Vi ricordate di Beverly Hills 90210, il teen drama con cui molti di noi sono cresciuti? Ecco, per spiegarvi il senso della recensione dei primi episodi di Èlite 7, la serie tv spagnola disponibile su Netflix dal 20 ottobre, partiamo da quello show storico. La seguivamo tutti ogni settimana, ma da quando se n'era andata Brenda, cioè Shannen Doherty, ci sembrava che mancasse qualcosa. E quando se n'era andato anche Dylan, Luke Perry, quella serie non ci sembrava più la stessa. Questo per dirvi che dell'Èlite che conoscevamo, e che bene o male guardavamo con piacere, è rimasto ben poco. Saremo arrivati ormai al terzo o quarto rimpasto nel cast. E, dopo che tutti i personaggi originali se ne sono andati, in questa occasione salutano anche Ari (Carla Diaz), Mencia (Martina Cariddi) e Patrick (Manu Ríos), che a loro volta erano entrati in corsa ma avevano tenuto in piedi la serie nelle ultime due stagioni. Èlite 7 quindi è in mano a personaggi e attori che conosciamo da poco: sono sempre meno affascinanti e carismatici, e le storie scritte sempre più con il pilota automatico.
Las Encinas è in agitazione
Las Encinas, l'esclusiva scuola al centro della storia, è in agitazione. Alcuni genitori spingono per espellere Didac, un ragazzo la cui famiglia è nota per far parte della criminalità. Tra questi ci sono i genitori di Nico (Ander Puig), un ragazzo che ha fatto la transizione da donna a uomo. Solo che Didac è il migliore amico di Nico, e per lui sarebbe importante che rimanesse a scuola. Didac è anche legato a Isadora (Valentina Zenere), che non riesce ancora a vivere appieno la sua vita sessuale e sentimentale a causa dello stupro che ha subito. Iván (André Lamoglia), cerca di riprendersi dal lutto per la scomparsa del padre, Cruz, famoso calciatore. Sara (Carmen Arrufat) e Raul (Alex Pastrana) sono ancora indecisi sul lasciarsi o sullo stare insieme. Rocìo (Ana Bokesa) sembra legare con un nuovo ragazzo.
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Il generatore automatico di temi sociali
La sceneggiatura della settima stagione di Élite, come abbiamo detto, sembra scritta con il pilota automatico. Se, già nelle precedenti stagioni, avevamo scritto che pareva esserci un "generatore automatico di scene sexy" (cosa che in Èlite è sempre stata presente, ma all'inizio almeno erano motivate), è sempre più evidente che c'è anche un "generatore automatico di temi sociali". Il nuovo corso di Élite, infatti, sembra spostarsi dalla generica e un po' stilizzata lotta di classe che era presente nelle prime stagioni, verso una serie di istanze che provano a far uscire il racconto dalla torre d'avorio di Las Encinas per arrivare nella società. Il punto è che Èlite non è la serie giusta per parlare di sociale, visto che i suoi toni, la sua profondità non sono adatte. Una serie nata per raccontare e mostrare altro non può, all'improvviso, diventare contenitore per parlare di sociale e di politica. È come se, negli anni Novanta, avessero messo in Beautiful discorsi sulla Guerra del Golfo.
Ogni personaggio è portatore di un'istanza
Così, ogni personaggio sembra messo in scena come portatore di un'istanza. Sara e Raul sono qui per parlarci di violenza domestica e maschilismo tossico. Chloe, una new entry di questa stagione (capelli rossi e guanti lunghi alla Rita Hayworth di Gilda, ovviamente un vorrei ma non posso), sembra volerci parlare di revenge porn e dei rischi dei social (anche se capiremo presto il ribaltamento della questione). Joel, altro nuovo arrivato, delle difficoltà del mondo del lavoro, di chi non ha nulla e per vivere fa il rider. E, infine, Eric (Gleb Abrosimov) ci porta nel mondo della politica, e dei centri sociali occupati. I centri sociali occupati, in Elite...
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Un turnover eccessivo
Detto questo torniamo al discorso da cui siamo partiti. Nella serialità lunga è normale che ci sia un turnover di personaggi e attori, ma in Élite sta diventando davvero eccessivo. Togliendo man mano i protagonisti si è finito per togliere l'anima alla serie. I nuovi ingressi sono poco interessanti sia come personaggi, perché sono scritti in maniera piuttosto schematica, sia come attori, poco carismatici sia nei volti, ma inferiori ai precedenti proprio come capacità attoriale. L'insieme di questi due aspetti fa sì che venga a mancare la fidelizzazione verso la serie. Non c'è un personaggio in cui identificarsi, uno a cui legarsi.
Una luce: Maribel Verdú
In tutto questo, in Élite 7 c'è una luce. È un'attrice dal volto particolare, quella Maribel Verdú che era stata scoperta da Alfonso Cuarón in Y tu mamá también, e che siamo stati felici di rivedere, di recente, in The Flash. Occhi neri caldissimi, volto intrigante, movenze sinuose ed eleganti, Maribel Verdù è una vera sorpresa in questa nuova stagione di Elite. Il che è un pregio e un limite per la serie, che di solito non ha ospitato mai grandi nomi (ma qualche vecchio personaggio potrebbe tornare come guest star). Con una sola espressione si mangia tutti gli altri attori presenti in scena. E la cosa, se da un lato eleva il livello della serie, dall'altro non fa che evidenziare i limiti del cast. Il suo è un ruolo misterioso. E lasciamo a voi il piacere di scoprirlo. Una delle cose più interessanti di Élite, infatti, è scoprire i legami tra i vari personaggi.
Conclusioni
Come vi abbiamo spiegato nella recensione di Élite 7 dopo che tutti i personaggi originali se ne sono andati, in questa occasione salutano anche Ari , Mencia e Patrick, che a loro volta erano entrati in corsa ma avevano tenuto in piedi la serie nelle ultime due stagioni. Élite 7 quindi è in mano a personaggi e attori che conosciamo da poco: sono sempre meno affascinanti e carismatici, e le storie scritte sempre più con il pilota automatico.
Perché ci piace
- Fatta di immagini patinate e di corpi e volti affascinanti, la serie è sempre piacevole per gli occhi.
- Il teen drama con delitto rimane una formula in grado di interessare.
- Arriva un volto bellissimo come quello di Maribel Verdù...
Cosa non va
- ...ma l'arrivo dell'attrice rischia di far sfigurare il resto del cast.
- I nuovi personaggi non sono all'altezza dei vecchi, per scrittura e interpretazione.
- Le istanze sociali tirate dentro la storia non ci sembrano coerenti con il tono della serie.