Chi ci legge con continuità e assiduità, saprà benissimo che abbiamo sostenuto spesso e con fervore il valore di Grey's Anatomy, il medical drama più longevo e visto della TV mondiale, anche quando là fuori c'era più di un fan ormai pronto a storcere il naso sulle decisioni e gli incastri improbabili proposti dalla showrunner Krista Vernoff. Nonostante i blocchi dovuti alla pandemia (la stagione 16 si era interrotta prima del tempo a causa del Covid) lo show prodotto dal network ABC e da Shondaland, é riuscito a trasformare l'esperienza di ciò che abbiamo vissuto in questo ultimo anno e mezzo in occasione di riflessioni e spunti per toccare temi scomodi da scardinare e analizzare. La stagione 17, iniziata negli Stati Uniti e poi in Italia a novembre del 2020 per terminare da noi a giugno 2021, sembrava voler chiudere il cerchio delle ultime cose da dire e richiamare a sé tutto il buono che aveva fatto per ben 16 lunghi anni con grandi ritorni, cambiamenti estremi e nuove consapevolezze. Alla luce di queste premesse, la notizia di una stagione 18 in cantiere ci ha spiazzato e per la prima volta ci troviamo a non essere d'accordo con la scelta di Shonda Rhimes, Krista Vernoff e tutta la macchina della serie. Ecco dunque cinque motivi a supporto della tesi per cui Grey's Anatomy doveva chiudersi con la stagione 17.
1. La spiaggia dei grandi ritorni
Quasi tutta la diciassettesima stagione di Grey's Anatomy, tra brevi guarigioni e ricadute, ha visto la sua assoluta e immancabile protagonista, Ellen Pompeo-Meredith Grey, presenziare nella serie da una sorta di limbo onirico in cui si ritrova sospesa, a causa del coma indotto e causato da una forma severa di Covid-19. La ormai famosa spiaggia dove la mente di Meredith la fa approdare, diventa scusa perfetta, lungo la stagione, per permettere alla nostra dottoressa di incontrare e ritrovare le persone care della sua vita che ha perso oppure, con imprevedibili licenze poetiche da parte degli sceneggiatori, permettere a chi è in vita dall'altra parte, di "sostare" su quella spiaggia il tempo necessario per una riflessione necessaria ad un punto cardine dell'episodio. Abbiamo già contestato l'iperutilizzo dell'espediente spiaggia in Grey's ma ciò non toglie che ci abbia regalato reunion strappalacrime, prima fra tutti quella tra Meredith e il suo grande amore di sempre, il marito e anima gemella Derek Shepherd, interpretato da un sempre raggiante Patrick Dempsey. Presenza ricorrente grazie al coma di Meredith, il ritorno di McDreamy (il Dottor Stranamore) è sembrato a tutti l'inizio di una giusta fine di Grey's Anatomy come a sottolineare che, si chiude da dove si è iniziato. Come se non bastasse, a rafforzare il tutto, anche il ritorno su quella spiaggia di molti altri personaggi non più vivissimi, come George O'Malley (T. R. Knight) e gli amati Lexie Grey (Chyler Leigh), sorella di Meredith e il suo Mark Sloan (Eric Dane) che ci hanno fatto fare un emozionante viaggio emotivo nel tempo, degno di un gran finale.
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2. L'addio di De Luca
Ci aveva messo un po' per entrare nei cuori dei fan ma il Dottor Andrew De Luca, il nostro italoamericano Giacomo Gianniotti, si era guadagnato un posto d'amore e rispetto nel cast di Grey's, con all'attivo 7 stagioni piene di colpi di scena. Il bel dottore non si è fatto mancare nulla, infatti, ricordiamo, per menzionarne solo alcuni: il flirt con Maggie Pierce, la denuncia per frode assicurativa beccata per proteggere Meredith, la storia d'amore, appunto, tormentata con la nostra protagonista e infine il disturbo mentale e l'uscita di scena finale con morte per accoltellamento ma perlomeno giustizia fatta. Abbiamo già ampiamente argomentato su quanto l'uscita di questo personaggio dalla serie risultasse sbrigativa e non pienamente giustificata all'interno della storyline dello show, ma si sperava avesse senso in quella famosa visione complessiva che avrebbe portato la serie a chiudere i battenti. E invece no!
3. The Last Man Standing - L'ultima sopravvissuta
"Quindi, vinco io. Sono l'ultima sopravvissuta. Restavamo tu e io del gruppo degli specializzandi, tutti gli altri mi hanno abbandonata o sono morti. Eravamo rimasti noi due". Con queste parole, nel dire addio al suo caro amico Jackson Avery (Jesse Williams), pronto a trasferirsi a Boston, prendere in mano la fondazione della madre e "cambiare il mondo", Meredith Grey torna indietro con la mente agli inizi della serie (in realtà l'entrata in scena di Jackson risale già alla sesta stagione, per la fusione tra il Mercy West e l'allora Seattle Grace Memorial Hospital) quando erano tutti specializzandi e afferma con certezza che ha vinto, è lei l'ultima rimasta della squadra originaria. L'addio di Jackson Avery è tra i migliori che lo show ci abbia regalato e non solo per la commozione di ripercorrere con lui i momenti più significativi delle 11 stagioni che l'hanno visto spesso protagonista ma per la coerenza e correttezza con cui il suo percorso da uomo, dottore e padre non si chiude ma si evolve, passa ad una fase successiva di vita e di obiettivi. Quale modo migliore per chiudere una serie così longeva di successo se non con l'uscita di scena di un personaggio caro e storico e la ri-affermazione della sua protagonista assoluta Meredith Grey? Per giunta guarita dal Covid e pronta ad una rinascita.
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4. Meredith è più passato che presente
A proposito di Meredith, alzi la mano chi la ricorda veramente protagonista di qualcosa di travolgente nelle ultime stagioni. Covid e spiaggia a parte si intende. Gli accaniti fan di Grey's converranno con noi che il percorso di Meredith ha assunto, man mano che si è andati avanti nelle stagioni, sempre più una funzione di ricordo di ciò che è stato, delle avventure che ha vissuto. La sua storia indimenticabile con Derek Shepherd, padre dei suoi 3 figli, è giustamente inarrivabile sia per i comprimari dello show in quanto a coinvolgimento emotivo dei fan, sia per la stessa Meredith che di nuove anime gemelle non riesce a trovarne.
La vita della protagonista non si riduce certo alle sue relazioni amorose ma nonostante i grandi successi professionali, Meredith ormai all'interno della serie, funziona più da garanzia di continuità che da personaggio in grado di muoverne le fila. Il suo risveglio dal coma dovuto al Covid, il ricongiungimento con i figli e le sorelle e il suo nuovo incarico come super mentore dei tirocinanti sarebbe stata la perfetta chiusura del cerchio, per citare quanto detto in apertura, il vero passaggio di testimone a nuovi percorsi e perché no, uno spin off? un reboot?
5. È tempo di spin-off e reboot
Senza dimenticare quel Private Practice che ci ha regalato il personaggio di Amelia (Caterina Scorsone) e fatto vivere a pieno il percorso di Addison Montgomery (Kate Walsh) per sei coinvolgenti e losangeline stagioni, la parola spin-off, materiale alla mano, fa subito volare con la fantasia a Jackson Avery, la sua speriamo ritrovata anche in amore April e la loro nuova vita a Boston con la figlia. Nuova città, nuove avventure, nuovo tutto ma due personaggi di partenza che sono amatissimi dai fan, gli stessi che avrebbero potuto riversare la loro devozione per Grey's dentro questa ipotetica nuova serie chiudendo definitivamente in un cassetto il cammino emozionale fatto in 17 anni in compagnia dei dottori di Seattle.
E se uno spin-off non bastasse, scommettiamo che la combo stessa città, stesso ospedale e nuovi specializzandi pronti ad amplessi appassionati tra spogliatoi e sgabuzzini sarebbe ancora perfetta per un reboot? Grey's Anatomy doveva dirci addio con questa stagione 17, un numero anche significativo e carico di superstizioni, e invece ci ritroviamo con una stagione 18 in arrivo, con pochissimo entusiasmo per delle storie come quella di Amelia e Link o di Maggie e il neo marito che interessano sì ma neanche troppo.