Nel 1937 Walt Disney stava vivendo uno dei più grandi dilemmi esistenziali e artistici: il suo Topolino non era più sulla cresta dell'onda e nonostante le Silly Symphony stessero continuando a riscuotere un buon successo, Paperino aveva sovrastato la notorietà di Mickey Mouse. Serviva un colpo di coda che permettesse a Topolino di tornare sulla cresta dell'onda e quell'idea culminò nell'acquisto dei diritti de L'Apprendista Stregone, l'opera sinfonica di Paul Dukas, per realizzare una Silly Symphony da circa nove minuti, nulla di più. L'incontro, fortuito, con Leopold Stokowski cambiò tutti i programmi di Walt Disney, arrivando a creare quello che oggi conosciamo come Fantasia.
L'idea alla base di Fantasia
Fantasia è stato il terzo Classico Disney, inserito in quella nomenclatura che si è sviluppata postuma rispetto al volere di Walt, e venne distribuito al cinema pochi mesi dopo Pinocchio, nel 1940, con la premiere a New York City. Lì andò in scena per la prima volta quella che per Roy Disney, il fratello di Walt, e per la RKO, l'etichetta di distribuzione che permetteva ai prodotti della Pictures di andare sul grande schermo, era una follia. Ben più grande di Biancaneve.
L'idea di Disney era di dare vita alla musica, rendere popolare e commerciale la musica classica, trasformandola in immagini che potessero renderla accessibile a chiunque. Per farlo non poteva più accontentarsi di chi aveva composto la colonna sonora di Biancaneve e di Pinocchio, quel Leigh Harline che nel 1941 alzò due volte l'Oscar per le musiche del burattino di Collodi. Aveva bisogno di mettere in piedi qualcosa che permettesse alla musica di sembrare reale.
Non fu solo il costo dell'intera operazione a essere spropositato, perché Disney mise in piedi un'intera orchestra sinfonica, un direttore d'orchestra (Leopold Stokowski) e un compositore che gli fece da conduttore (Deems Taylor), ma anche perché costrinse Bill Garity, un inventore passato alla storia come uno dei pionieri della riproduzione sonora al cinema, a creare il primo Sorround: il Fantasound. Disney voleva che tutti i presenti in sala venissero circondati dalla musica, permeati da quel suono che li facesse sentire parte integrante dell'opera che veniva, nel frattempo, proiettata a schermo. Aveva bisogno di farli immergere come se nel 1940 fosse stato possibile dar loro dei visori VR e farglieli indossare, per farli sentire all'interno della villa di Alvise Badoero mentre l'orchestra suonava la Danza delle Ore di Amilcare Ponchielli, oppure di farli rabbrividire insieme a Chernaborg mentre veniva riprodotta Una notte sul Monte Calvo di Antonin Mussorgsky.
Fantasia: La rivoluzione animata ha radici nel passato
Il sogno di Disney prende vita
Oggi parliamo di un'esperienza facilmente tangibile, perché ci basterebbe andare in una qualsiasi sala che ci offra il Dolby Sorround e saremmo in grado di percepire ciò che Disney voleva consegnarci, ma nel 1940, con il sonoro che era arrivato al cinema appena tredici anni prima con Il cantante di jazz, eravamo dinanzi a qualcosa di epocale.
Quel qualcosa ha voluto replicarla, adesso, l'Orchestra Sinfonica di Milano, che all'Auditorium cittadino, in tre diversi spettacoli, ha suonato alcune delle più iconiche musiche di Fantasia e di Fantasia 2000, per far vivere un'esperienza unica a tutta la sala. Partendo quindi dalle Sinfonie 5 e 6 di Ludwig van Beethoven (la prima apriva Fantasia 2000, la seconda - la Pastorale - era il segmento animato con fauni e divinità greche del film del 1940), diretti da Timothy Brock l'orchestra ha proseguito con lo Schiaccianoci di Pëtr Il'ič Čajkovskij; dal sequel del Classico Disney arrivano poi Chiaro di Luna di Claude Debussy, Uccello di fuoco di Igor Stravinskij, per poi tornare a Fantasia con due delle più iconiche melodie: la già citata Danza delle Ore di Amilcare Ponchielli e l'immancabile L'Apprendista Stregone di Paul Dukas.
Il segmento animato che racconta questo strano rapporto di sudditanza tra Topolino e Yen Sid, il maestro il cui nome è il bifronte di Disney, ha una valenza storica imponente: è la prima volta, infatti, che Mickey Mouse appare con le pupille, essendo sempre stato disegnato con un occhio totalmente nero. A compiere questa magia fu Fred Moore, uno dei più geniali animatori che abbia operato sotto l'egida di Walt Disney, purtroppo morto troppo giovane per continuare ad ammaliarci con la sua arte e con le sue intuizioni. La necessità di riabilitare la figura di Topolino al pubblico portò Moore a trovargli una connotazione più umana, più vera, con la quale poter empatizzare di più. A chiudere, poi, la serata l'Orchestra ha suonato Pomp and Circumstances di Edward Elgar e I pini di Roma di Ottorino Respighi, concedendo il bis con il fuori programma del Carnevale degli Animali di Camille Sanit-Saens.
Walt Disney, 7 mosse per conquistare il mondo. Per sempre.
L'opera divulgativa di Timothy Brock
Abbiamo voluto citare il direttore d'orchestra perché Timothy Brock rappresenta, a oggi, uno dei più grandi esponenti, in ambito della direzione musicale, del movimento sonoro al cinema. La Fondazione Chaplin lo ha coinvolto in più di un'occasione per il restauro del sonoro di alcuni film di Charlie e in altre occasioni ha avuto modo di comporre le colonne sonore dei film di Buster Keaton. Il suo impegno è diventato presto divulgativo, oltre a essere quasi accademico nell'occuparsi di opere la cui attività sonora merita di essere preservata. Affascinante il modo in cui, tra l'altro, a schermo spesso sia apparsa la silhouette di Leopold Stokowski impegnato a dirigere la sua orchestra nelle fasi di registrazione di Fantasia proprio mentre Brock faceva altrettanto con quella di Milano. Lo stile dei due direttori, tra l'altro denotato dal fatto che Stokowski fosse stato l'unico a dirigere con la sola imposizione delle mani e senza bacchetta, era ben distinguibile e ha aggiunto un elemento ancora più affascinante nel complesso della visione.
Raramente viene data l'opportunità, in ambito cinematografico, di guardare un film mentre la colonna sonora viene riprodotta dinanzi agli occhi dello spettatore, ma sicuramente farlo con Fantasia diventa più semplice, essendo l'intero film, di fatto, muto al di fuori del tappeto musicale. Ultimamente sta capitando molto con i videogiochi, Final Fantasy in primis, ma parliamo di eventi slegati da quella che è la visione di un film e relegati esclusivamente alla proiezione di cut scenes e filmati ricreati ad hoc. Stavolta l'Orchestra Sinfonica di Milano ha realizzato un piccolo capolavoro, permettendo non solo a noi cinefili ma anche ai numerosi bambini accorsi in sala di ascoltare un concerto di musica classica. D'altronde era questo ciò che desiderava Walt Disney: far ascoltare la musica classica anche a chi, come lui, non ne capiva. E 56 anni dopo la sua morte quel sogno è ancora realtà.