Attenzione, l'articolo contiene spoiler del settimo ed ottavo episodio di Gomorra 3! Dopo l'anticipata su Sky On Demand della scorsa settimana, che ci ha permesso di vedere gli episodi 5 e 6 fin dalle prime ore del mattino per venire incontro alla richiesta dei tifosi del Napoli, si torna all'ormai consueto appuntamento del venerdì sera con Gomorra 3. Un nuovo record di pubblico registrato in una settimana che ha visto la serie nuovamente presa di mira per il presunto cattivo esempio dato dai suoi personaggi, rei di rappresentare con tratti fin troppo ammalianti esponenti della camorra o fenomeni lontani dall'organizzazione odierna.
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Sebbene l'aspetto puramente formale di Gomorra - La Serie non sia messo in discussione, si continua ad attaccarne i contenuti. Eppure i vari Genny, Ciro o Scianel, al di là della fama acquisita nell'immaginario pop, incarnano la mostruosità del mondo che raccontano. Il prezzo da pagare per il potere e la vita che hanno scelto è altissimo e siamo certi che nessun spettatore dotato di un minimo di consapevolezza sia incapace di scindere tra un prodotto di finzione che racconta la cronaca criminale e la realtà che l'ha ispirato. Basti anche solo pensare all'omicidio brutale commesso da Enzo (Arturo Muselli) alla fine del sesto episodio. Un atto crudele che racchiude tutto l'orrore che l'universo di Gomorra vuole farci conoscere.
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"Mi hanno offerto il mondo ed io ho detto di no"
Proprio a Sangueblù e alla sua sempre più rapida ascesa è dedicato il settimo episodio diretto da Claudio Cupellini. Genny (Salvatore Esposito) e Ciro (Marco D'Amore) lo seguono in ogni sua mossa per capire se è veramente pronto per il ruolo che dovrà ricoprire nella guerra contro i Confederati. "Il cavallo di Troia" grazie al quale i due ex nemici torneranno a prendersi il potere a Napoli, tra piazze di spaccio ed un porto sempre più protagonista nella scena criminale. Dal loro ingresso in Gomorra, nel terzo episodio, ci è stata mostrata l'evoluzione di Enzo ed il suo gruppo, da ragazzi "affamati" a veri e propri malviventi navigati.
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Delle formiche operaie che, come instancabili soldati, lavorano per un obiettivo comune, ampliando ed affinando il loro business. Una vera e propria impresa che si allarga, necessitando di spazi più grandi e canali sicuri. Qui entra in gioco Vocabolario (Loris De Luna), figlio della "Napoli bene" grazie al quale riescono a vendere la loro droga a clienti "insospettabili". Ecco allora che lo spaccio non è più circoscritto ai quartieri periferici e degradati ma entra nelle hall di eleganti alberghi o studi medici prestigiosi. Mostrandoci un mercato del quale fingiamo di non accorgerci, gli autori, alzano il velo raccontando la (nostra) collusione con il Male che contribuiamo ad alimentare.
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Un episodio che lascia anche spazio ad una doppia parentesi più intima con l'incontro clandestino tra Genny ed Azzurra (Ivana Lotito) ed il confronto tra Enzo e sua sorella Carmela (Angela Ciaburri). Attraverso quest'ultima passa il messaggio dei Confederati a Sangueblù, con l'offerta al nipote de 'O Santo delle zone un tempo negate a suo padre. In cambio avrebbe dovuto tradire Ciro, consigliere grazie al quale ha saputo ritagliarsi uno spazio nel tavolo dei nomi che contano. Un gesto di fedeltà che da un lato sancisce, ancora di più, il legame con l'Immortale e, dall'altro, avvicina l'inizio della guerra.
"Pure i cagnolini fanno male"
Anche l'ottavo episodio, sempre diretto da Cupellini, vede Enzo ricoprire un ruolo da protagonista accantonando l'impronta democratica del gruppo per assumere sempre più il profilo del leader. Una puntata nella quale lo scontro diventa reale, lasciando i primi corpi dei Confederati a terra grazie all'unione tra "la manodopera" di Sangueblù, la strategia di Genny e Ciro ed i soldi di Scianel (Cristina Donadio). Arrivati a questo punto della stagione possiamo affermare che tra gli elementi meno convincenti c'è la gestione dei personaggi femminili. Sfruttati poco e male se si pensa alla loro capacità di illuminare la scena con un'espressione o un gesto. Lo sguardo fiero di Patrizia (Cristiana Dell'Anna) e l'atteggiamento sferzante di Donna Annalisa finora non sono stati messi a fuoco come avrebbero meritato, restando ingiustamente nell'ombra a giocare il ruolo di spalla.
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Due puntate registicamente impegnative, ricche di locations, linee narrative e sviluppi personali. Su tutti quello di Valerio che, come Enzo prima di lui, ha affidato ad una pistola il definitivo rito di passaggio dopo il quale è impossibile tornare indietro. Claudio Cupellini firma, dunque, la doppia regia di episodi di passaggio necessari perché ogni pedina sia nel posto esatto della scacchiera prima dell'inizio della battaglia vera e propria.
Movieplayer.it
3.0/5