Il primo personaggio che vediamo in Guardiani della Galassia Vol. 2 è Ego: chiodo di pelle e capelli vaporosi, l'affascinante sconosciuto seduce Meredith (Laura Haddock), la madre di Peter Quill (Chris Pratt), per poi sparire per sempre. Grazie a un'impressionante lavoro di computer grafica, Kurt Russell sembra tornare indietro di trent'anni, ai tempi in cui seminava scompiglio a Chinatown. La sua seconda entrata in scena ricorda molto il momento forse più iconico di Star Wars, quello di "io sono tuo padre", pronunciato da Darth Vader a Luke Skywalker (Mark Hamill) in L'impero colpisce ancora: due entrate a effetto per uno degli attori di culto di Hollywood.
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Il rapporto tra Ego e Peter è fondamentale in questo secondo capitolo di Guardiani della Galassia, diretto ancora una volta da James Gunn e nelle sale italiane dal 25 aprile: quando Star-Lord scopre finalmente chi è suo padre deve infatti riconsiderare la sua intera esistenza, mettendo a confronto la sua natura umana con quella "celestiale". Abbiamo parlato di questo complesso rapporto con Kurt Russell in persona, giunto a Londra per l'anteprima europea del film: il leggendario interprete di Grosso guaio a Chinatown (1986) e 1997: Fuga da New York (1981) ha molti più punti in comune con il personaggio di quanto si possa pensare.
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Meglio essere uno su un trilione o una persona normale?
Senza fare spoiler, alla fine di Guardiani della Galassia Vol. 2 Ego dice a Peter che è meglio essere uno su trilioni che una persona normale: Kurt Russell, che è una star del cinema e per di più leggendaria, è d'accordo con le parole del suo personaggio? "Devi convivere con quello che ottieni" ci ha risposto, continuando: "Non mi lamento affatto della mia vita: sono il tipo da uno su trilioni. La penso come Ego: voglio arrivare lì in cima, voglio scoprire come ci si sente, perché lì c'è un percorso, qualcosa per cui impegnarti, da raggiungere per sapere com'è provare qualcosa a cui pochi possono arrivare. Concordo pienamente con Ego".
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Non si può contestare l'autorità di un dio
Perseguire ossessivamente uno scopo però a volte porta a trascurare gli affetti: per la sua sete di scoperta e conquista Ego non è mai stato un padre per Peter. È giusto sacrificare chi ci è vicino pur di raggiungere il proprio obiettivo? "Non sono d'accordo" ci ha detto, spiegando meglio: "Sta dimenticando una cosa: questo è il mondo della fantascienza: Ego non è un essere umano, è un dio. Quindi le faccio io una domanda: Dio agisce o no in modi misteriosi? È un'autorità che non si può mettere in discussione. Non si può mettere in discussione Dio. Non possiamo aspettarci di capire qualcosa che non siamo in grado di comprendere. Capisco il comportamento di Ego: come genitori dobbiamo dire ai nostri figli adesso non capisci perché, ma devi comportarti in questo modo, devi imparare a comportarti meglio perché ti sarà utile. Poi potrai cambiare se vuoi, ma prima devi capire come funziona. Si deve imparare a camminare prima di correre. Questo è il mondo di Ego: quando torna da suo figlio vuole fargli capire chi è in realtà e qual è il suo scopo, che è difficile anche solo da immaginare. Capisco quello che vuole dire, ma credo che ci sia anche questo aspetto da considerare: non è un uomo. Se lo fosse, sarebbe come dice".
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Resta il fatto però che Ego è un personaggio scritto da esseri umani, in cui si può leggere una metafora della società di oggi, in cui chi ci guida e deve prendere decisioni per noi spesso sembra operare senza considerare le conseguenze. "Non sono dei, sono uomini" ha risposto sicuro Russell, proseguendo: "Di nuovo, è fantascienza: la fantascienza permette di porre grandi domande, permette di interrogarsi su cosa voglia dire essere qualcosa che si auto-genera, una divinità, e chiedersi cosa sei in realtà se sei il figlio di questa entità. È una scoperta continua di cosa sia quel dio e delle possibilità che rappresenta. Amo essere un pezzo essenziale del dilemma di Peter: scoprendo chi è suo padre, che è molto più di quello che immaginava, si imbatte in cose che non riesce a capire. Credo che questo aspetto sia divertente, questa è la cosa più interessante di Guardiani della Galassia: è un film divertente che nasconde temi seri in mezzo a tanto umorismo. È lo stile di James Gunn: i suoi film sono stratificati. Ricollegandoci invece al mondo di oggi: questi non sono dei, sono semplicemente uomini che prendono decisioni. La loro autorità può essere facilmente messa in discussione. Se invece Dio si presentasse sulla Terra la faccenda sarebbe diversa. Non chiederebbe la nostra opinione, direbbe: ho creato questa terra e tutti voi, adesso vi dico come funziona. Nessuno si metterebbe a dire: aspetta un momento, ho una domanda. Dio risponderebbe: davvero? Le faremo sapere".
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