Il Prom, Il ballo del titolo italiano dell'episodio, è qualcosa che noi Italiani difficilmente possiamo capire in tutte le sue connotazioni e per un adolescente americano rappresenta qualcosa che un coetaneo del nostro paese può apprezzare solo in parte e grazie all'immaginario costruito proprio dal cinema e dalla televisione. Prom Queen, uno degli ultimi, attesi episodi del finale della seconda stagione di Glee, contribuisce con efficacia a definire il mito del ballo di fine anno degli studenti americani, fungendo da punto di arrivo delle storyline costruite nel corso delle ultime settimane per molti dei suoi protagonisti.
Infatti per molti di loro la competizione per diventare Prom Queen e King è sembrata negli episodi precedenti ben più importante della preparazione per gli imminenti Nationals e non si fa fatica a comprendere il mix di diverse sensazioni ed approcci che i ragazzi del Glee Club hanno in vista dell'atteso evento formale: per Quinn e Santana è importante vincere e l'approccio è competitivo, per Kurt rappresenta un momento di gioia, per Rachel e gli altri senza accompagnatori può essere invece un momento di depressione.
A dirigere l'atto finale del percorso verso Il ballo è stato chiamato nuovamente Eric Stoltz, già due volte dietro la macchina da presa della serie con risultati alterni in Sfida a coppie ed il meno riuscito Per un bicchiere di troppo. Alla sua terza prova per la serie di Ryan Murphy e compagni, il risultato è più dalla parte della sua prima esperienza e la regia dell'episodio si dimostra di buon livello, con più di una sequenza impostata con intelligenza e creatività, con un buon senso del ritmo e la capacità di saper cogliere, e trasmettere, i diversi momenti emotivi della puntata.
Vengono in mente il ritorno in scena del Jesse St. James di Jonathan Groff e l'interrogatorio di Sue Sylvester ai danni del povero Artie, sorpreso in un maldestro, quanto inutile, tentativo di correggere le bevande del Prom con della limonata. Ma il pensiero va soprattutto all'intenso atto finale, con l'assegnazione sorprendente e provocatoria del titolo di Re e Reginetta, la cui identità era stata oggetto di un grosso spoiler nel corso delle passate settimane. La regia di Stoltz è abile ad enfatizzare il momento della lettura dei vincitori da parte del preside del liceo McKinley, ma anche a seguire con attenzione le reazioni successive ad esso: quelle delle sconfitte Quinn e Santana, ma anche quella dolorosa ed emotivamente complessa del vincitore a sorpresa del titolo di Reginetta, Kurt.Non è solo merito del regista se la sequenza è riuscita, nè dell'abile montaggio che con l'uso dello split-screen evoca un altro celebre Prom cinematografico, quello del Carrie - Lo sguardo di Satana di Brian De Palma, ma soprattutto degli interpreti che danno vita alle emozioni dei giovani protagonisti. Chris Colfer si conferma abilissimo e regge tutto il pathos del momento da solo, passando dalla vergogna alla rabbia all'orgoglioso ritorno in scena in cui riesce a guadagnarsi gli appalusi degli altri studenti, mettendo in secondo piano le pur brave Dianna Agron e Naya Rivera. Ugualmente toccante Max Adler a mettere in scena dubbi e paure di Dave Karofsky, eletto Re accanto al Kurt ed in fuga prima del ballo di rito tra i due vincitori, che verrà eseguito con Blaine e sulle note di una travolgente Dancing Queen.
La canzone degli ABBA è solo uno dei brani eseguiti dai New Directions nel corso del Prom, per il quale il Preside Figgins li ha scritturati contribuendo economicamente alla raccolta fondi in vista del viaggio ai Nationals, ci sono anche Friday di Rebecca Black e Jar of Hearts di Christina Perry, per un'alternanza di momenti lenti e ritmati ad accompagnare i balli degli studenti.
Il ballo è quindi un altro episodio riuscito della serie, che nell'avvicinarsi alla fine del suo secondo anno si prepara ad affrontare una parentesi dolorosa nel prossimo Funeral.