Ci sono film che hanno un odore ben preciso. Fight Club puzza di sudore, è impregnato di sangue e lacrime, ha il tanfo delle storie più sporche e crudeli. E nemmeno tutto quel sapone fabbricato da Tyler Durden può ripulire tutto lo schifo in cui ci ha immersi David Fincher. Uno dei migliori film cult di sempre, tratto dal maleodorante romanzo di Chuck Palahniuk, di cui oggi parleremo attraverso qualche curiosità e aneddoto dal set, compie 20 anni e la sua scia di sociopatico terrore per quello che siamo diventati non ha smesso di disturbarci. Arrivato nei cinema americani il 15 ottobre del 1999, Fight Club è una fotografia impietosa dell'occidente contemporaneo.
Quello globalizzato, massificato, annoiato dal benessere e alienato dal troppo che si rivela nulla. Attraverso la storia di un uomo talmente privo di personalità da non meritarsi nemmeno un nome (un Edward Norton sfatto e disorientato come non mai), Fight Club ci getta dentro un labirinto urbano squallido, asettico, del tutto impersonale. Un manifesto sulla sociopatia e sull'impotenza scritto e messo in scena con piacere sadico e malsano. Guardiamo il mondo attraverso gli occhi dell'inetto Narratore innominato, un uomo che subisce la vita, è eternamente insoddisfatto, straniero a casa sua. Un uomo vile che frequenta gruppi di supporto per malati terminali pur di sentirsi migliore di qualcuno. La storia di questa ameba rende il film di Fincher, da sempre interessato al lato più squallido dell'umanità, di una ferocia inaudita. Fight Club fa paura e fa male perché dietro il suo fiero nichilismo sono nascoste tante verità scomode. Una di queste, forse la più attuale e universale, è che la violenza spesso è l'unico modo in cui alcune persone dimostrano al mondo di esistere. Il modo migliore di farsi sentire. Il mezzo più comodo in cui sublimare la noia, la frustrazione e il malcontento.
Fight Club è l'incubo in cui ci siamo svegliati troppi volte, una delle allucinazioni più lucide viste al cinema, un cult assoluto che non ha perso un briciolo della sua potenza e del suo odore così riconoscibile. Così, a vent'anni dalla sua uscita, siamo qui a celebrare il grande cult di David Fincher con dieci curiosità in bilico tra l'assurdo e il curioso. Perdonaci, Tyler Durden, ma abbiamo dovuto violare le prime due regole del Fight Club. D'altronde sei un rivoluzionario. Ci capirai.
1. Le origini del romanzo di Chuck Palahniuk
Fight Club è squallido perché profondamente disumano. Le persone sono depresse, arrabbiate, sole, tenute insieme soltanto dalla rabbia o dalla malattia. E la meravigliosa immagine finale con il Narratore e Marla che si tengono per mano davanti all'apocalisse ne riassume a meraviglia il senso. Un immaginario squallido nato dalla penna di Chuck Palahniuk, ispirato da una triste esperienza vissuta in prima persona. Mentre lo scrittore era in campeggio, si lamentò con dei vicini a causa di alcuni schiamazzi. Il battibecco degenerò e Palahniuk fu picchiato. Il giorno dopo, tornato a lavoro con vistosi lividi e ferite, l'autore si accorse che nessun collega gli chiese come stesse o cose gli fosse successo, facendo finta di niente. Questa indifferenza colpì così tanto Palahniuk da portarlo a scrivere un romanzo dedicato all'assenza di empatia.
2. Brad Pitt subliminale
Uno dei tocchi di classe di Fight Club risiede nel suo essere metanarrativo e di giocare col pubblico attraverso tante piccole apparizioni subliminali quasi impercettibili a livello conscio, ma percepibili inconsciamente. Così come il beffardo proiezionista Tyler Durden inserisce dei fotogrammi osceni nelle pellicole dei film, David Fincher dissemina Fight Club con dei flash improvvisi in cui Durden si manifesta per qualche millesimo di secondo. Il personaggio di Brad Pitt appare ben quattro volte prima che il Narratore lo incontri nell'aereo. E sempre a proposito di lampi subliminali, Fincher nel finale imita per filo e per segno il buon Tyler inserendo un frame in cui appare un pene.
3. Indizi sparsi sul finale
Il finale di Fight Club, con la scoperta dell'alter ego immaginario del protagonista, è considerato tra i colpi di scena meglio assestati degli ultimi anni, confermando la grande passione degli anni Novanta per gli epiloghi scioccanti (Seven, Il sesto senso e I soliti sospetti sono lì a dimostrarlo). Eppure, come spesso capita nei film in cui lo spettatore è beffato dall'inizio alla fine, il regista ha disseminato il film di piccole incongruenze che, a una seconda e più attenta visione, svelano il trucco. Una delle stranezze più rivelatorie di Fight Club si nota nella scena in cui il Narratore e Durden prendono l'autobus e viene pagato un solo biglietto.
4. Cinefilia e citazioni
David Fincher è un cinefilo consumato e con Fight Club ha avuto molta libertà di manovra per dimostrarlo. Tra le citazioni più curiose presenti nel film troviamo il fiato emesso da Norton nella scena ambientata nella caverna congelata. Il gelido anelito è esattamente quello di Leonardo DiCaprio visto nel finale di Titanic, inserito successivamente in post-produzione. Tra le chicche più amate dai fan c'è anche un raffinato omaggio che Christopher Nolan fece a Fincher pochi mesi dopo. Infatti, il numero di telefono di Teddy, l'ambiguo personaggio apprezzato in Memento, è lo stesso di Marla.
5. Tutto vero
Brad Pitt ed Edward Norton, diventati grandi amici nella vita dopo l'intensa esperienza vissuta sul set, hanno cercato di mettercela tutta per calarsi nei loro personaggi e risultare credibili. I due hanno frequentato corsi di lotta (e fin qui niente di strano considerando il titolo del film), e hanno persino imparato a fabbricare sapone proprio come i loro alter ego cinematografici. Pitt si è davvero fatto scheggiare un dente. E no, non è colpa del vero pugno in faccia tirato da Norton nella scena fuori dal locale. Fincher disse all'attore di colpirlo sul serio senza mettere Pitt al corrente della cosa. In questo modo è possibile apprezzare una reazione assolutamente spontanea e autentica. Vera anche la sbronza dei due, realmente alticci nella sequenza in cui lanciano palline da golf (colpendo il camion del catering).
6. Tutto finto
Tra i trucchi di scena più strambi ed efficaci adottati da Fight Club c'è quello studiato per rendere verosimile l'enorme petto di Bob, il malato terminale obeso in cui Norton affonda il volto quando i due si abbracciano intensamente. Una scena diventata iconica perché racconta alla perfezione la profonda apatia di un uomo che ha bisogno di nutrirsi del male altrui per sentirsi bene. Se quell'abbraccio è diventato un simbolo è anche grazie a un sacco di mangime per uccelli inserito sul corpo dell'attore. Il peso? Soltanto 50 chili.
7. Ruoli mancati
Non esistono film senza ruoli mancati, sfiorati, rifiutati con più o meno pentimento col senno di poi. Per quanto Fight Club sia un film unico nel suo (non) genere, in questo non fa eccezione. Tra i candidati al ruolo di Tyler Durden c'era anche Russell Crowe, mentre per il Narratore erano in lizza anche Sean Penn e Matt Damon. La parte di Marla, invece, fu rifiutata sia da Reese Witherspoon (trovava il film troppo dark) che da Sarah Michelle Gellar (impegnata con Buffy). Alla fine, dopo un testa a testa con Winona Ryder, a spuntarla fu proprio Helena Bonam Carter.
8. Jared Leto, la rockstar
Durante il mitico discorso tenuto da Durden all'interno del Fight Club è possibile notare un dettaglio non casuale. Come molti ricorderanno, all'interno del gruppo di seguaci guidato da Durden appare anche un giovane Jared Leto, che un anno prima aveva fondato la sua rock band Thirty Seconds to Mars. Per questo, quando Pitt pronuncia in maniera piuttosto sprezzante la parola rockstar, lancia un'occhiata fugace proprio al personaggio ossigenato di Leto.
9. Invasione di caffè
Fight Club è una feroce critica dell'Occidente globalizzato e massificato. E così, oltre a prendere di mira la standardizzazione dei nostri arredamenti per colpa delle irrinunciabili offerte Ikea, David Fincher ci ha tenuto a seminare il film di bicchieri e tazze di Starbucks. Guardando con attenzione, è possibile notare che ne appare almeno una in ogni scena del film.
10. Cambiamenti sconvenienti
La Fox ebbe qualche perplessità quando si trovò davanti a dei contenuti ritenuti troppo spinti ed eccessivi. Prima di tutto non fu gradita la scelta di far indossare dei guanti gialli a Pitt (idea sua, tra l'altro) nella scena in cui Durden sente Marla e il Narratore fare sesso. Lo studio riteneva ridicola la cosa, ma durante un test screening quei guanti scatenarono una fragorosa risata che convinse tutti a non tornare indietro. Subito dopo aver fatto sesso con Durden, Marla avrebbe dovuto dire la frase: "Voglio un aborto con te". Parole ritenute scabrose dallo studio che impose di cambiare la battuta. Alla fine la donna, dopo l'amplesso, pronuncia testuali parole: "Era dalle elementari che nessuno mi scopava così". Molto meglio ora, vero?