A Giampaolo Morelli piace cambiare: attore, scrittore, sceneggiatore. In più di 20 anni di carriera ha lavorato alla costruzione dei suoi personaggi a 360 gradi. Grazie a 7 ore per farti innamorare, trasposizione cinematografica del suo omonimo romanzo, pubblicato nel 2016, ha fatto il salto definitivo, quello dietro la macchina da presa.
Disponibile on demand sulle principali piattaforme di streaming dal 20 aprile, distribuito da Vision Distribution, 7 ore per farti innamorare vede Giampaolo Morelli nel triplice ruolo di protagonista, sceneggiatore e regista: è Giulio De Martino, giornalista specializzato in economia, la cui vita cambia completamente quando perde compagna e lavoro. Ingaggiato dalla rivista Macho Man, gli viene commissionato un articolo su come sedurre le donne: deve intervistare la "coach di rimorchio" Valeria (Serena Rossi).
7 ore per farti innamorare, la recensione: la risposta italiana a Hitch
Determinata, sicura e pronta ad applicare il metodo scientifico a qualcosa che sembra astratto e irrazionale come l'attrazione fisica, Valeria mette in discussione tutto il mondo di Giulio, il cui animale preferito è sempre stato il pinguino, uno dei pochissimi che si lega a un solo partner per tutta la vita.
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Dalla terrazza di casa sua, Giampaolo Morelli ci ha spiegato come è nata l'idea per questa commedia romantica, ma prima gli abbiamo chiesto una curiosità: come mai ha cambiato il nome del protagonista? Nel libro si chiama Paolo De Martino, mentre nel film diventa Giulio. "Mi chiamo Giampaolo, chiamarlo Paolo anche al cinema mi è sembrato veramente troppo! Non volevo fare un'esaltazione di me stesso" ci ha detto ridendo.
La risposta italiana (e al femminile) a Hitch con Will Smith
La Valeria di Serena Rossi sembra proprio la versione femminile dell'Hitch di Will Smith nel film Hitch - Lui sì che capisce le donne: finalmente a dare consigli su come sedurre le donne è una donna. Come è stato fare questo passaggio?
"L'idea è nata qualche anno fa: su internet ho visto la pubblicità di un tizio che teneva corsi di rimorchio. Mi ha spinto a chiedermi: si può insegnare a rimorchiare?! Mi sembrava una cosa assurda. Ho fatto un'indagine e ho scoperto che esiste una vera e propria rete internazionale di persone che si passano regole, tecniche e strategie online. Ho contattato questo tizio, e altre due o tre persone, i guru della seduzione, e ho chiesto spiegazioni: non sembravano cose farlocche o surreali, come in Hitch, che è un film che tra l'altro adoro, ma basate su differenze biologiche tra maschio e femmina. Mi si è aperto un mondo: la frecciatina acida, il test dello zerbino, come si avvicina in un locale. La seduzione non può essere un colloquio di lavoro, ma qualcosa di più giocoso."
"Ho chiesto quindi una prova della bontà delle loro tesi: hanno accettato di farsi microfonare e li riprendevo con la telecamera da lontano. Effettivamente funzionava: andavano a rimorchiare nei supermercati, nelle librerie, nei bar, nelle piazze e tornavano con numeri di telefono delle ragazze. La cosa che più mi ha colpito però erano i loro alunni: se li portavano in giro, come nel film. Da una parte c'erano quelli che volevano soltanto fare sesso, dall'altra invece c'erano ragazzi e uomini, anche di una certa età, molto sensibili, colti, raffinati, ma completamente paralizzati all'idea di approcciare una donna. Timidi a livello quasi patologico. Mi hanno fatto tenerezza: persone in gamba, ma paralizzate dalla paura, che però con queste tecniche si scioglievano, avevano dei binari su cui andare e non bloccarsi."
Mi è venuta quindi l'idea di inserire queste tecniche di rimorchio in una storia romantica. Quando poi ho scoperto che in Inghilterra c'è una insegnante, molto avvenente, che insegna come sedurre le donne mi sono illuminato: chi, se non una donna, può insegnare agli uomini come rimorchiare un'altra donna? Ho pensato che sicuramente sarebbe molto più efficace una donna di un uomo._"
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La cultura come strumento di seduzione
Quando Giulio finalmente si scioglie, riesce a intavolare conversazioni intriganti citando cartoni animati come Candy Candy e Lady Oscar: i film, le serie, i libri che amiamo, possono diventare un bagaglio utile per renderci più affascinanti?
"Tutto quello che viviamo fa parte di noi: richiamare un sentimento nostalgico è sempre piacevole. Spesso si riguarda con tenerezza a quello che uno è stato: quando ripensi al passato spesso togli i ricordi brutti e tieni soltanto quelli piacevoli. Quindi parlare di ciò che ci rende felice è sicuramente una strategia vincente: l'entusiasmo è contagioso."
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Napoli romantica come New York
Giampaolo Morelli è nato a Napoli e in questo film è come se avesse scritto una lettera d'amore alla sua città. Mostrare una Napoli finalmente non criminale ma solare ed elegante è stata una scelta precisa?
"La commedia romantica è un genere in cui gli Americani sono maestri e sono sempre stati affascinati dall'uso che loro fanno delle loro città. Per me Napoli è una città che ha lo stesso potenziale di New York: come nel Bronx, qui puoi raccontare i gangster movie, i polizieschi, le storie alla Gomorra, di cui sono un grande fan, ma c'è il potenziale anche per una bella storia romantica, come succederebbe a Manhattan. Napoli la vedo adattissima al romanticismo: è un errore che facciamo noi quello di raccontare dei luoghi non luoghi, quasi come se ci fosse paura a raccontare la bellezza delle nostre città. Gli Americani non hanno questa paura: quindi mi sono detto perché non raccontare una Napoli inedita? Che non è nemmeno quella da cartolina, quella del sole, pizza e mandolino, ma una Napoli vera, borghese, bella."
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La rivincita del "bravo ragazzo" e della seduzione dal vivo
Il primo romanzo di Giampaolo Morelli si chiama Un bravo ragazzo. Storia di un giovane prestigiatore, erotomane, dislessico e disadattato, Giulio viene accusato più volte di essere un "bravo ragazzo", come se fosse un difetto. Perché questa ossessione dell'autore per il concetto di "bravo ragazzo"?
"Nel primo romanzo il protagonista non è esattamente un bravo ragazzo: quella è una storia di formazione di un persona timida e molto problematica. In questo film invece Valeria dice che nessuno vuole un bravo ragazzo, ma non è esattamente così: ci sono delle tipologie di persone, sia uomini che donne, che sono attratte da quelle e quelli stronzetti. È vero, lo stronzetto può intrigare, perché magari, nella seduzione, è quello che gioca di più, ma non è detto che poi ci si innamori di lui."
In 7 ore per farti innamorare l'approccio dal vivo è fondamentale: funziona ancora di più rispetto alla seduzione tramite social?
"Il rimorchio online è esattamente uguale al rimorchio dal vivo: se sei asfissiante e melenso nella vita lo sei anche online. Si può essere rimbalzati virtualmente come dal vivo. Ma soprattutto: le persone che conosci in rete a un certo punto le devi conoscere di persona. Il web può aiutarci nel presentarsi, nel rompere il ghiaccio, ma poi bisogna andare avanti dal vivo. Non volevo concentrarmi su questo: almeno nei film continuiamo a rimorchiarci di persona! Per me è una tristezza infinita: credo ancora nello sguardo, dopo due righe che chatto già mi sono annoiato, non so più che dire. Preferisco il contatto degli occhi. Per me è insostituibile: in questo sono vintage."
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Il segreto per essere un buon regista
Cosa ha imparato Giampaolo Morelli dell'essere regista sul set del suo esordio?
"Devi ascoltare i tuoi attori. Devi fare di tutto perché l'emozione arrivi: devi sposare la storia che stai raccontando e raccontarla al meglio, perché è la storia che comanda. Se presti attenzione, è lei stessa a suggerirti come vuole essere narrata. Per me essere regista è un lavoro di grande umiltà, perché si prendono schiaffi da tutti. È importante mantenerla questa umiltà."