"Irriverente, sovversivo, satirico, ma non cinico". Così Jeffrey Katzenberg, numero uno della Dreamworks, aveva definito uno dei personaggi simbolo della Dreamworks Animation, Shrek. Ma era come se, in fondo, parlasse della stessa Dreamworks Animation, casa di produzione nata ormai 25 anni fa, e che da subito ha deciso di differenziarsi da quella che, per anni, era stata considerata l'animazione per eccellenza, quella della Disney. I Croods 2 - Una nuova era, il nuovo film della Dreamworks Animation, arriva in sala, dove va visto un film di questo tipo, il 14 luglio. È un film che non deluderà le attese di chi, da tempo, aspetta di vedere finalmente sul grande schermo un film d'animazione con la A maiuscola. I Croods 2 ci conferma che lo spirito irriverente della Dreamworks non è tramontato, ed è vivo e vegeto. È allora il caso di capire che cosa ha reso unici i film della Dreamworks Animation, opere che, in qualche modo, hanno fatto tendenza. Oggi che Dreamworks è tra le grandi case di animazione a livello mondiale, è anche più importante capire come abbia fatto la storia di questo tipo di cinema, e come in tanti abbiano seguito il loro esempio.
Irriverente e sovversivo
"Irriverente, sovversivo, satirico, ma non cinico". Ripartiamo da qui, da quel film che ha cambiato il destino della Dreamworks Animation, Shrek. Chi avrebbe mai pensato che, in un film d'animazione, il protagonista potesse essere un orco verde che vive in solitudine in una palude, un orco enorme, anche piuttosto scontroso? Nei film d'animazione, per anni, i protagonisti non erano stati principi e principesse? Già da questa scelta si può capire tutto il senso delle storie che la Dreamworks ha voluto mettere in scena sin dall'inizio, e che ha continuato a raccontarci nel tempo. In Shark Tale i protagonisti erano degli squali, animali da sempre considerati pericolosi, antagonisti, quasi dei mostri (ricordiamo Lo squalo di Spielberg, ovviamente citato nel film). In Mostri contro Alieni erano proprio degli "scherzi della natura" a salvare il mondo da un gruppo di alieni che erano molto più pericolosi di loro. In Baby Boss quello che sembrava un tenero neonato in realtà era un essere molto scafato in grado di tenere le redini della situazione. Nel mondo della Dreamworks tutto questo è possibile. Anche ne I Croods 2 - Una nuova era questa irriverenza di fondo c'è tutta. I Croods, la famiglia protagonista della storia, non è composta da personaggi edulcorati, carini. Sono dei primitivi, e sono come dovrebbero essere gli uomini delle caverne: rozzi, voraci, famelici, non educati né addomesticati. Anzi, al centro del film c'è proprio il discorso dell'omologazione. A cui i nostri, a loro modo, si oppongono.
Il ribaltamento
Il discorso di Shrek, e la sua irriverenza, è strettamente legato all'altro marchio di fabbrica della Dreamworks, il voler ribaltare i luoghi comuni delle favole disneyane, ma anche quelli dei classici cinecomic, e quelli delle leggi che governano il mondo. Così in Shrek il mondo delle favole è completamente ribaltato. L'orco diventa il protagonista assoluto, e lo fa dimostrando di essere buono, certo, ma restando comunque un orco, con tutto quello che comporta. E il bello è che, alla fine, non diventa principe con un bacio, ma è la principessa Fiona che diventa come lui. Megamind nasce dalla domanda "Che cosa accadrebbe se Lex Luthor battesse Superman?" e immagina che un alieno messo su una navicella appena nato per essere salvato dal suo pianeta in distruzione, e spedito sulla Terra, ci arrivi insieme a un altro bambino, che diventa Metro Man, il supereroe di Metro City. Così non gli resta che fare il cattivo. Ma, dicevamo, la Dreamworks ribalta anche le leggi della natura. In Turbo una piccola lumaca, l'animale più lento del mondo, diventa velocissima. E nel delizioso Mr. Peabody & Sherman non c'è un bambino a prendersi cura di un cucciolo, ma un cane, intelligentissimo ed evoluto, che alleva un bambino. Ne I Croods 2 la simpatia dei narratori va tutta ai protagonisti, i Croods, piuttosto che ai Superiors, la famiglia che incontrano, e che si dimostra più colta, evoluta, raffinata di loro. In teoria una maggiore evoluzione e cultura è da considerarsi preferibile, eppure i protagonisti sono loro, i Croods. Meno evoluti, ma più sinceri, leali, solidali tra loro. E con un cuore.
Non solo per bambini
È probabilmente con Shrek, e con la Dreamworks, che l'animazione è diventata un fatto anche per adulti, e non solo per bambini. "Rispetto ai film di allora della Disney, Shrek è più adulto, più sofisticato, con degli attori famosi che prestano la voce ai personaggi" ci aveva raccontato Jeffrey Katzenberg. La Pixar, che poi è entrata a tutti gli effetti nella Disney fino a caratterizzarla, in seguito ha rimescolato ulteriormente le carte, con prodotti più adulti di un tempo. "Il nostro primo film animato, Il principe d'Egitto, è stata una cosa molto diversa dalle solite" ci aveva ricordato Katzenberg. È dai film della Dreamworks che è iniziato quel gioco di citazioni tratte da film e dalla cultura pop che piace agli adulti nel momento in cui vanno a vedere un film d'animazione, e che fa dei Dreamworks dei film per tutti. Pensiamo alla famosa scena di Shrek 2 che richiama Mission: Impossible, con Pinocchio nei panni di Tom Cruise sospeso nel vuoto appeso a dei fili. O ai film di mafia, da Il padrino da Quei bravi ragazzi, in Shark Tale (Don Lino, ad esempio, è doppiato da Robert De Niro), oltre a Lo squalo richiamato dalla famosa musica. Megamind è un film ricchissimo di citazioni, che vanno da Superman ad Iron Man, da Ghost Rider agli X-Men. E anche Dragon Trainer, senza citarlo apertamente, sembra riprendere i voli liberi di Avatar. Il gioco, anche se meno evidente per gran parte del film, ritorna anche ne I Croods 2, nella parte finale, che richiama Wonder Woman e le squadre di supereroi dei cinecomic, come gli Avengers e la Justice League. Ma il fatto che non siano solo film per bambini lo dimostra anche il fatto che, al doppiaggio, ci sono due attrici come Alice Pagani e Benedetta Porcaroli, amatissime dai teenager dopo il loro ruolo nella serie Baby.
Attitudine rock
Il fatto che l'animazione non sia più un fatto solo per bambini lo dimostra anche il grande, e studiato, utilizzo della musica nei film Dreamworks. Perché a noi adulti, quando portiamo i nostri bambini, in fondo piace molto essere sorpresi, e sentire della grande musica. Quella della Dreamworks, irriverente e sovversiva, è stata da subito un'attitudine rock. "La musica è stata fondamentale sin dall'inizio, ha fatto proprio parte della firma di Shrek" ci aveva raccontato Jeffrey Katzenberg. Che ha voluto mettere la sua firma sui film di Shrek. "Il mio apporto è stato sulle canzoni dei finali dei primi tre film: I'm A Believer, Livin' La Vida Loca e Thank You (Falletin Me Be Mice Elf Again), una cover di Sly And The Family Stone". Ma in Shrek Terzo, in cui sentiamo anche Live And Let Die di Paul McCartney and The Wings, l'apice è quando Biancaneve si difende con uno degli urli più celebri del rock, quello di Immigrant Song dei Led Zeppelin, scelta perché è considerata la tipica canzone d'assalto. "È stata la canzone più dura da avere" ci aveva spiegato Katzenberg. "Con Paul McCartney è stato più facile, perché ama l'animazione, ed era molto contento che la sua canzone fosse nel film. Per i Led Zeppelin è stato difficile, abbiamo dovuto fare molte telefonate, ma quando hanno visto lo spezzone dove sarebbe andata la loro canzone si sono mostrati d'accordo. Scegliere le canzoni è più facile che avere i diritti". In questi anni abbiamo ascoltato, solo per citarne alcune, Changes di David Bowie (Shrek 2), Lost In The Supermarket dei Clash (La gang del bosco), Do You Remember Rock 'n' Roll Radio? dei Ramones (Shrek Terzo). In Megamind c'è un vero festival rock. Bad to the Bone di George Thorogood, Highway to Hell e Back in Black degli AC/DC, Bad di Michael Jackson e Welcome to the Jungle dei Guns N' Roses. In Mr. Peabody & Sherman ascoltiamo la bellissima Beautiful Boy di John Lennon. Ne I Croods 2 il gioco è meno evidente, ma continua. Uno dei tormentoni, per scene sentimentali, è True, una vecchia canzone d'amore degli Spandau Ballet degli anni Ottanta.
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Non abbiamo paura di essere quello che siamo
Che siano un orco verde, che siano un villain dei cinecomic con la pelle blu e una testa enorme, che siano dei primitivi piuttosto rudi e rocciosi, i personaggi della Dreamworks, e questo è forse il loro vero tratto distintivo, non hanno paura di essere quello che sono. Non si tratta di essere cattivi, o brutti. Si tratta piuttosto di accettare tutte le proprie imperfezioni, anzi di andarne fieri. Di piacersi così come si è, anzi di lottare per rimanere se stessi, e mantenere la propria verità, la propria sincerità, anche a costo di rinunciare a tante cose, come diventare dei Re, o vivere in un posto più agiato. Hip, la protagonista femminile de I Croods, è orgogliosa di aver una nocciolina al posto del mignolo del piede. È orgogliosa delle cicatrici che ha sulla pelle, che mostra come se fossero tatuaggi, perché le ricordano cosa ha fatto, chi ha combattuto. Le ricordano chi è. I film della Dreamworks Animation ci piacciono proprio per questo. E, se ci pensiamo, hanno anticipato di quasi vent'anni i messaggi che oggi sono all'ordine del giorno, quelli sul Body Positive e sull'accettazione e l'inclusione di ogni diversità. La Dreamworks Animation, ancora una volta, ci aveva visto giusto.
I Croods 2: Una nuova era, la recensione: una nuova era all'insegna del cambiamento