'anno, ha puntato soprattutto sulle donne. Il 43% di film in concorso, infatti, erano diretti da registe e a essere premiate sono due autrici tedesche, Angela Schanelec, che ha firmato il criptico I Was at Home, but, e Nora Fingscheidt, autrice del più interessante System Crasher.

Out Stealing Horses: il direttore della fotografia e un 'matrimonio combinato'

A parlare per primo è il direttore della fotografia di Out Stealing Horses Rasmus Videbæk, accompagnato dal regista Hans Petter Moland: "Quando Moland mi ha chiamato per me è stato facile perché è il mio libro preferito di tutti i tempi. Hans è un regista fantastico, si fida della camera, in questo caso tutto ciò che abbiamo fatto era finalizzato a preservare l'essenza del libro sullo schermo". Moland aggiunge: "Ho fatto sei film con un caro amico direttore della fotografia che ora si è ammalato quindi ho dovuto trovare un sostituto. E' come un matrimonio combinato, a volte funziona bene, altre meno. Abbiamo avuto poco tempo per conoscerci, ma è stata un'esperienza meravigliosa".

So Long My Son: due attori e una 'performance misteriosa'

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Berlino 2019: Yong Mei e Wang Jingchun alla conferenza dei premiati

I cinesi Wang Jingchun e Yong Mei hanno condiviso l'esperienza sul set della pellicola fiume hanno condiviso l'esperienza sul set della pellicola fiume So Long, My Son. L'attrice racconta di essere stata messa a suo agio dal collega Wang che aggiunge "le performance sono misteriose. Prima di girare insieme io Yong Mei non ci conoscevamo, ma tra di noi è nata una chimica istantanea". Yong Mei spiega: "Il film è sulla famiglia, le emozioni e gli eventi della vita. e' un'espressione molto cinese per mostrare l'amore sul grande schermo, abbiamo cercato di portare ciò che commuoveva noi per primi. Negli ultimi 40 anni la Cina ha subito cambiamenti politici incredibili, si muove velocemente e i cinesi si devono adattare costantemente ai cambiamenti". Per Wang Jingchun "la storia deve essere ricordata, non deve essere rimossa, questo è fondamentale per l'evoluzione".

Angela Schanelec parte da Shakespeare

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Berlino 2019: Angela Schanelec alla conferenza dei premiati

Angela Schanelec, regista del rarefatto dramma I Was at Home, but, festeggia il premio per la miglior regia raccontando l'idea alla base del film: "Cercavo di trovare die finanziamenti, ma ho capito che dovevo fare qualcosa di completamente nuovo. Faccio film da tanto tempo, non sto a cercare un tema da trattare. Inizio il lavoro e le cose vengono da sole, in questo caso Shakespeare è stato il punto di partenza, poi ho scritto le mie linee di dialogo seguendo il ritmo". Per quanto riguarda il significato della presenza degli animali all'inizio e alla fine del film, la regista specifica: "Non sono simboli, sono solo animali".

Un caso difficile per Nora Fingscheidt

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Berlino 2019: Nora Fingscheidt alla conferenza dei premiati

E' la volta di Nora Fingscheidt, regista dell'energico System Crasher, pellicola che denuncia il ruolo della famiglia e l'incapacità del sistema di recuperare i bambini difficili. "Il punto di partenza del film risale a sei anni fa, quando giravamo un documentario in una casa-rifugio per donne e ho incontrato un caso impossibile. Ho deciso di scrivere la sceneggiatura dedicata a una bambina difficile per denunciare questa situazione. Non credevo di riuscire a trovare una bambina tanto talentuosa, ma un anno prima dell'inizio delle riprese abbiamo fatto un primo casting round e abbiamo incontrato Helena. era la bambina numero 7, ci sembrava troppo presto, ma alla fine tornavamo sempre da lei per la sua capacità di alternare disperazione a fragilità". Per la regista è facile biasimare il sistema, ma gli assistenti sociali hanno pochi soldi, non vengono rispettati, non hanno le risorse per aiutare i bambini, ma quando succede tutti puntano il dito contro di loro: "Spero che il mio film faccia luce su questo aspetto".

François Ozon sfida il silenzio della Chiesa Cattolica

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Berlino 2019: François Ozon con il premio alla conferenza dei premiati

Tocca poi al Gran Premio della Giuria François Ozon commentare la sua vittoria con uno dei film più importanti della competizione, di cui abbiamo parlato nella nostra recensione di By the Grace of God "Il mio è un film che combatte il silenzio della Chiesa Cattolica. ho avuto difficoltà a produrre il film, non so se in Francia il pubblico sarà in grado di vederlo o se sarà censurato, ma noi continueremo a combattere" spiega il regista "ero interessato a raccontare la storia delle vittime di abusi sessuali da parte della Chiesa perché questa continua a lavorare con i ragazzini. Per me questo film è diverso, ho sempre cercato di adattare i miei film al tipo di storia che volevo raccontare. In questo caso volevo spiegare quanto sia complicato l'animo umano. Ho avuto un casting molto rapido, conoscevo Melvil Poupaud, che ha una grande fede, ma si fa spesso delle domande. Mercoledì il film verrà proiettato in Francia, ma molte persone sono contrarie e non so cosa accadrà. Spero che questo premio ci aiuti, non amo girare film politici, ma in questo caso mi auguri che il film aiuti le vittime a superare il loro trauma".

Synonyms, un Orso d'Oro e la celebrazione del cinema

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Berlino 2019: Nadav Lapid alla conferenza dei premiati

L'ultimo a parlare è Nadav Lapid, Orso d'Oro con il suo film, di cui condividiamo la recensione di Synonyms: "Questo film è stato la cosa più difficile che ho fatto nella vita. La preparazione è stata un momento molto felice, volevo fare le cose nel modo giusto, ma il montaggio è stato terrificante perché mia madre si trovata in una situazione terribile. Sono felice di ricevere questo premio, non è una compensazione, ma è un grandissimo onore. Spero che le persone non vedano questo film come un'opera radicale e una dichiarazione politica, è una dichiarazione umana, resistente. E' una celebrazione del cinema, le persone litigano, urlano, cantano, ballano, spero che il pubblico percepisca la profonda verità durante la visione". Nadav Lapid racconta di non essere mai stato un giovane cinefile: "Mai avrei pensato di fare il regista. Non sapevo niente di questo mondo e di questo linguaggio. Ma a Parigi ho scoperto il cinema ed è diventato essenziale per me, credo sia una delle cose più belle che il mondo ci regala perciò spero che il mio film abbia un significato per qualcuno".