Gemini Man, recensione: Due Will Smith al prezzo di uno

La recensione di Gemini Man, film d'azione di Ang Lee con Will Smith in una sua versione più giovane ricreata al computer: temi interessanti ma poco approfonditi.

Gemini Man
Will Smith in Gemini Man

Per fortuna abbiamo la possibilità di argomentare e spiegare la nostra opinione nello scrivere la recensione di Gemini Man, perché diversi sono gli elementi da sottolineare rispetto alle semplici stelline che troverete in fondo a questo articolo, sia dal punto di vista narrativo, il più debole, che tecnico e di pura capacità di intrattenere lo spettatore. Un'operazione complessa, che è stata in gestazione a lungo prima di essere ripresa e completata da Ang Lee, che ha i suoi motivi di interesse a dispetto della riuscita d'insieme, con un Will Smith come sempre efficace e carismatico. Qui addirittura in doppia versione!

Il tema del doppio nella trama di Gemini Man

L'attore interpreta infatti Henry Brogan, un sicario abilissimo, il migliore nel suo mestiere. Gemini Man lo mette in chiaro da subito, mostrandocelo impegnato nella sua ultima missione che consiste nell'eliminare un uomo su un treno in corsa da due chilometri di distanza. Ultima missione perché, una volta ultimata, Brogan decide per un prematuro congedo. Una decisione che non sta bene a tutti tra le fila dell'ente governativo per il quale operava, così Brogan si ritrova nel mirino di qualcuno che ha intenzione di liquidarlo in via definitiva, qualcuno che si rivela estremamente abile, forte e motivato a ucciderlo. Come, quanto e più di lui: perché l'individuo con cui se la dovrà vedere è un suo clone, con le sue capacità abilità, ma di trent'anni più giovane.

Due Will Smith tra i personaggi

Gemini Man Trailer
Will Smith contro Will Smith

L'idea forte e interessante alla base di Gemini Man, quella che ha reso difficile la sua realizzazione per tanti anni in attesa della tecnologia adeguata, è di mettere in scena un faccia a faccia con la propria versione più giovane. Ci sono due Will Smith nel film diretto da Ang Lee, Henry Brogan e Junior, un uomo di 51 anni e il suo clone di 23, che non si trovano solo ad apparire in scena insieme, ma a interagire e combattere come due personaggi in carne e ossa. Non si tratta di deaging come visto in altri film degli ultimi anni (pensiamo ad alcuni momenti del Marvel Cinematic Universe che ci hanno regalato versioni ringiovanite di Robert Downey Jr o Kurt Russell), ma a un vero e proprio personaggio virtuale, realizzato in CGI basandosi sulla recitazione dell'attore.

Will Smith e Fabio Rovazzi nella stessa camera d'albergo per errore: il video è virale

Gemini Man 7
Gemini Man: Mary Elizabeth Winstead e Will Smith in una scena

Un espediente che funziona alla perfezione e che mostra qualche piccolo limite soltanto in un paio di sequenze, paradossalmente le meno adrenaliniche, forse perché danno più tempo di osservare il personaggio e coglierne imperfezioni, o forse perché quelli su schermo sono movimenti a cui siamo più abituati nella realtà, che ci permettono il confronto tra ciò che vediamo e ciò che conosciamo. 
La prova di Will Smith è in ogni caso superata nel doppio ruolo, sia per quanto riguarda il carisma e la sua consueta presenza scenica, sia per le sfumature donate al personaggio... e al suo clone giovane, per il quale il regista Ang Lee gli ha chiesto di mostrare qualche ingenuità in più nella recitazione. L'attore è comunque ben supportato da Mary Elizabeth Winstead che lo affianca per gran parte del film, ma dobbiamo evidenziare il poco approfondimento per gli altri personaggi del film affidati a interpreti ugualmente interessanti come Clive Owen e Benedict Wong.

Non proprio una rivoluzione

Gemini Man 5
Gemini Man: Will Smith in una scena del film

È nello script che risiedono i principali problemi di Gemini Man, che scorre via non senza qualche ingenuità e banalità di troppo nei dialoghi e peccando nella costruzione dei personaggi secondari e le loro motivazioni. Soprattutto, ed è il peccato principale del lavoro di David Benioff (già showrunner de Il trono di spade, qui autore del soggetto), Billy Ray e Darren Lemke, non si sfruttano gli spunti offerti dal tema della clonazione, con le sue interessanti implicazioni morali.

Qualche colpa va attribuita anche ad Ang Lee, perché è vero che la tecnologia 3D Plus con 4K HDR a 120 fotogrammi al secondo offre un ottimo impatto e immerge nell'azione come mai prima, ma è altrettanto vero che avrebbe meritato un pizzico di enfasi in più nella messa in scena: nelle sequenze in cui Ang Lee spinge sull'acceleratore dello spettacolo, come per il frenetico inseguimento in moto per le strade di Cartagena e le conseguente lotta a colpi di Bike-Fu (usando, cioè, la moto come arma per colpire l'avversario), il risultato è più che buono. Ciononostante, il film è scorrevole e di piacevole fruizione, un action movie vecchio stile che poco aggiunge al genere ma che offre due ore d'intrattenimento senza pretese. Resta però il rammarico per quello che sarebbe potuto venir fuori con maggior coraggio e originalità in fase di scrittura, visto il tema di fondo e le risorse investite.

Conclusioni

In conclusione di questa nostra recensione di Gemini Man non possiamo che rammaricarci per l’occasione persa: Will Smith funziona nel doppio ruolo, così come la tecnologia che ne propone la versione ringiovanita e la componente action orchestrata da Ang Lee, ma lo script scivola via tra qualche banalità e ingenuità di troppo, senza approfondire il promettente tema della clonazione e le sue implicazioni etiche. Resta un prodotto d’intrattenimento che coinvolge, intrattiene e regale un paio d’ore di piacevole svago senza troppe pretese.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
2.5/5

Perché ci piace

  • La doppia prova di Will Smith, sempre efficace in questo tipo di ruoli.
  • Le sequenze d’azione, in particolare quella d’inseguimento a Cartagena, ben dirette e orchestrate.
  • La tecnologia 3D Plus con 4K HDR, che assicura immersività e coinvolgimento…

Cosa non va

  • … ma relativa solo alle sale che la sfruttano.
  • Lo script procede scorrevole, ma con qualche banalità e ingenuità di troppo.
  • Il tema della clonazione avrebbe meritato un maggior approfondimento.