La suggestione è forte mentre la nostra casella di posta è invasa dalle offerte del Black Friday di Amazon "Il Black Friday di Amazon") e di tutte le altre grandi catene: è il mercato, è il prodotto, è il consumismo a dominare tutto? È così fondamentale vendere (o sapere e sapersi vendere) per arrivare a un risultato? Non lo scopriamo oggi, sia chiaro, ma la sensazione è che negli ultimi tempi si siano fatti ulteriori passi in questa direzione, in un mondo dominato da influencer, grandi marchi, brand a tutti i livelli.
Anche al cinema, come è evidente se guardiamo con regolarità il boxoffice e il responso del pubblico ai titoli che arrivano in sala. E se pensiamo alle promozioni sui biglietti che abbiamo visto applicare in estate e poi a settembre, con una svendita per i film italiani ed europei, prima, e il biglietto ridotto per qualche giorno in seconda battuta, possiamo dire che anche il cinema ha avuto, e ha, i suoi Black Friday?
Barbie, Super Mario, il successo dei marchi e delle icone
È stata un'estete dominata dal rosa di Barbie (e a seguire da Oppenheimer), ma dopo una primavera in cui a farla da padrone è stata l'immortale icona Nintendo di Super Mario, uno che sa come guadagnare bene (d'altra parte è un idraulico). Da un brand a un altro e poi ancora a seguire verso la Marvel dei Guardiani della Galassia e di recente Five Nights at Freddy's, arrivato in sala un'icona letteraria come il Poirot di Assassinio a Venezia e, perché no, i Me contro te, marchio a loro volta per come si pongono e propongono al pubblico di giovanissimi che li segue con passione.
Fenomeni che arrivano in sala essendo già qualcuno o qualcosa, non da scoprire, non su cui scommettere. Safe Bets per chi va a comprare i biglietti, al netto delle sorprese che per fortuna ci sono ancora, come l'incredibile e meritato successo di Paola Cortellesi. Conferme di quello che abbiamo visto negli ultimi anni, in un cinema dominato dal Marvel Cinematic Universe e altri brand forti, potenti, catalizzanti, che al cinema arrivano partendo da altro e da lì ripartono per alimentare il cerchio della vita consumistica.
Il cinema che vende o il cinema di chi vende?
Da lì parte anche il merchandising che vedremo impazzare in questi giorni di offerte e sconti, così impattanti da aver tracimato dalla giornata degli anni scorsi a una settimana, come nel caso di Amazon, e oltre. Tanto che novembre sta diventando un unico immenso venerdì nero, perdendo quel sapore di evento e quel fascino frenetico che aveva. Diventando, forse, anche meno efficace.
Ma per vendere si vende. Sempre e comunque. Basti pensare all'impennata negli acquisti delle Birkenstock dopo il successo e la spinta di Barbie e altri oggetti visti e promossi in film e serie che sono diventati altrettanto iconici e popolari, di recente e non solo, come le Air Jordan o le scarpe di Kill Bill o, andando più indietro, le Nike che indossava Michael J. Fox in Ritorno al futuro. Un cinema di chi vende, ma anche un cinema che sa vendere, inevitabilmente.
Tra abbonamenti, promozioni e attitudini da supermercato
Perché vendere è oggi la chiave di tutto, lo ribadiamo. Se le sale hanno (avuto?) difficoltà nel mondo post-pandemia è anche per questo, perché altrove c'è una pressante idea di risparmio con gli abbonamenti delle piattaforme che trasmettono la sensazione di convenienza, di avere tutto a poco, di un tutto compreso accolto con la voracità di un All you can eat a cui è anche difficile star dietro. Si cerca lo sconto, il risparmio, l'offerta sempre e comunque. Per questo anche il cinema deve mettere in piedi le sue feste a prezzi ridotti, per mostrare che anche nella cara vecchia sala può esserci un momento di risparmio, da saldi di stagione, da Black Friday per l'appunto. Un momento in cui andare a vedere un film più a cuor leggero, sentendo meno la preoccupazione di aver speso troppo, di non aver investito nel modo giusto i propri soldi ancor prima del proprio tempo.
Ma è un mondo da cui difficilmente usciremo sani e salvi, almeno dal punto di vista artistico e anche di mero intrattenimento: perché l'arte e lo spettacolo non possono essere valutati a peso, a costo per minuto o con altri criteri quantitativi. Bisogna lasciarsi andare, agire e acquistare d'impulso e senza nemmeno guardare il cartellino che espone orgoglioso il prezzo. Godiamoci pure questi giorni, torniamo ad acquistare con convenienza e un occhio al risparmio ciò di cui abbiamo bisogno... ma poi fermiamoci a riflettere e proviamo a concentrarci su quello che veramente sentiamo di volere. Potremmo scoprire di aver anche un maggior guadagno, pratico e soprattutto emotivo.