Recensione La faida (2011)

Per rendere al meglio il contesto in cui si svolge la storia, Marston punta sul realismo della messa in scena, e si concentra quindi sulle interpretazioni dei personaggi principali.

Giustizia privata

Sette anni dopo aver presentato il suo Maria Full of Grace alla Berlinale, il regista Joshua Marston torna nella capitale tedesca con un nuovo film in concorso, The Forgiveness of Blood, che segna anche il suo ritorno al lungometraggio, dopo diverse esperienze televisive e la partecipazione a progetti collettivi come New York, I Love You. Un sospirato ritorno quindi, ostacolato dalle difficoltà incontrate da Marston nel trovare i finanziamenti per quest'ultimo film, dovute in parte anche alla crisi economica ma anche alla scarsa disponibilità da parte dei produttori americani, meno interessati rispetto ai colleghi europei.


La storia di The Forgiveness of Blood si sviluppa sullo scenario della comunità rurale dell'Albania del nord, ed è incentrata sulla famiglia di Nik, un ragazzo che è alle prime esperienze sentimentali, e sogna di aprire un internet cafè subito dopo il diploma. Sua sorella Rudina invece spera di poter proseguire gli studi, mentre gli altri due fratelli sono ancora in età scolare. I sogni e le aspirazioni di tutti - in particolare di Nik - vengono drasticamente interrotti dalle conseguenze di un litigio tra il padre del ragazzo, Mark, e uno zio che vive in una casa poco distante dalla loro, in seguito al quale Mark viene accusato di omicidio ed è costretto a nascondersi sulle montagne.
Un evento questo, che condizionerà in maniera drammatica le vite dei protagonisti, che da questo momento sono vincolate ad una legge prevista dal Kanun, un antico codice risalente al quindicesimo secolo, secondo il quale i membri di una famiglia hanno il diritto di vendicare l'uccisione di un loro congiunto ammazzando a loro volta un membro della famiglia dell'assassino, purchè sia maschio e adulto. Una legge che in queste zone dell'Albania sostituisce il codice "ufficiale", nonostante siano stati fatti continui tentativi di scoraggiarla e sradicarla.
Nik, pur non essendo ancora un uomo, è costretto a non uscire mai di casa, e a restare tagliato fuori dal suo mondo. Una situazione, la sua, che potrebbe andare avanti per molti anni, come succede nei tantissimi casi di faide familiari che in Albania nascono quasi sempre per motivi d'onore. La sorella di Nik invece, è incaricata di sostituire il padre nel suo lavoro di commerciante di pane, a bordo di una carrozza trainata da un cavallo, e mandare avanti la famiglia insieme a sua madre.

The Forgiveness of Blood, per il quale Josh Marston e lo sceneggiatore albanese Andamion Murataj hanno svolto approfondite ricerche sul luogo (arrivando curiosamente a trovarsi al centro di una lite simile a quella descritta nel film, nel periodo in cui si sono svolte le riprese, per una questione di permessi) non si sviluppa prevedibilmente sulla linea di sangue tracciata nel contesto di una faida familiare, ma è una storia ambientata in un paese che difficilmente presta i propri scenari al cinema, ed esplora le dinamiche che si sviluppano all'interno di una famiglia della società rurale albanese, quando resta coinvolta in una faida e ne svela efficacemente i risvolti psicologici e sociali, soprattutto per quanto riguarda le nuove generazioni.

Il protagonista, infatti, si ritrova a dover subire i vincoli di un'antica legge popolare, in un'epoca in cui internet e le nuove tecnologie hanno cambiato il nostro modo di rapportarci al mondo e in una fase della sua esistenza in cui ha le aspirazioni e i desideri di un uomo adulto, ma non ha ancora acquisito un pieno senso di responsabilità e la maturità necessaria a imporsi nel suo contesto familiare, praticamente privo di una figura di riferimento maschile. Per ironia della sorte, mentre Nik è costretto in casa, sua sorella Rudina, più matura di lui, troverà un ulteriore motivo di crescita personale nell'imporsi con il suo lavoro in una società prettamente maschilista.
Altri aspetti interessanti di The Forgiveness of Blood, oltre ai contrasti tra la mentalità legata al passato e la modernità, si riferiscono alle regole che vincolano le faide e alle figure dei mediatori, che traggono profitto nel mettere fine ai rancori, cercando dei compromessi tra le due parti.

Per rendere al meglio il contesto in cui si svolge la storia, Marston punta sul realismo della messa in scena, mettendo da parte il meccanismo di tensione che in questi casi sarebbe scontato, e si concentra quindi sulle interpretazioni dei personaggi principali, tra cui Tristan Halilaj e Refet Abazi, rispettivamente nei credibili ruoli di padre e figlio, e di Sindi Laçej nei panni di Rudina.

Movieplayer.it

3.0/5