È una sensazione strana trovarsi a un passo dal finale di Gomorra 4, quando ci si è ritrovati intrappolati nelle trame della serie Sky da poco più di un mese. Tanta attesa e poi una corsa senza fiato, la famelica fruizione dei dodici episodi che ci immergono nelle vite pericolose ed estreme di personaggi diventati ormai iconici. Se è vero che seguiamo l'arco narrativo di Genny sin dal primissimo episodio, ci sentiamo legati anche a quei personaggi che sono arrivati dopo ma che hanno saputo dimostrare altrettanta forza e capacità di catturare la nostra attenzione. Come Patizia e Sangue Blu. È infatti un onore sederci attorno a un tavolo con i loro interpreti, Cristiana Dell'Anna e Arturo Muselli, congratularci e chiacchierare di quel che è stato il lavoro svolto per rendere vive e tridimensionali le figure che ci appaiono sul grande schermo.
Lo facciamo alla vigilia del finale di Gomorra 4, grazie al Comicon di Napoli, consapevoli di non poter affondare il colpo su quello che interessa maggiormente sia a noi che a voi lettori, anticipazioni sugli episodio 11 e 12: quel colpo di scena che ci aspettiamo dagli ultimissimi episodi, quelli con i quali la serie Sky ci saluterà in attesa di quella stagione 5 già confermata. Poco male, perché l'evoluzione di Patrizia e Sangue Blu è tale da catturare tutta la nostra attenzione.
L'evoluzione di Sangue Blu e Patrizia
Arturo, per il tuo personaggio un ritorno all'azione dopo una fase iniziale di stagione un po' attendista. Che ci dici dell'evoluzione di Sangue Blu in Gomorra 4?
Arturo Muselli: La grande differenza dalla terza alla quarta stagione è innanzitutto fisica. Nella terza stagione avevamo un Sangue Blu molto fisico, che viveva nell'azione, mentre nella quarta c'è un Sangue Blu che vive nel silenzio, che non fa più quello che faceva in precedenza ma decide di ascoltarsi e ascoltare. Ha bisogno di vedere. Può sembrare una battuta, ma il fatto che lui non abbia più un occhio gli rende necessario vedere chiaramente quello che succede, quello che non si vede. C'è poi un ulteriore aspetto, dal punto di vista psicologico: quando è stato investito come capo, avendo avuto un maestro come Ciro Di Marzio, non può più fare quello che faceva prima, ha bisogno di valutare prima di agire. Bisogna capire l'aspetto politico con le altre famiglie e gli altri quartieri. Ha un ruolo di maggior responsabilità che è frutto di un processo di maturazione avvenuto.
Le donne all'interno di Gomorra hanno sempre avuto un ruolo fondamentale dal punto di vista di alleanze ed equilibri. Lo stesso vale per Patrizia che ora con la gravidanza si trova di fronte a un bivio. Come lo stai affrontando e che sfumatura stai dando al tuo personaggio per differenziarti dalle altre donne della serie?
Cristiana Dell'Anna: Anche se è tutto incastonato in un discorso più ampio, quindi è inevitabile che esistano dei paralleli e dei confronti, alla fine la storia rimane legata solo al personaggio che stai vivendo. Le sfumature sono tante, quella che mi è capitata tra le mani è un'occasione meravigliosa, perché mi dà la possibilità di affrontare il tema più importante oggi per le donne che si trovano ad affrontare una carriera. Che sia nell'ambito del crimine è ovviamente un bivio accettabile drammaturgicamente perché siamo in Gomorra, ma il bivio è quello per tutte. Dover affrontare una maternità è fondamentale, ma trovo che lo sia per Patrizia perché la vedo come una vera rivoluzionaria. Ho usato questa espressione altre volte, perché Patrizia non rinuncia ai propri sentimenti, ma prova in tutti i modi a inserirli nel sistema di lavoro, a sfruttarli se necessario, ad accantonarli se le è più utile, ma mai a negarli. Cerca di abbracciare tutti con la sua natura femminile, di madre, magari sbagliando, non facendolo necessariamente nel modo corretto, ma sicuramente approcciando il tema nella direzione giusta. Qualcosa che forse oggi si tende a non fare, perché la donna che vuole rivestire una carica di potere o manageriale o di rilievo, tende a pensare che l'unica soluzione è quella di rinunciare alla propria femminilità. Perché è quello che ti fanno credere. Patrizia sceglie di non farlo e per me è avanti di anni!
L'evoluzione di Patrizia e Sangue Blu è qualcosa che era pianificata dall'inizio con gli autori o si è sviluppata in corso d'opera?
Cristiana Dell'Anna: A differenza delle prime due stagioni, terza e quarta sono state molto un Work in Progress e quasi mai riuscivamo ad avere in anticipo la storia e il suo sviluppo. Avevamo un'idea generale di come sarebbe andata, ma non era del tutto sicuro. L'ho affrontata un po' alla maniera shakesperiana, come quando si davano solo le battute dell'attore e non quelle dell'altro e non sapevi mai veramente cosa andavi a fare sulla scena. È chiaro però che almeno nel mio caso ho sempre immaginato una storia, un arco narrativo che potesse indirizzarmi, poi di volta in volta con gli autori cercavamo di aggiustare il tiro, ma c'è una preparazione di fondo importante.
Arturo Muselli: Sapevo prima di iniziare la quarta stagione che ci sarebbe stato un punto di rottura, ma non sapevo quando e in che episodio sarebbe avvenuto. Avevo un appuntamento e come attore ho pensato di costruire il personaggio in vista di quel momento. Infatti sono arrivato alle puntate 9 e 10 con otto chili in meno e sono riuscito a rispettare i tempi e tener fede a quell'impegno. Ma non possiamo sempre sapere cosa accade perché anche con gli autori si lavora spesso passo dopo passo. Si aggiusta il tiro, alcune cose cambiano, ma abbiamo un percorso molto vago all'interno del quale cerchiamo di costruire.
Il legame con il territorio
Sangue Blu nasce a Forcella e si sente legato a quel luogo. Patrizia invece si ritrova a gestire Secondigliano, ma non ha un legame forte con il luogo. Per lui è una sorta di eredità, un sovrano spodestato che si riprende il trono e lo difende, mentre lei deve lottare con qualcuno che non ne riconosce l'autorità.
Cristiana Dell'Anna: Sì, forse Patrizia si ritrova in una posizione che desidera ma non sa come gestire, quindi c'è una sorta di conflitto da questo punto di vista, l'ansia di sbagliare di chi si trova in una situazione nuova. Però ci vedo un attaccamento al territorio, il rapporto materno che lei ha sia nei confronti delle persone che della terra è fortissimo. Tra tutti i personaggi Patrizia è la più innamorata, quella che sente più melanconia nei confronti del territorio in cui vive e che vorrebbe in qualche modo, assurdo e contorto, migliorare. È assetata di potere, su questo non c'è dubbio, è una donna disposta a uccidere, ma stranamente lo fa per il bene comune.
Arturo Muselli: Sangue Blu è un frutto di quel quartiere lì. Il centro storico è molto diverso dal mondo dei Levante o di Scampia. Faccio un esempio semplice: quando vai a vivere nel centro storico, il quartiere inizia a conoscerti e piano piano ti abbraccia. Tutti sanno quello che fai, cosa compri, da chi vai e da chi non vai, ed è una cosa tipica del centro storico di Napoli. Per una parte della mia vita l'ho vissuto e tutti sapevano le mie abitudini, dove prendevo il caffè, dove andavo a mangiare la pizza. Diventa un salotto allargato. E immaginiamo cosa può essere per Sangue Blu che aveva un passato così forte nel suo quartiere, con il sentimento di rivalsa che lo pervade. È la costruzione di una storia d'amore con il suo quartiere.
La quarta stagione, rispetto al passato, ha avuto più episodio monografici, concentrati su un unico personaggio. Questo ha influito in qualche modo sul vostro modo di lavorare?
Cristiana Dell'Anna: Non saprei, alla fine non ci si pensa molto, prendiamo le sceneggiature così come sono senza troppi problemi. Cambia la concentrazione del lavoro, invece di essere spalmata nel tempo è concentrata in diversi momenti. Alla fine l'impostazione resta corale, anche se in modo verticale, perché si raccontano punti di vista diversi.
Arturo Muselli: Credo che sia una percezione soprattutto del pubblico, perché noi abbiamo un percorso da fare e o lo facciamo in modo più spalmato nel tempo o concentrato in diversi mesi non cambia molto. Per otto mesi siamo così concentrati solo su Gomorra che in realtà anche quando non giriamo, continuiamo a pensare a quello che dobbiamo fare. Ecco per esempio quello che dicevo prima, di dover perdere del peso per gli episodi 9 e 10, quindi ero molto concentrato su questo aspetto anche quando non ero al lavoro materialmente.