Expats, la recensione: il dolore della maternità

Tre storie di donne, le cui vite si incrociano in quel di Hong Kong, al centro di Expats, la nuova miniserie Prime Video diretta da Lulu Wang, con Nicole Kidman, Sarayu Blue e Ji-young Yoo dal 26 gennaio sulla piattaforma.

Expats, la recensione: il dolore della maternità

Nicole Kidman sembra oramai abbonata alle limited series - che come sappiamo all'occorrenza possono trasformarsi da miniserie a serie più o meno antologiche, come dimostrano i casi di Big Little Lies e Nine Perfect Strangers. Vuoi perché la impegnano per meno tempo della lunga serialità, vuoi perché le permettono di partecipare a più progetti nello stesso anno, vuoi perché spesso è anche produttrice e quindi può dire la sua anche lato creativo, dal soggetto alla sceneggiatura, vuoi perché trattano spesso tematiche a lei care come la condizione femminile nella società di oggi. Confermeremo tanti di questi aspetti nella recensione di Expats, ultima miniserie a vederla co-protagonista e disponibile dal 26 gennaio su Prime Video con appuntamento settimanale.

Una trama oltreoceano

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Expats: Nicole Kidman, Brian Tee in una scena della serie TV

Expats è ambientata negli anni 2010, creata e diretta da Lulu Wang - già apprezzata per il suo lavoro dietro The Farewell con Awkwafina - adattando il romanzo best seller internazionale The Expatriates scritto da Janice Y. K. Lee. La trama della serie vede protagoniste Nicole Kidman (The Undoing), Sarayu Blue (Non ho mai..., Giù le mani dalle nostre figlie) e Ji-young Yoo (Girl Power, Smoking Tigers) nei panni di tre donne le cui vite si ritrovano incredibilmente connesse e collegate nella Hong Kong caotica e frenetica del 2014. Margaret (Kidman) è una donna benestante che ha dovuto (più o meno) lasciare il proprio lavoro di garden designer per badare ai tre figli avuti dal marito Clarke (Brian Tee, Chicago Med, Tartarughe Ninja - Fuori dall'ombra), uomo d'affari che ha fatto trasferire la famiglia a Hong Kong.

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Expats: Sarayu Blue, Jack Huston in una scena della serie TV

Hilary (Blue) è la cognata di Margaret, anche lei donna in carriera e anche lei trasferitasi dall'India per costruire un futuro insieme al marito David (Jack Huston, Boardwalk Empire, Fargo): la coppia non voleva figli ma lui ora ne desidera ardentemente uno eppure non sembrano avere fortuna a concepire. Entrambe vivono nel quartiere di Mong Kok, che si trova nel distretto di Kowloon West ed è caratterizzato da un mix di vecchi e nuovi edifici a più piani, con attività commerciali di vario tipo e molti mercatini e catene di fast food. Hanno domestiche del luogo che le aiutano in ogni aspetto della vita quotidiana e non mancano di rimarcare questo divario sociale, pur senza accorgersene. Mercy (Yoo) è la più giovane del trio, con ancora "tutta la vita davanti": viene dalla Corea, ha viaggiato parecchio e ha attraversato molte esperienze e situazioni lavorative senza trovare mai quella giusta, finché un'opportunità le sfuma davanti agli occhi per un tragico avvenimento. Avvenimento che intreccerà le vite delle tre protagoniste in modi inimmaginabili.

Una vita da espatriate (in casa)

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Expats: Ji-young Yoo in una scena della serie TV

Tutte e tre le donne protagoniste si sentono espatriate, proprio come da titolo, non solo nel Paese dove hanno "scelto" di vivere perché non parlano nemmeno la lingua, ma anche in casa propria, estraniate e allontanate per motivi diversi dal proprio nucleo familiare. Lulu Wang non vuole affrontare solo lo scontro tra culture nei sei episodi della miniserie ma anche e soprattutto quello di generi, amplificato dalla location estera. Una location che più che un personaggio diviene il villain della storia, col suo caos che ti fagocita, vibrante e tumultuoso terremoto che arriva e spazza via tutta la stabilità e le sicurezze costruite con sudore e fatica.

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Expats: Nicole Kidman in una scena della serie TV

Il tema principale che affronta la storia (che non vi spoileriamo per non rovinarvi la sorpresa) attraverso l'avvenimento infausto di cui parlavamo è attuale e strettamente connesso con quello della maternità. Una condizione non necessariamente gioiosa come spesso viene descritta ma frutto anche di stress, pressione sociale, aspettative, difficoltà e problemi. Una condizione fondamentale - forse portante - della società patriarcale in cui esistiamo, che vive un profondo dissidio tra ciò che la tradizione vorrebbe e ciò che la modernità richiede a gran voce. Ovvero una semplice libertà di scelta senza essere giudicate dalla società - che viene sviscerato in tutti i suoi aspetti e sfaccettature attraverso tre donne, compagne, aspiranti (o meno) madri in modi completamente diversi e a volte diametralmente opposti, ma in realtà tutte facce della stessa identica medaglia.

Parenti serpenti

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Expats: Ruby Ruiz, Amelyn Pardenilla in una scena della serie TV

Grande attenzione viene data, come dicevamo, da Lulu Wang alla location, i cui rumori e i cui scenari caotici riempiono e colorano le inquadrature e le sequenze, soffermandosi con la macchina da presa sull'evoluzione di quei luoghi di incontro eppure di solitudine. Expats si interroga inoltre su due tematiche fondamentali: quella del privilegio derivato dal divario sociale delle protagoniste, sia tra loro sia rispetto a chi lavora per loro, pur insistendo a rimarcare che si tratta "di membri della famiglia". Quella della vittima e della colpa, i cui confini non sempre sono così chiari e che spesso, come ci dice un voiceover iniziale, non viene affrontata nel modo giusto o per nulla: quando si racconta una tragedia, si parla più di chi è rimasto e di chi l'ha subita, piuttosto che di chi l'ha perpetrata. Indagando nell'oscurità e non solo nella luce, la miniserie prova a mettere a confronto e a comprendere meglio le azioni che ci spingono e ci muovono nell'esistenza folle che è quella dell'essere umani.

Conclusioni

Abbiamo parlato di maternità sotto forma di dolore e non sempre di gioia, come la società tradizionalmente racconta nella recensione di Expats, perché si tratta del prisma attraverso cui vengono affrontate tutte le tematiche nella miniserie Prime Video prodotta e interpretata da Nicole Kidman. Che si conferma adatta al ruolo di madre scomoda e stressata, accanto a due brave Sarayu Blue e Ji-young Yoo e all’occhio attento di Lulu Wang non tanto e non solo per i personaggi ma soprattutto per i luoghi che abitano.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Il trio protagonista.
  • Tre modi diversi (e forse complementari) di essere donne (e possibili madri) oggi.
  • Il dolore come fil rouge del racconto.
  • L’utilizzo dei suoni e dei colori di Hong Kong.
  • Le tante tematiche affrontate…

Cosa non va

  • …forse troppe?
  • Bisogna darle almeno un episodio per prendere davvero il via.
  • Il ritmo compassato potrebbe non piacere a tutti.
  • Anche l'atteggiamento privilegiato delle protagoniste potrebbe infastidire.