Prima o poi doveva succedere. Anche una macchina editoriale perfetta come quella dei Marvel Studios, amata in egual misura dalla critica e dal pubblico, ha incontrato, per la prima volta in quasi 14 anni di storie, il suo primo incidente di percorso. Eternals è il loro peggior film, almeno stando agli aggregatori come Rotten Tomatoes (47% rotten al momento in cui scriviamo) e Metacritic (con un punteggio di 53), siti che spesso vengono consultati proprio per capire l'umore generale della critica nei confronti di un film. Quali sono i motivi per cui il film di Chloé Zhao, fresca vincitrice del premio Oscar, non è riuscito a far breccia nel cuore della critica? Il nostro intento con questo approfondimento è quello di stimolare una riflessione sui motivi che si celano dietro questo muro contro cui Eternals si è scontrato. Anche a costo di sembrare impopolari non possiamo che ritenere davvero inspiegabile come questo bellissimo film possa essere considerato non riuscito e addirittura il peggiore della lunga saga.
Dentro il meccanismo
Che non fosse un'impresa facile lo si intuiva da tempo. Con la conclusione della lunga Saga dell'Infinito, culminata con Avengers: Endgame, e l'inizio della Fase 4, i Marvel Studios hanno dovuto proseguire un racconto che sembrava concluso, mantenere alto l'interesse nei confronti di un pubblico di fedeli appassionati (con il rischio di sentirsi "stanchi" di questo universo) e presentare nuovi personaggi che potessero sostituire eroi molto amati come il Tony Stark di Robert Downey Jr. e il Captain America di Chris Evans. Una fine che è un nuovo inizio che è anche un nuovo capitolo di una storia più grande. Eternals è un film a suo modo unico: da un lato è un vero primo tassello narrativo nuovo, che - come abbiamo detto nella nostra recensione del film - pone un nuovo punto di vista sul Marvel Cinematic Universe; dall'altro è uno di quei film sulla carta diversi dal resto della produzione, perché diretto da Chloé Zhao, regista che nasce dal cinema indipendente, con uno stile ben riconoscibile e vincitrice del premio Oscar per Nomadland (anche Leone d'Oro) come miglior film e miglior regia. Le dichiarazioni di Kevin Feige prima dell'uscita del film hanno forse illuso un po' troppo la critica oltreoceano che non ha trovato quella voce davvero personale da parte della regista. Eternals è un film che si pone dentro il meccanismo dei Marvel Studios, dove la visione di Chloé Zhao sembra scomparire. Una critica, questa, che sembra sottolineare un grave errore di approccio verso l'opera cinematografica che bisogna commentare, scrivendo di quello che il film doveva essere e non quello che è il film effettivamente è. Che i Marvel Studios, al ventiseiesimo film, possano lasciar perdere la coerenza di tono e stile in favore di un prodotto troppo autoriale è qualcosa che, semplicemente, non appartiene al progetto. Eppure, guardando con occhi sinceri Eternals, ci si può rendere conto di come Chloé Zhao, intelligentemente, all'interno delle regole prestabilite dell'universo condiviso e della direzione artistica di Kevin Feige, stia realizzando un "suo" film. Non parliamo solo dello stile delle riprese o delle inquadrature dedicate ai tramonti (per fare un esempio superficiale), di set naturali all'opposto dell'abuso del green screen, e neppure del montaggio che gioca con le varie dimensioni temporali creando una storia che sembra seguire più l'emotività dei personaggi che la pura e semplice narrazione di eventi, ma soprattutto di sguardo e tematiche. In Eternals Zhao prosegue un suo discorso di umanità e collettività, di armonia umana e di condivisione, presente in tutti i suoi precedenti film dando vita a un film fieramente dentro il meccanismo, ma con una struttura nuova e diversa dai tutti gli altri.
Eternals, la regista Chloé Zhao: "Mi sono ispirata a 2001: Odissea nello spazio"
Umano è non umano
A partire dai protagonisti, dieci esseri divini da presentare e introdurre, che sono rimasti nell'ombra per settemila anni. Gli Eterni non sono semplici persone con superpoteri, non sono esseri umani, nonostante le loro incertezze e le loro emozioni. L'approccio legato alla storia strizza l'occhio, quindi, a un mondo più mitologico che sembra non appartenere alla cultura americana. D'altronde il mito dell'America è quello del self-made man, dell'uomo che con fatica e sacrifici riesce a vivere il "sogno". Non è un caso che questo film Marvel sia stato accostato alla trilogia non particolarmente apprezzata di Zack Snyder dedicata a Superman, realizzata per il DC Extended Universe, che trova in Chloé Zhao un'estimatrice, ricevendo critiche simili. Non vogliamo paragonare la qualità dei lavori dei due registi, già diversi tra loro, per progetti che nulla hanno a che fare l'uno con l'altro, ma va evidenziato come, in entrambi i casi, si sia parlato di una mancanza di emozioni, di legame con i personaggi, di trasporto all'interno della storia. Anche il pubblico sembra aver apprezzato meno il film denotandolo come il primo dei Marvel Studios ad avere un Cinemascore di punteggio B (e a questo proposito sarà interessante vedere il passaparola). Che sia davvero così complicato immedesimarsi in esseri divini e non umani? Che questa dimensione più cosmica sia davvero estranea alla narrazione americana? Oppure il problema è legato semplicemente, ancora una volta, all'aspettativa? Un film di supereroi deve sempre prendersi sul serio, ma non troppo, pena la mancanza di soddisfazione?
Eternals: guida ai personaggi del film Marvel
Il problema è la diversità?
Forse potremmo pensare che il problema di Eternals sia la propria identità, diversa dal resto della produzione canonica (così come quei film della DC erano diversi da quello che il pubblico si aspettava da un film di supereroi). Diversità è un termine che con questo film ha molto a che fare, a partire dalla rappresentazione delle minoranze all'interno della mitologia dei supereroi. Vittima di review bombing da parte di un pubblico che non conosce vergogna di sé stesso, Eternals sta facendo molto parlare a causa delle tematiche LGBTQ+ al suo interno. Rifiutiamo di credere che il problema del film sia il modo in cui rappresenta e racconta il nostro mondo in tutta la sua diversità, tematica che si ripercuote anche narrativamente all'interno del film. Perché la forza di Eternals sta proprio nell'abbracciare tutti, al di fuori dei confini (fisici o mentali) e oltre i limiti del tempo. Rifiutando la classica struttura in tre atti (o, perlomeno, rendendola molto più labile), non separando nettamente i buoni dai cattivi, procedendo più attraverso il linguaggio della poesia anziché della prosa, coinvolgendo dieci personaggi che diventano figure del mondo che hanno contribuito a creare in tutta la loro bellezza ("Non è bellissimo?" chiede Sersi guardando dallo spazio la Terra), proprio grazie alla loro natura in cui ognuno è diverso e unico rispetto agli altri e allo stesso modo importante, Eternals è un'opera che vuole regalare spettacolo, ma anche raccoglierci intorno al falò, come fanno le grandi storie. Uniti.
Il bisogno di crescere
Tra i vari protagonisti vogliamo soffermarci sul personaggio di Sprite, interpretato da Lia McHugh. Migliaia di anni d'età racchiusi nel corpo di un'eterna bambina. Sprite, alla fine del film, decide di sacrificare la propria immortalità per poter crescere e invecchiare, così da scoprire le meraviglie della vita. Questa scelta sembra ripercuotersi a doppio senso sia all'interno del film stesso che come invito agli spettatori. Da una parte, la scelta di Sprite sembra una dichiarazione d'intenti da parte dei Marvel Studios. Bisogna rendere interessante, dopo quasi quattordici anni di storie, queste nuove ramificazioni narrative. Bisogna mantenere vivo quel fuoco che trasporta il pubblico in sala e proseguire quest'epico racconto seriale che non ha precedenti nella storia del cinema. Bisogna, in una parola, cambiare un po'. Iniziare a variare la formula, perché le mode passano e ciò che funzionava prima non è garantito possa andare bene anche dopo. Cambiando la prospettiva sul lungo racconto, Eternals dimostra che i Marvel Studios hanno ancora molto da raccontare, con una coerenza e una precisione che lascia sconcertati. Il pubblico, invece, deve compiere a sua volta la scelta di Sprite: deve crescere. Perché rimanere bloccati nell'autoimposta comfort zone significa rimanere incastrati nei ghiacci di un mondo preistorico. Solo con la voglia di accettare i cambiamenti e la diversità possiamo ritenerci parte di un mondo che ci appartiene e proteggiamo. Così, diventiamo noi stessi mitologia. Non semplici umani, ma Eterni.
Eternals, l'incontro con Chloé Zhao e Angelina Jolie: "Un film sull'amore per l'umanità"