Recensione Volver - Tornare (2006)

Almodóvar torna a colorare con Volver un mondo di donne straordinarie, e come sempre il suo sguardo è penetrante ma eccezionalmente lusinghiero nei confronti dell'altra metà dell'universo.

Fantasmi dalla Mancha

Dopo la parentesi noir al maschile de La mala educación, Pedro Almodóvar torna a colorare un mondo di donne straordinarie con Volver. E come sempre, il suo sguardo è penetrante ma eccezionalmente lusinghiero - come solo quello di un uomo omossessuale può essere - nei confronti dell'altra metà dell'universo. Volver narra di Raimunda, giovane e bella madre di una quattordicenne che vive alla periferia di Madrid, ma torna spesso nell'originario paese mancego per andare a trovare l'anziana zia Paula, con cui è cresciuta. Tra la festosa capitale spagnola e la Mancha schiaffeggiata dal vento si svolge la sua storia, quella di sua sorella Sole, della figlia Paula, dell'amica d'infanzia Agustina e naturalmente della madre Irene, perita in un incendio quattro anni prima.
Donne umili, costrette a barcamenarsi tra più lavori per sbarcare il lunario e a tollerare mariti ubriaconi, traditori e molesti, donne che mentono, manipolano e qualche volta si macchiano di colpe anche più gravi; ma il regista infatuato vede solo il buono in loro, vede un amore e un senso di solidarietà di fronte al quale tutto si perdona.

Dopo la dolcissima suora sprovveduta di Tutto su mia madre, Almodóvar regala a Penelope Cruz una donna diversa, più matura, più segnata, eppure più vitale, e insieme la trasformano in epitome della femminilità: Pedro indugia sul suo decolleté, le inquadra i piedi, segue il suo femminilissimo e fiero incedere e scopre, passo dopo passo, la sua segreta fragilità.
Ma il cuore emotivo di Volver è Carmen Maura: Irene, la madre morta che ritorna per chiedere perdono, perché le figlie hanno bisogno di lei, per curare chi sta male, perché si sente sola. La materna e magnifica Carmen Maura è pura emozione, dal primo istante in cui compare, immagine di un passato già rimosso eppure, da subito, donna vera, di carne, di baci, di abbracci, di lacrime, straziata dal senso di colpa e dalla nostalgia. La madre dà la vita e la vita non è sempre una bella cosa, eppure. Eppure.

Accanto a due donne monumentali altri ritratti femminili non meno deliziosi, dalla sofferente e confusa Agustina, alla tenera e terrorizzata Sole, alla fulgida, giovanissima Paula. Le attrici, tutte da applaudire; e così il loro demiurgo, che non perde la mano felice e ancora una volta ci consegna una storia che diverte, commuove e avvince in ogni istante.

Movieplayer.it

4.0/5