I Manetti Bros. presentano Il commissario Rex a Courmayeur

Rex è rimasto a casa, ma Marco e Antonio, insieme al protagonista Francesco Arca, ci hanno anticipato i segreti della nuova rivoluzionaria stagione della serie.

La rivoluzione in un format celebre come Il commissario Rex è targata Manetti Bros.. I due terribili fratelli romani, che rifiutano l'etichetta di autori underground sventolando orgogliosamente la bandiera del prodotto popolare, a settembre sono approdati a sorpesa alla regia nella nuova stagione della serie poliziesca. Numeri da capogiro snocciolati dal protagonista Francesco Arca, ospite a Courmayeur insieme a Marco Manetti e Antonio Manetti e a Elisabetta Rocchetti, che compare nell'episodio La madre di tutte le vendette. Rex è un format italo-tedesco venduto in 104 paesi. Una bella responsabilità per i due guastatori che ci raccontano il curioso passaggio dall'orgoglio coatto de L'ispettore Coliandro al fiuto canino de Il commissario Rex.

Come avete reagito quando vi hanno offerto la regia de Il commissario Rex?
Marco Manetti: Siamo stati chiamati dalla produzione in una torrida giornata d'agosto. Antonio ha avuto il sentore che ci volessero proporre la regia di Rex, ma io non ci credevo. Alla fine ci abbiamo riflettuto su e con dei piccoli patti abbiamo accettato. Negli ultimi anni abbiamo lavorato solo col nostro metodo produttivo, evitando certi sprechi. Abbiamo chiesto le stesse condizioni. In più avevamo una condicio sine qua non artistica, perché noi sul set ci divertiamo. Vogliamo fare cose che piacciono a noi. Rex è famoso in tutto il mondo, è un marchio e a noi le cose popolari piacciono tantissimo.

Ci sono stati cambiamenti nello stile col vostro arrivo?
Antonio Manetti: Rex non nasce come poliziesco puro. Noi abbiamo cercato di cambiare l'andamento della serie creando una coppia poliziesca alla Starsky e Hutch, ma formata da un uomo e da un cane. Quest'idea è piaciuta anche alla Germania che continua a produrre il film.
Marco Manetti: Se hai Angela Lansbury ti viene da fare il giallo. Se hai Francesco Arca e Rex e fai il giallo sei autodistruttivo.

Quale è il vostro obiettivo?
Marco Manetti: Lo spirito e di girare una serie poliziesca, divertente, dinamica, con protagonista un cane. Per convincere le guest star a partecipare gli abbiamo promesso che avremmo fatto Rin Tin Tin.

Quali sono le difficoltà principali che avete dovuto superare sul set?
Antonio Manetti: Noi siamo entrati in questa serie molto tardi. In questi mesi stiamo migliorando sempre di più nel rapporto con Francesco, col cane, con l'addestratore Massimo Perla, ma non abbiamo avuto tempo per la preparazione. Stiamo entrando nel meccanismo ora, quindi spero che ci sia un'altra serie per farla ancora meglio.

E il lavoro col cane vi ha creato problemi?
Marco Manetti: Avevamo già avuto una breve esperienza, ma lavorare con un cane alla nostra maniera non è semplice. Nonostante sia usato spesso al cinema e in tv, il pastore tedesco è un cane difficile da gestire, ma è una difficoltà stimolante. Se continueremo con la serie, potremmo portarla a un livello molto alto, inedito per la tv italiana.

Francesco, come hai affrontato l'arrivo dei Manetti?
Francesco Arca: Anche la mia presenza è stata confermata tardi. Ho cominciato le letture a metà settembre con solo una parte delle sceneggiature. Adoro il modo di lavorare dei Manetti Bros., ma è impegnativo. Sono dei vulcani e hanno un'incredibile capacità di fare gruppo sul set. Per un lavoro come il nostro serve un gruppo compatto per superare tutte le difficoltà e loro riescono a crearlo. L'anno scorso avevo avuto quattro registi diversi, quindi ho sperimentato quattro metodologie diverse. Dopo un po' rischi di confonderti. Stavolta con due registi fissi è più facile.

Cosa significa per te essere il protagonista de Il commissario Rex?
Francesco Arca: Per me Rex è un'esperienza fondamentale. Ho fatto la gavetta nelle fiction, poi mi hanno affidato parti sempre più importanti e Rex è il coronamento del mio percorso.

Cosa hanno portato i Manetti sul set di Rex?
Marco Manetti: Il format dell'anno scorso era pensato per un pubblico di Rai Uno. Era più classico. Questa che stiamo girando è una serie rivoluzionaria, adatta a Rai Due. Quindi è molto più dinamica e informale.

Anche il cast della serie è stato rivoluzionato.
Antonio Manetti: Oltre a Francesco, l'unica presenza confermata è quella di Domenico Fortunato. Il resto del cast è cambiato. Abbiamo attori bravissimi come Alessia Barela, che interpreta un procuratore, Massimo Reale e molti altri.

Marco, come vi siete guadagnati questa fama di guastatori?
Marco Manetti: Noi siamo dei rivoluzionari. Sconvolgiamo le troupe perché odiamo il raccordo. Per risparmiare tempo e soldi, evitiamo proprio di occuparci di questi aspetti puntando sull'azione. Per fare un esempio avevamo scelto una location al centro di Roma. La produzione ci aveva bloccato perché non c'erano i permessi per portare i camion per la strada. Noi abbiamo deciso di andare senza camion. Questo nostro modo di lavorare crea un po' di confusione solo in questo caso, perché si scontra con il sistema classico. Nei nostri film, che sono gestiti da noi, in realtà c'è molto ordine perché io e Antonio siamo metodici.

Quale è la svolta di questa serie di Rex?
Marco Manetti: Le svolte sono due. La prima è che la nuova serie è più action. La seconda è che abbiamo mescolato i piani comico e poliziesco. Prima erano trattati separatamente, tra una scena e l'altra c'era spazio per il siparietto comico. A noi piace il poliziesco e siamo persone spiritose quindi fondiamo i due aspetti.

Cosa vi augurate per la messa in onda di Rex?
Marco Manetti: Da quando Rex è diventato italiano, le vendite sono un po' calate. Ora i tedeschi hanno visto le nostre prime due puntate e gli sono piaciute moltissimo, perciò hanno deciso di puntare di nuovo sulla serie.

Quando vedremo Rex su Rai Due?
Francesco Arca: La sesta stagione andrà in onda il 6 febbraio, poi speriamo di avere un arco di tempo adeguato per preparare il passaggio all'arrivo dei Manetti. Io mi auguro che la settima serie vada in onda al più tardi entro l'estate.