Ginny & Georgia 3, la recensione: tra soap opera e teen drama la serie riesce comunque a intrattenere

Lo show è tornato su Netflix con gli episodi della stagione 3, proponendo un insieme piuttosto equilibrato di drammi e momenti divertenti.

Una foto di Ginny & Georgia 3

Ginny & Georgia, la serie creata da Sarah Lampert, è tornata su Netflix con gli episodi della stagione 3 addentrandosi in una storia maggiormente all'insegna dei drammi personali, proponendo una narrazione che attinge in parte ai legal drama e alle soap opera. Il risultato è un mix non sempre convincente, anche a causa di una recitazione non del tutto brillante che smorza in modo eccessivo l'impatto drammatico degli eventi rappresentati.

La trama della stagione 3

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Ginny & Georgia 3: Brianne Howey e Scott Porter

La storia raccontata in Ginny & Georgia riprende da dove si era interrotta: Georgia (Brianne Howey) è stata arrestata nel giorno del suo matrimonio con Paul (Scott Porter), il sindaco della città. La protagonista deve quindi affrontare un processo con l'accusa di aver ucciso il marito di Cynthia (Sabrina Grdevich), ritrovandosi alle prese con i segreti legati al suo passato che emergono inesorabilmente e hanno degli effetti devastanti anche su Ginny (Antonia Gentry) e Austin (Diesel La Torraca). Mentre la sua storia d'amore con Paul entra in una fase davvero complicata, Gil (Aaron Ashmore) e Zion (Nathan Mitchell) decidono inoltre di assumere un ruolo più centrale nella vita dei figli.

Ginny, nel tentativo di trovare un qualche tipo di evasione dai suoi problemi, inizia a frequentare delle lezioni di poesia, avvicinandosi così anche al suo 'collega' Wolfe (Ty Doran).
Marcus (Felix Mallard), dopo la fine della sua relazione con la teenager, è invece scivolato in un tunnel oscuro, condividendo più di un problema con Abby (Katie Douglas), segnata dalla fine del matrimonio dei suoi genitori e da un rapporto negativo con la sua immagine.
Max (Sara Waisglass) è impegnata con un nuovo musical da interpretare, problemi sentimentali, i dubbi riguardanti il modo giusto per aiutare il fratello, e una lontananza dalle amiche che sembra sempre più dolorosa. Norah (Chelsea Clark), nonostante l'affetto che prova nei confronti di Ginny, è invece tra le più in difficoltà nel considerare Georgia innocente.

Ginny & Georgia: un insieme di generi non sempre convincente

I nove episodi della terza stagione, pur avendo il merito di approfondire la storia di quasi tutti i personaggi, non solo della famiglia di Georgia, faticano più del dovuto a rendere realmente incisive ed emozionanti le scene che dovrebbero contribuire a giustificare e far comprendere meglio le scelte, anche le più estreme, della protagonista interpretata da Brianne Howey.
I tanti flashback, che aggiungono davvero poco a quello che già si sapeva del passato dei personaggi, sembrano così solo un modo per riempire la durata delle varie puntate, suscitando qualche disappunto nel pensare a come gli autori avrebbero potuto gestire meglio lo spazio e il tempo a disposizione. La scelta di sviluppare il processo durante l'intera stagione, inoltre, impone un ritmo fin troppo lento alla narrazione che, in più momenti, lascia lo spettatore annoiato un po' come Georgia agli arresti domiciliari.

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Ginny & Georgia: Felix Mallard e Antonia Gentry nella terza stagione

L'intera parte legata ai problemi legali è poi tratteggiata in modo davvero approssimativo e con sfumature fin troppo vicine a una soap opera, passando dall'imputata che flirta con il giudice a un colpo di scena poco realistico, senza dimenticare i tanti riferimenti a un'improvvisa popolarità mediatica che avrebbe potuto essere gestita in modo più sarcastico e incisivo. Tutti gli elementi legati a podcast, reality show, film tv prodotti in pochi giorni e non solo, introducono una riflessione solo sfiorata sulla curiosità eccessiva, e in moltissimi casi negativa, delle persone nei confronti di crimini, delitti e drammi dati in pasto ai mezzi di comunicazione senza pensare alle potenziali conseguenze sugli individui.

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Un tuffo nei problemi dei teenager

La terza stagione di Ginny & Georgia riesce invece a centrare maggiormente il proprio obiettivo nella rappresentazione degli adolescenti e dei loro problemi, nonostante in più situazioni si preferisca estremizzare pur di ottenere una reazione emotiva. Gentry riesce a interpretare bene gli aspetti maggiormente vulnerabili del suo personaggio e i suoi tentativi di trovare un equilibrio interiore e personale nonostante il caos che contraddistingue la sua vita. Se nel portare sugli schermi gli adulti lo show Netflix scivola nel surreale, è invece nel rappresentare gli adolescenti che trova la chiave per mantenere comunque l'attenzione degli spettatori.

Nonostante si portino sugli schermi problemi di ogni tipo, gli sceneggiatori sono riusciti a mantenere realistiche le vicissitudini che i teenager superano, molte delle volte proprio grazie al sostegno reciproco, durante i mesi che li separano dall'estate. Sara Waiglass continua a rendere Max una presenza in grado di alleggerire l'atmosfera con la sua personalità esuberante e al tempo stesso darle una sensibilità e una malinconia ben calibrate.

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Ginny & Georgia: una foto della stagione 3

I dilemmi della giovane quando assiste a una scelta discutibile presa da Georgia sono divertenti e credibili, mentre la sua reazione alle dipendenze del fratello ha il giusto livello di preoccupazione e amarezza. Tra le giovani interpreti riesce a distinguersi anche Katie Douglas con la sua complessa Abby, piena di contraddizioni, rabbia adolescenziale e conflitti, con i genitori e con sé stessa. Del gruppo di amiche, almeno in questo capitolo, è Norah a rimanere un po' in ombra, ma Chelsea Clark riesce comunque a emergere in più di una scena.
Felix Mallard, invece, lascia ancora il segno con la sua naturalezza nel portare sullo schermo un ragazzo pieno di ombre, ma dal grande cuore e un'empatia rara.

Una protagonista non sempre all'altezza

Antonia Gentry ha il complicato compito di trovare un equilibrio tra il lato oscuro di Georgia e quello più solare, passando quindi dalla manipolazione ai tentativi di aiutare il vicino a trovare l'amore, senza dimenticare di pensare anche all'amicizia e soprattutto ai figli. Nonostante l'importanza della scena, purtroppo l'attrice fatica davvero nei momenti maggiormente drammatici come quando viene separata da Ginny e Austin. Gentry trova comunque l'approccio giusto per spingere gli spettatori a fare il tifo per il suo personaggio, nonostante le scelte moralmente discutibili.

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Ginny & Georgia 3: Brianne Howey in un'immagine della serie

Tra gli elementi meno convincenti c'è invece l'intera storia che ruota intorno ad Austin, non solo perché il suo interprete è cresciuto durante la pausa delle riprese rendendolo visivamente davvero poco credibile nel ruolo del ragazzino. Tutti gli elementi narrativi che riguardano il personaggio e suo padre Gil (Aaron Ashmore) risultano deboli e poco sviluppati. Il season finale, tuttavia, sembra anticipare un quarto capitolo della storia in cui Austin assumerà un ruolo centrale e non resta che attendere prima di capire se La Torraca sarà in grado di uscire dall'interpretazione piatta e quasi priva di emozioni proposta nella terza stagione.

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Un finale che getta le basi per il futuro

Ginny & Georgia saluta temporaneamente gli spettatori rimescolando ancora una volta le carte in gioco e riportando alcuni dei personaggi qualche passo indietro nel loro percorso, riproponendo amori che sembravano archiviati, problemi che apparivano superati, e nuovi ostacoli ad amori e amicizie.
Pur faticando nel trovare il giusto equilibrio tra puro intrattenimento e seria rappresentazione del mondo adolescenziale, Ginny & Georgia riesce comunque a non deludere le aspettative di chi sta seguendo la storia fin dall'inizio.

Conclusioni

La terza stagione di Ginny & Georgia ha pregi e difetti, faticando forse più del previsto nel passare dagli argomenti seri a momenti più frivoli. Il feeling ormai collaudato tra i membri del cast aiuta a sostenere una narrazione non priva di passi falsi che, comunque, in più di un momento emoziona e persino commuove. La costruzione del racconto, anche grazie alle buone scelte musicali, risulta comunque scorrevole e perfetta per chi è alla ricerca di una serie che non richieda particolare impegno durante la visione.
Il finale aperto getta le basi per la continuazione della storia e sarà interessante scoprire come i personaggi si evolveranno e in che modo si approfondiranno le tematiche più rilevanti e complesse. Uno dei quesiti rimasti inoltre ancora in sospeso è se gli sceneggiatori decideranno di mostrare delle vere conseguenze alle azioni e alle scelte compiute da Georgia e, in questa stagione, anche da Ginny, o se preferiranno proseguire il racconto giustificando in qualche modo le protagoniste.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.1/5

Perché ci piace

  • Il cast è ormai a suo agio nell'interpretare la vita complessa dei personaggi che, tranne in qualche raro caso, risultano ricchi di sfumature e realistici
  • I momenti drammatici e quelli divertenti sono ben distribuiti nel corso delle puntate
  • La rappresentazione delle dipendenze e dei problemi mentali negli adolescenti è compiuta con la giusta sensibilità e in modo non banale

Cosa non va

  • Gli elementi legati al processo non risultano credibili o sviluppati con la giusta cura
  • I triangoli sentimentali appaiono fin troppo prevedibili e stereotipati
  • Le scelte e le azioni negative compiute dalle protagoniste sembrano non avere conseguenze, lasciando eccessivamente in sospeso una possibile riflessione etica e morale