Élite 7, la recensione del finale: non drammatizziamo, è solo questione di corna

La recensione del finale di Élite 7: la serie spagnola ormai è snaturata, non solo per aver fatto un turnover tale da non presentare più nessuno, o quasi, dei personaggi originali, ma anche per aver perso gran parte del senso del mistero delle prime stagioni.

Élite 7, la recensione del finale: non drammatizziamo, è solo questione di corna

Invito a scuola con delitto. C'era una volta Élite, la serie spagnola arrivata in Italia sull'onda del successo di un'altra opera iberica, La casa di carta, e forte di alcuni dei suoi attori, ormai diventati star. Ricordiamo ancora, quando alla prima edizione del FeST, il Festival delle Serie Tv, ci era stato presentato come una sorta di nuovo Riverdale, un teen drama con delitto (che poi Riverdale riprendesse molte cose da Twin Peaks è un dato di fatto, ma qui ci interessa poco). Ma lo schema di Élite era questo: un delitto che appariva in scena sin dal primo episodio, e un viaggio a ritroso, in montaggio alternato con gli interrogatori, che aveva un doppio scopo: la curiosità per l'assassino, il suo movente, la dinamica, da un lato; il rimpianto per vedere in vita una persona che sappiamo già morta, dall'altro. Tutto questo nelle ultime stagioni di Élite, soprattutto nella settima, si perde.

Come vi spiegheremo nella recensione del finale di Élite 7, la serie spagnola targata Netflix ormai è completamente snaturata: non solo per aver fatto un turnover tale da non presentare più nessuno, o quasi, dei personaggi originali. Ma anche per aver perso gran parte del senso del mistero, della suspense, del suo lato noir e giallo. Anche se proprio l'ultimo episodio prova a creare suspense, Élite è un'altra cosa da quella che avevamo conosciuta. È un guilty pleasure, ma sempre meno pleasure.

Un'indagine per truffe economiche può accendere la fantasia?

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Álvaro de Juana e Valentina Zenere sono Didac e Isadora, divisi da un'indagine sugli affari di lei

Anche se, va detto, in Élitela gente continua a morire, e su questo torneremo dopo, in tutta Élite 7 la storyline dell'investigazione non è su un delitto, ma su una storia di bilanci truccati e di truffe economiche che coinvolgono la famiglia di Isadora, la deejay e influencer interpretata da Valentina Zenere, uno dei pochi voti carismatici rimasti nella serie, e in qualche modo anche la madre di Rocìo (Ana Bokesa, che potrebbe essere il futuro della serie), magistrato che ha qualche scheletro nell'armadio. Ma, come potete immaginare, non è che un'indagine per falso in bilancio possa accendere la fantasia e l'entusiasmo del pubblico. Pensate se, ne I segreti di Twin Peaks, invece che su chi ha ucciso Laura Palmer, l'agente Cooper avesse investigato su una serie di scritture private da Benjamin Horne e Leland Palmer. Qui, a dire il vero, l'indagine sembra più che altro un espediente per far litigare i due innamorati, Isadora e Didac, che collabora con la polizia.

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Anche in Élite 7 ci scappa il morto, in ogni caso

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André Lamoglia e Fernando Líndez sono Iván e Joel: amici o amanti?

Anche in Élite 7 ci scappa il morto, in ogni caso. È proprio nel finale di stagione, l'episodio 8. Vediamo la polizia che copre un cadavere con una coperta termica. È una persona che è caduta, o si è lanciata, dall'ultimo piano di un palazzo. Non siamo sicuri su chi sia, e sembra la cronaca di una morte annunciata: qui, per la prima volta in tutta la stagione, una sorpresa c'è. Ma il punto è un altro. Da un lato, non siamo riusciti ad empatizzare davvero con nessuno dei personaggi, in fondo tutti a loro modo negativi, o insulsi, nessuno con quel qualcosa che, anche da cattivo, riesca a intrigarci, a conquistarci. Dall'altro, il fatto che la morte arrivi nell'ultimo episodio (come avveniva nella stagione 6, con la morte di Cruz) non permette di costruirci sopra la trama della stagione, di fare della risoluzione della morte il filo portante della storyline noir.

Ho visto lei che bacia lui, che bacia lei, che bacia me

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Ander Puig e Gleb Abrosimov sono Nico ed Eric, cugini molto diversi fra loro.

Tolto da Élite il giallo, dunque, la serie diventa qualcos'altro. Potremmo riassumerla così: non drammatizziamo, è solo questione di corna, come recitava il pessimo titolo italiano di quel film di Truffaut. Diventa il racconto di equivoci tra due persone che stanno insieme, ma in realtà non stanno insieme, che sono un po' i problemi che ci ponevamo noi a sedici anni, ma che in una serie tv vorremmo costruiti e raccontati meglio. Perché un racconto dovrebbe andare un po' oltre la realtà. E invece l'ultima (nel senso di più recente, perché abbiamo ci sarà un'Élite 8, che sarà l'ultima) stagione di Élite, alla fine, è una canzone di Annalisa: ho visto lei che bacia lui che bacia lei che bacia me. Il finale, con il montaggio alternato di tre situazioni su un balcone, quando sappiamo che chi è morto è proprio caduto dall'alto, provano a dare un po' di curiosità e suspense alla storia: ma siamo ormai a 30 minuti dalla fine. È troppo tardi per conquistarci.

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Gli strani casi di Omar e Nico

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Omar Ayuso è Omar, l'unico personaggio rimasto dalla prima stagione: ma non lo trattano benissimo...

Ma a lasciare perplessi è anche il ruolo all'interno della storia che hanno dei personaggi. Nico (Ander Puig), ad esempio: nella stagione precedente era stato presentato come un personaggio che aveva fatto la transizione da donna a uomo (ed è interpretato davvero da un attore che ha fatto il passaggio) e, seppur non gestita benissimo, era il tentativo di portare questa tematica nella serie. Qui tutto il discorso sul genere, sull'identità e sulla sessualità sparisce e Nico viene utilizzato come contraltare del nuovo arrivato, suo cugino Eric (Gleb Abrosimov) come spalla, come specchio delle sue emozioni. E così anche la ragazza che aveva iniziato una relazione con lui, tolto di mezzo il discorso sulla sua sessualità, diventa semplicemente l'operatrice del telefono amico di Las Encinas. Ma la sorte più triste tocca ad Omar (Omar Ayuso), lui sì uno dei reduci dalla prima stagione. Da personaggio originario andrebbe portato sugli allori. Invece gli viene riservato lo spazio di lato debole di un triangolo, trattato come uno zerbino, e perennemente depresso. Povero Omar, non se lo merita davvero.

Vedetevi Tutto chiede salvezza e Prisma

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Valentina Zenere è la deejay e influencer Isadora

La serie, allora, diventa qualcos'altro. Non più noir, dicevamo, nemmeno teen drama classico. Il nuovo Élite vuole essere una sorta di serie inclusiva, che racconta le differenze, le diverse inclinazioni. Pare che, per scrivere Élite, si proceda analizzando tutte le possibili issues all'ordine del giorno oggi. Il fatto è che Élite non è il posto per farlo. Non ha il giusto tono, la giusta delicatezza. Perché è stata costruita in altro modo, per raccontare altro. Se parti per fare la serie scandalo poi non puoi parlare di temi delicati. Facciamo un esempio, e siamo orgogliosi di farlo, perché parliamo di due bellissime serie italiane. Se volete capire come si parla di salute mentale, disturbi della personalità, diversità, fluidità, vedetevi Tutto chiede salvezza e Prisma, due serie che sono state costruite per raccontare questo, e trovano dall'inizio il giusto tono.

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Maribel Verdú, il momento più triste e il migliore della stagione

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Maribel Verdù e Mirela Balic sono Carmen e Chloe, madre e figlia legate da un rapporto morboso

E chiudiamo come avevamo chiuso la recensione dei primi episodi di Élite 7. Non vi ripeteremo quanto poco carismatici siano i nuovi attori. Ma vi dobbiamo dire di nuovo come la presenza di Maribel Verdú sia stata intensa in questa serie. È a lei che dobbiamo il momento più triste e il migliore della stagione. Prima uno sfiorato incesto con un ragazzo che è suo figlio e non lo sa, ed è anche gay. Impensabile. Ma è sempre lei, che con un'azione che, per una volta conquista tutti, a vincere alla fine, sistemando un esempio di maschilismo tossico e prevaricatore. Maribel ci sarà anche nella prossima stagione, che sarà l'ultima. E, se la vedremo, (ma sì che la vedremo) sarà anche per lei.

Conclusioni

Nella recensione del finale di Élite 7 vi abbiamo parlato di una serie che ormai è completamente snaturata: non solo per aver fatto un turnover tale da non presentare più nessuno, o quasi, dei personaggi originali. Ma anche per aver perso gran parte del senso del mistero, della suspense, del suo lato noir e giallo. Anche se proprio l'ultimo episodio prova a creare suspense, Élite è un'altra cosa da quella che avevamo conosciuto. È un "guilty pleasure", ma sempre meno "pleasure".

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
3.5/5

Perché ci piace

  • La presenza di Maribel Verdù alza la qualità del cast.
  • La serie continua ad avere un suo stile immediatamente riconoscibile.
  • Il finale con un po' di mistero e un delitto ci riporta alle origini della serie...

Cosa non va

  • ... ma è troppo tardi per una stagione che di giallo e suspense ha avuto ben poco.
  • I nuovi personaggi non sono all'altezza dei vecchi, per scrittura e interpretazione.
  • Le istanze sociali tirate dentro la storia non ci sembrano coerenti con il tono della serie.