Attenzione, l'articolo contiene spoiler sugli episodi nove e dieci di Gomorra 3! Arrivati a due episodi dal finale di stagione, Gomorra - La Serie, ha vissuto un'altra settimana fatta di indici di ascolto da record, con una media di quasi un milione di spettatori, e l'ormai consueto botta e risposta a distanza tra detrattori e difensori della serie. La polemica stantia sui "rischi" di fascinazione od emulazione rappresentati dai protagonisti e le loro azioni criminali che ha scomodato, da un lato, magistrati e politici, e dall'altro, gli interpreti e Roberto Saviano.
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Ma Gomorra è sopra ogni cosa un prodotto artistico che anche in questo terzo capitolo ha saputo mantenere alto il valore qualitativo sotto il duplice aspetto di forma e contenuto. La scorsa settimana abbiamo assistito a due episodi molto incentrati su Sangueblù (Arturo Muselli), il suo privato e sull'ascesa criminale resa possibile anche dai consigli del mentore Ciro (Marco D'Amore). Tutto questo non ha però distolto l'attenzione dalle altre linee del racconto che, con spazi più o meno ampi, hanno viaggiato parallelamente alla scalata del nipote di 'O Santo per trovare sbocco nelle puntate nove e dieci.
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"Il tempo è finito"
La nona puntata diretta da Claudio Cupellini torna ancora una volta su Enzo ed i suoi fratelli di strada. Grazie all'Immortale, il capo clan dei Confederati, 'O Stregone (Carlo Cerciello), sigla un armistizio cedendo Forcella al pupillo del rivale, consapevole che una guerra sarebbe più costosa di una piazza persa. Sangueblù si riprende così ciò che era stato tolto alla sua famiglia dopo il pentimento del nonno divenuto collaboratore di giustizia. Ancora una volta ci viene mostrato lo spaccio indisturbato fatto in pieno giorno e la macchina ben oliata che lo permette grazie alla partecipazione di insospettabili aiutanti. Una vera e propria incoronazione lo attende per le strade del quartiere del centro storico di Napoli dove anche sua sorella Carmela (Angela J. Ciaburri) lo festeggia, fiera di lui. Ma è proprio lei a metterlo in guardia perché oggi "la parola non vale più" e quello che è stato promesso può essere ritrattato nel più violento dei modi.
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Esattamente come accaduto per i volti storici di Gomorra, tutti orfani di qualcosa o qualcuno, anche Enzo scopre dolorosamente il prezzo da pagare per aver alzato la testa. L'uccisione di Carmela è l'elemento destabilizzante inserito dagli autori per mostrare, da una parte, le conseguenze orrende dettate da una vita votata al crimine, dall'altra la caduta vertiginosa del neo boss di Forcella. Traboccante di veleno e desideroso di vendetta, con l'aiuto di Valerio (Loris De Luna), organizza un attacco contro 'O Sciarmante (Pasquale Esposito), convinto sia lui il mandante dell'omicidio della donna. Il risultato è il suo ferimento, simbolo visibile della sua sconfitta contro il Sistema.
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A ribaltare la mappa del potere è in realtà Genny (Salvatore Esposito). Il deposto re di Scampia e Secondigliano che per diffidenza e forse anche gelosia nei confronti di Enzo finisce per restituire il comando direttamente nelle mani dei Confederati. Un'azione per la quale pagherà in prima persona grazie inoltre al tradimento di Scianel (Cristina Donadio). Un episodio importante che muove l'asse delle alleanze ma che più di tutto mostra cosa significhi vivere sotto la morsa soffocante del crimine. Quella paranza dei bambini raccontata da Saviano nel romanzo omonimo prende qui vita attraverso Cosimo. Il nipote di Sangueblù abbraccia la stessa esistenza degli uomini della sua famiglia impugnando una pistola, incarnazione di un destino destinato a ripetersi.
"Io so aspettare"
L'episodio diretto da Cupellini, inoltre, ci mostra Azzurra (Ivana Lotito) e Genny ancora separati. Analogamente al voltafaccia del marito nei confronti di Don Pietro (Fortunato Cerlino), anche la figlia di Don Avitabile (Gianfranco Gallo) è consapevole che il padre è ormai "un problema da risolvere". In un racconto dove neanche gli affetti più cari sono intoccabili è il piccolo Pietro la merce di scambio usata da Don Giuseppe per schiacciare ulteriormente il genero. Azzurra si vede strappare dalle braccia il figlio per finire in quelle dei Confederati. Genny è così costretto a capitolare, ad abbassare la testa, finendo per restituirgli indirettamente Forcella.
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Non sarà più lui a vendere la droga a Sangueblù ma i capi clan del Sistema. Una battaglia vinta da 'O Stregone ed i suoi alleati che vede Scianel esultare. La iena di Secondigliano è tornata a mostrare i denti aguzzi convinta che Patrizia (Cristiana Dell'Anna) sia il suo jolly. Proprio la fidata compagna di Don Pietro con la sua intelligenza scaltra ed ambigua ci appare come il personaggio più bistrattato dagli autori in questa terza stagione, relegata al ruolo marginale di messaggera. Un peccato se si pensa alla bravura della sua interprete e alle sfumature che avrebbe potuto regalare al racconto. Confidiamo che gli ultimi due episodi le diano lo spazio che merita, specie perché rappresenta la pedina decisiva nello scontro tra Genny, Ciro ed Enzo contro Confederati, Don Avitabile e Scianel.
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Due episodi nei quali aspettavamo lo scoppio della guerra e dove abbiamo assistito, invece, alla fragilità dell'uomo faccia a faccia con il dolore, la paura e l'amore. Il tutto trasfigurato, ovviamente, dalle reazioni e dai codici criminali. Ad un passo dal finale di stagione, poi, la regia di Claudio Cupellini e Francesca Comencini si è addentrata sempre più nel cuore di Napoli arrivando, addirittura, nella pancia e sui tetti della Galleria Umberto I. Una varietà di scenari che hanno giocato un ruolo centrale nell'evoluzione narrativa, nel ritmo e nell'immaginario visivo della serie mantenendone però intatta l'ormai caratteristica atmosfera.
Movieplayer.it
4.0/5