I fratelli Vanzina ci invitano a Un matrimonio da favola

Dopo Mai Stati Uniti e il nostalgico Sapore di te, Carlo e Enrico tornano con una commedia degli equivoci costruita intorno ad un gruppo di vecchi amici interpretati da Giorgio Pasotti, Emilio Solfrizzi, Adriano Giannini, Ricky Memphis e Stefania Rocca.

Con la primavera inizia la stagione dei matrimoni. Sarà per questo che, prima di Ti sposo ma non troppo di Gabriele Pignotta anche Carlo e Enrico Vanzina decidono di 'convolare a nozze' con Un matrimonio da favola. Distribuito da 01 Distribution il 10 aprile in 400 copie e prodotto da Lucisano, il film prende in prestito lo schema della classica commedia degli equivoci per dare forma ad una "cinecolomba" tutta incentrata su amicizia, tradimenti, sogni mai realizzati e l'immancabile finale dolce amaro con partita di pallone. Al centro dell'azione c'è un gruppo di ex compagni di classe che, dopo essersi persi di vista per oltre vent'anni, si ritrovano a Zurigo per il matrimonio a cinque stelle di Daniele (Ricky Memphis) l'unico, almeno in apparenza, ad aver fatto carriera. In realtà è la vittima di un suocero banchiere che rabbrividisce al solo pensiero di dare in moglie la sua eterea Barbara (Andrea Osvart) ad un romano. Anche gli altri, però, non possono vantare grandi successi nella vita privata .L'affascinante Luca (Adriano Giannini), ad esempio, è una guida turistica impegnato a sedurre straniere occasionali. Giovanni (Emilio Solfrizzi) è innamorato della giovane Sara (Ilaria Spada) ma sua moglie Paola (Paola MInaccioni), avvocato divorzista senza scrupoli, non lo sa. Alessandro (Giorgio Pasotti), poi, deve tenere nascosta la sua relazione con il fidanzato Roberto a causa della carriera militare cui il padre lo ha destinato. E per finire Luciana (Stefania Rocca), l'unica ragazza del gruppo oltre che bomber d'eccezione della loro squadra alle superiori, è sposata infelicemente con il pignolo Fabio (Riccardo Rossi).

La commedia è un mestiere di famiglia

Cresciuti sotto l'ala artistica e affettiva del padre Steno, Carlo e Enrico Vanzina da sempre formano un binomio cinematografico riconoscibile attraverso la commedia disimpegnata con cui raccontare anche i molti vizi e le poche virtù dell'italiano medio. La loro collaborazione tra regia e sceneggiatura inizia con il film Luna di miele in tre anche se i loro nomi vengono legati a dei classici del genere anni ottanta come Sapore di mare, Amarsi un po' e Vacanze in America. E a quasi quarant'anni di distanza i due cercano di tenere il passo con il tempo, anche se non è sempre facile confrontarsi con il genere della commedia e le sue evoluzioni. " Con Un matrimonio da favola avevamo l'ambizione di raccontare cinque persone che, dopo vent'anni dal loro ultimo incontro, si ritrovano e, specchiandosi ognuno nella vita dell'altro, fanno dei bilanci piuttosto scomodi - spiega Carlo Vanzina - In questo modo si accorgono che le loro esistenze non sono andate esattamente secondo i piani. Ma la speranza è di avere ancora a disposizione un secondo tempo da affrontare per portare a casa il risultato." _A lui risponde il fratello Enrico che, accogliendo alcuni complimenti, ribadisce : "Ci sono dei casi in cui un regista può rovinare la sceneggiatura di un film, in questo caso, invece, credo che Carlo abbia messo del suo per migliorare quello che avevamo scritto con Edoardo Falcone. Questo per dire che accolgo con piacere la definizione di commedia alla francese attribuita al nostro film." Protagonisti tra farsa e realtà
Elemento fondamentale di un racconto leggero, oltre alle creazione di equivoci e contrattempi, è la costruzione dei personaggi che, con l'evoluzione della loro vicenda, dettano il ritmo di tutta la narrazione. In questo caso i Vanzina definiscono una serie di protagonisti che, pur avendo un inizio decisamente comico, alla fine si trovano fuori da questo schema per entrare nella realtà. Il personaggio di Pasotti, ad esempio, deve confessare ai suoi amici di essere gay e di avere una relazione con uomo.
" La difficoltà di questa interpretazione era chiarissima_ - dice l'attore - ossia nascondere l'omosessualità cercando di farla trasparite quasi senza accorgersene. Quindi era proibito cadere nella macchietta o nella retorica. La sfida più grande? Riuscire a contenere la figura di Alessandro per dargli una misura di verità." A lui si contrappone Stefania Rocca che, interpretando Luciana, ancora legata al suo amore adolescenziale per Alessandro, non comprende di quanto inaccettabile sia la sua vita. " Proprio attraverso l'amicizia riesce ad aprire gli occhi su ciò che fino a quel momento si era rifiutata di vedere. Come tutte le donne cerca di portare avanti un matrimonio infelice ma quando arrivano i suoi amici comprende che quella non e la sua realtà. Credo che l'elemento vincente di questa commedia sia la vita reale su cui si basa evitando di reggersi esclusivamente sulle gag." Nel gruppo non poteva mancare nemmeno il marito fedifrago che, utilizzando l'espressione un po' smarrita di Solfrizzi, non può essere certo confuso con un habitué del tradimento."Giovanni è il personaggio più miserabile che mi sia stato proposto fino a questo momento - ammette l'attore divertito - come tutti gli altri aveva delle ambizioni, ma ha fallito i suoi sogni. Di contro, la donna che ha sposato è perfettamente realizzata nella sua carriera da avvocato divorzista. Anche Sara, la giovane amante, è in linea con il cliché della mezza età. E un uomo che vive nella menzogna ma è talmente fallimentare che alla fine riesce a perde tutto. L'unica consolazione è il gruppo capace di accettarlo per ciò che è senza alcun giudizio." _ Da Hitchcock alla commedia italiana
Alla nascita di un film contribuiscono molti elementi diversi tra cui anche delle ispirazioni improbabili. Così può capitare che Enrico e Carlo Vanzina citino addirittura il maestro sella suspense Alfred Hitchcock per la creazione del personaggio interpretato da Max Tortora, ossia lo zio ladro del futuro sposo.
"Non tutti sanno_ - racconta Carlo - che ad un certo punto Hitchcock sembrò interessato a girare una commedia. Il soggetto prendeva in considerazione proprio un italiano che, diventato direttore del Beverly Hills Hotel, invita tutta la sua famiglia per festeggiare l'evento. Peccato che ogni parente fosse un ladro professionista. E per tutta la durata del film abbiamo pensato al personaggio di Max proprio in questo senso. Ossia a colui che, pur entrando a contatto con un ambiente completamente estraneo alla sua natura, continua a rimanere uguale a se stesso creando delle incredibili situazioni comiche. Inoltre, anche la scelta d Andrea Osvart per interpretare una sposa piuttosto moderna è stato un chiaro omaggio alle sue attrici bionde e altere che nascondevano pulsioni segrete. Perché Andrea è Grace Kelly e con la sua eleganza naturale sembra appena uscita da una commedia sofisticata degli anni cinquanta."