Se c'è un personaggio che ha trasudato umanità da tutti i pori in House of the Dragon, lo spin-off in esclusiva su Sky Atlantic e in streaming solo su NOW in contemporanea assoluta con gli Stati Uniti, quello è Re Viserys I, magistralmente interpretato da Paddy Considine, che nell'ottavo episodio ha dato il meglio di sé. Una vita lunga - che quasi strizza l'occhio a quella di un'altra regina duratura, la Elisabetta II della vita reale spirata un mese fa - e un regno caratterizzato per lo più dalla pace, o almeno dal tentativo di mantenerla. Un personaggio con molte sfaccettature ma che ha avuto sempre al suo core una grande umanità e un cuore enorme verso la propria famiglia, la dinastia dei Targaryen su cui è incentrato questo prequel tra fuoco e sangue. Dopo la sua triste ma inevitabile dipartita, andiamo a ripercorrere la sua storia in House of The Dragon e gli elementi che lo rendono il personaggio più umano dello spin-off de Il Trono di Spade.
Un esempio di umanità
Conosciamo Viserys I all'inizio dello spin-off in un certo senso dal punto di vista della cugina, Rhaenys (Eve Best). Attraverso il pensiero della Principessa, pensiamo che lui abbia ottenuto il Trono di Spade senza meriti, ma solo grazie alla decisione del Concilio Ristretto che non avrebbe mai potuto mettere sul Trono una donna, piuttosto "brucerebbero tutta Westeros a ferro e fuoco", come dice la Regina che non è mai stata alla nipote Rhaenyra. Un Trono ottenuto senza avere particolari capacità o intelligenza, che avrebbe potuto ricordarci il Robert Baratheon della serie originale, impegnato solamente a inseguire le sottane di qualche fanciulla e del buon vino. Siamo per fortuna ben lontani da quel personaggio e più vicini allo sfortunato Eddard Stark, e Viserys da subito ci appare combattuto: da un lato ha un fratello minore, Daemon (Matt Smith), che dovrebbe essere il legittimo erede al Trono ma non ha la stoffa e la calma necessarie per regnare, cerca solamente la guerra e l'azione. Dall'altro rompe la tradizione annunciando di aver scelto come erede la figlia Rhaenyra, andando contro secoli di patriarcato. Una decisione non accolta benevolmente a corte e nel Concilio Ristretto, nata da un grande dolore. La regina Aemma, la moglie di Viserys, non riesce infatti a dargli un figlio maschio ma quest'ultima gravidanza sembra essere quella giusta in tal senso. Purtroppo dopo un cesareo alquanto barbarico per gli strumenti a disposizione nel mondo medievale creato da George R.R. Martin, sia la madre che il bambino non sopravvivranno.
House of the Dragon: lunga vita ai Velaryon
Eredità e successione
Qualche anno più tardi, Viserys (Paddy Considine) ha finalmente un erede maschio dalla seconda e giovanissima moglie Alicent, la migliore amica di Rhaenyra. Il rapporto tra lui e Alicent, per quanto pilotato dal Primo Cavaliere Otto (Rhys Ifans), ovvero il padre della ragazza, nasce con estrema dolcezza e frutto di un'elaborazione del lutto per entrambi (lui ha perso la moglie e il figlio appena nato, lei la madre morta quando era piccola). La dolcezza caratterizza Viserys anche nel rapporto con la figlia Rhaenyra, ribelle come lo zio Daemon da cui è attratta, e nel provare a dare alla figlia un matrimonio d'amore e non solo di convenienza, dopo essersi già esposto per lei a Corte confermandola come erede, nonostante i figli maschi nati successivamente. È soprattutto di dolore e sofferenze che è caratterizzata la vita di Re Viserys I, che ci ha mostrato cosa vuol dire essere un leader equilibrato, che sa quando chiedere consiglio e quando invece mantenere i piedi saldi in una decisione presa. Qualche ulteriore anno dopo, sarà Rhaenyra a sfornare due eredi al Trono, ma non dal marito Laenor Velaryon - che altri gusti sessuali e hanno stretto un patto al momento del matrimonio - bensì dal capitano della Guardia Reale Harwyn Strong (Ryan Corr).
House of the Dragon come Succession: l'eredità per il Trono si gioca in famiglia
Viserys si rifiuta però di vedere il tradimento, nonostante l'aspetto chiaramente simile agli Strong e non ai Velaryon dei due ragazzi. Un po' per l'affetto che lo lega alla primogenita, un po' per non ammettere in famiglia del sangue illegittimo mescolato al suo (ricordiamo che i Targaryen sono fissati con il mantenimento della linea di sangue a costo di sposarsi e accoppiarsi fra loro tramite incesto, infatti la defunta moglie era sua cugina). Viserys spalleggerà la versione di Rhaenyra fino alla fine, legittimando l'eredità al trono dei nipoti Jacaerys e Lucerys: il primo per quello di Spade, grazie al sangue Targaryen che comunque scorre nelle sue vene, il secondo per quello di Legno, della Casata Velaryon. Questo grazie all'intervento di Rhaenys e al sangue dei Velaryon attraverso la sua promessa sposa, nipote di Rhaenys. Nel settimo e ottavo episodio questo confronto sul segreto di pulcinella di House of the Dragon, che tutti conoscono a corte ma su cui nessuno osa aprire bocca, esplode letteralmente in due grandi momenti di faida familiare (quanto deve essere stato complicato per i registi gestire due sequenze così ricche di interpreti, facendo centro in entrambi i casi). Alicent è la più mortificata dalla situazione, per via dei suoi due figli legittimi eredi al Trono di sangue.
House of the Dragon: guida alla linea di successione dei Targaryen
Alti e bassi
Tra alti e bassi Viserys ha sempre voluto bene a Daemon e ha cercato di trovargli un posto a Corte o nel regno, dandogli qualcosa che lo avrebbe soddisfatto, anche se quest'ultimo ha provato addirittura a muovergli guerra contro ad un certo punto. Nel frattempo ha sempre cercato di mantenere la pace durante il suo lungo regno. Questo loro rapporto altalenante trova un suo compimento proprio sul finire della vita del Re Targaryen: ciò è testimoniato dal momento - nato per caso sul set - di Daemon che raccoglie la corona caduta a terra al fratello Viserys mentre quest'ultimo a fatica percorre la navata tra la Corte per andare a sedersi sullo scomodo Trono ("the most uncofortable seat on the realm"), stanco e malandato.
Esausto dalle sofferenze e dal dolore che la vita e il regno gli hanno arrecato, Paddy Considine di puntata in puntata ci ha offerto la sua più grande interpretazione e il leader più umano dell'universo narrativo di Martin. Un uomo stanco e ammalato ma che ancora vuole far sentire la propria voce, non per farsi obbedire con la crudeltà e il potere, ma per sfruttare gli ultimi rantoli di vita ed energia per provare a portare pace in famiglia, e di conseguenze nel regno. Come la profezia sulla Canzone del Ghiaccio e del Fuoco, che racconta alla figlia erede al trono, che gli ha appena presentato gli ultimi nipoti nati dal matrimonio con lo zio Daemon, a cui si è unita in matrimonio dopo molti anni. Subito prima di (re)spirare, per l'ultima volta. Ringraziamo allora questo attore enorme che con semplicità e grande cuore ci ha regalato il personaggio più compiuto di House of the Dragon, e ci ha dimostrato che anche in una società medievale come quella di Westeros è possibile essere lungimiranti. Può prevalere la "bontà" e non necessariamente la crudeltà al potere. Dovremmo forse farne tesoro per i tempi che stiamo vivendo, o almeno dovrebbero farne i nostri leader.