Hotel Transylvania: Uno scambio mostruoso, recensione: e vissero disumani e contenti

La recensione di Hotel Transylvania: Uno scambio mostruoso, quarto e ultimo capitolo del franchise animato su Dracula e compagnia bella.

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Hotel Transylvania - Uno scambio mostruoso: una sequenza

Si chiude un'era con questa recensione di Hotel Transylvania: Uno scambio mostruoso, che dopo alcuni rinvii legati alla pandemia salta completamente la sala e approda direttamente su Prime Video, come accaduto - ma su piattaforme diverse - con altri titoli della Sony Pictures Animation. Un destino un po' ingrato per quello che è stato uno dei franchise di punta della Sony negli ultimi dieci anni, nonché - per chi vede questi film in lingua originale - l'unica presenza fissa in sala di Adam Sandler da quando, nel 2015, ha firmato un accordo esclusivo con Netflix. Franchise che arriva alla conclusione, almeno per quanto riguarda i lungometraggi, e lo fa, ironia della sorte, senza Sandler, che a causa di altri impegni lavorativi non presta la voce a Dracula in inglese a questo giro, lasciando la parte all'imitatore e YouTuber Brian Hull, alla sua prima esperienza cinematografica. Assente anche, ma solo in cabina di regia, Genndy Tartakovsky, che rimane coinvolto come sceneggiatore.

La voglia di (non) cambiare

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Hotel Transylvania - Uno scambio mostruoso: un'immagine del film

Alla base di Hotel Transylvania: Uno scambio mostruoso c'è la paura del cambiamento: Dracula vive felice e contento con parenti e amici ed è sempre pronto a risolvere ogni problema legato all'albergo, ma le cose non saranno così per sempre. In teoria, Mavis e Johnny erediteranno il tutto, ma lui è terrorizzato al solo pensiero di dare ad altri la sua attività e così si inventa varie scuse, incluso il fatto che Johnny non è un mostro. Il genero sente quest'ultima parte e decide di farsi aiutare da Van Helsing, che ha ideato un marchingegno capace di trasformare gli umani in mostri, e viceversa. Ma quando a esserne colpiti sono quasi tutti gli abitanti dell'albergo, la situazione si fa critica: l'antidoto non è esattamente reperibile nelle vicinanze, e se la trasformazione non viene invertita entro breve, i suoi effetti saranno permanenti e irreversibili. Non esattamente il massimo quando uno come Drac è abituato a poteri che ora non ha più a disposizione...

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Addio, albergo

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Hotel Transylvania - Uno scambio mostruoso: una foto del film

Dopo due capitoli principalmente frutto della logica produttiva di Adam Sandler (nel cast vocale originale sono presenti molti dei suoi collaboratori abituali, tra cui David Spade e Kevin James), Hotel Transylvania 3 - Una vacanza mostruosa, il primo scritto e non solo diretto da Genndy Tartakovsky, aveva messo in evidenza un nuovo approccio alla comicità, ancora più spudoratamente fisica e surreale (la gag della macarena rimane insuperabile), con intuizioni visive da capogiro. In tal senso è evidente un certo passo indietro in questa sede, con Tartakovsky non più alla regia, sostituito dal duo composto da Jennifer Kluska e Derek Drymon, già autori di Cuccioli Mostruosi: Un corto di Hotel Transylvania, dove per la prima volta Brian Hull doppiava Dracula al posto di Sandler. Sono due veterani del franchise e la loro passione è evidente, ma le gag non arrivano sempre con la stessa velocità perfettamente calibrata, tornando ai livelli divertenti ma un po' elementari del capostipite.

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Hotel Transylvania - Uno scambio mostruoso: una scena del film d'animazione

Dove però l'operazione non delude è sul piano dell'animazione: il character design è al contempo più stilizzato e più maturo, idealmente abbinato a una storia che prevede diverse follie slapstick ma anche una vena più malinconica, perché pur non rinunciando all'atmosfera leggera che caratterizza la serie a suo modo rende chiaro che la storia finirà qui (al netto di possibili corti e spin-off presumibilmente incentrati su figure secondarie). Ed è un finale all'insegna della famiglia, come da tradizione, di quelli che lasceranno i giovani spettatori - ma anche chi segue il franchise dagli inizi e quindi avrà qualche annetto in più - con il sorriso sulle labbra, anche se non nel contesto ideale per salutare questi personaggi: date le reazioni ai capitoli precedenti nel buio della sala, un addio tramite piattaforma non potrà mai avere lo stesso impatto. Ma soprattutto per chi ha bambini che si impuntano sullo stesso titolo da rivedere in loop, la soluzione Amazon Prime Video può rivelarsi comoda. E in questo caso, anche i genitori potranno divertirsi quanto basta.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di Hotel Transylvania: Uno scambio mostruoso, quarto e ultimo capitolo del fortunato franchise della Sony Pictures Animation, sottolineando come per l'occasione sbarchi direttamente su Amazon Prime Video per divertire in modo basilare ma efficace spettatori di tutte le età.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.5/5

Perché ci piace

  • Il character design si evolve in modi interessanti grazie alla premessa della trasformazione.
  • Le gag visive rimangono molto simpatiche.
  • Il finale ha la giusta forza comica ed emotiva.

Cosa non va

  • Peccato non poterlo vedere al cinema.
  • Il passaggio di consegne alla regia si fa sentire a livello di ritmi comici.