In principio fu I sette samurai di Akira Kurosawa (1954), poi I magnifici sette, remake americano del 1960 diretto John Sturges, che ha sostituito le katane con pistole, affidate alle carismatiche mani di un cast eccezionale, che comprende, tra gli altri, Yul Brynner, Eli Wallach, Steve McQueen e Charles Bronson. A 56 anni dall'originale, arriva ora il remake firmato da Antoine Fuqua, I magnifici 7, che per l'occasione ha radunato un cast di star provenienti da diversi paesi, dando al film un respiro moderno e multiculturale. I nuovi Magnifici Sette sono sempre agguerriti, coraggiosi e di parola, e possono contare sulla guida di un leader carismatico come Denzel Washington, al terzo film con Fuqua.
Washington è Sam Chisolm, ufficiale giudiziario che accoglie la richiesta di aiuto di Emma Cullen (Haley Bennett), giovane vedova di Rose Creek il cui marito (interpretato da Matt Bomer in un cameo) è stato trucidato dagli uomini dello spietato Bartholomew Bogue (Peter Sarsgaard), intenzionato a impossessarsi del piccolo villaggio. Per aiutare gli abitanti, Chisolm mette insieme una squadra di uomini dalle capacità non comuni: il giocatore d'azzardo e pistolero velocissimo Josh Farraday (Chris Pratt), il tiratore scelto Goodnight Robicheaux (Ethan Hawke) e il suo braccio destro Billy Rocks (Lee Byung-hun), letale con i coltelli, il cacciatore Jack Horne (Vincent D'Onofrio), il fuorilegge Vasquez (Manuel Garcia-Rulfo) e il guerriero pellerossa Red Harvest (Martin Sensmeier).
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Protagonisti di etnie differenti, donne con la pistola, un'amicizia maschile, quella tra Goodnight e Billy, che sembra qualcosa di più: Fuqua ha realizzato un western moderno, che rispecchia la società di oggi, multietnica e in cui la diversità è un punto di forza. A proposito del rapporto omoerotico tra i due protagonisti, il regista, che abbiamo incontrato alla 73esima Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia, dove il film è stato presentato in anteprima, ci ha detto: "È curioso che lei lo dica: ci sono stati un paio di momenti in cui è sembrato anche a me e pure ad Ethan (Hawke). Ci siamo guardaci e ci siamo detti... Wow! In realtà nel film tra i due c'è complicità e si limitano a fumare oppio insieme, ma se lei ci vede questo è fantastico. Il bello del cinema è che tutti possono dare la loro interpretazione di un film".
Per Fuqua il western è un genere immortale e universale: "Il western oggi ci dice le stesse cose di un tempo. Dipende tutto dalle scelte che le persone fanno: due uomini non sono obbligati a scendere in strada e affrontarsi con le pistole, scelgono di farlo. Il western semplifica questo concetto eliminando i fronzoli: non ci sono macchine, aerei, non ti puoi nascondere facilmente. In un western ci sono solo legno, cavalli, pistole e persone con le loro scelte".