Recensione Driven (2001)

Stralunato viaggio nel mondo delle corse, poco realistico e ricco di effetti speciali

Effetti speciali ad alta velocità

Se le corse automobilistiche fossero come quelle dipinte in Driven, dovrebbero essere abolite in un battibaleno non solo per la loro estrema pericolosità, ma anche per la loro istigazione a delinquere. Già, perchè nel dorato mondo delle corse ritratto dal film di Renny Harlin, gli incidenti clamorosi e spettacolari (anche troppo, certi sono da fantascienza pura) sono praticamente la normalità e se ne contano a bizzeffe, ma soprattutto ogni pilota è libero di comportarsi come vuole in pista, nemmeno ci trovassimo di fronte a una sorta di Rollerball a quattro ruote. Ma del resto, da un film che si basa quasi esclusivamente sugli effetti speciali, non c'è da aspettarsi molto di meglio.

Sylvester Stallone, che qui nemmeno sfigura talmente piatti e privi di personalità sono gli altri attori (a parte un Burt Reynolds comunque godibile), è un noto ex pilota, che la scuderia fa tornare a correre per aiutare una giovane ma ancora immatura promessa del volante. Per riuscire nella sua missione, ovviamente Stallone (autore, e si vede, anche della sceneggiatura) punterà, più che sull'abilità tecnica, sul cuore e sui sentimenti, che però alla fine trascineranno tutti, pure gli odiati avversari, in un volemose bene conclusivo piuttosto insulso e improbabile. Improbabile come gran parte delle gesta di piloti e macchine, riprodotte se non altro da effetti speciali degni di nota. Il rischio di tutto questo frullato, è che si ha più volte la netta sensazione di trovarsi difronte a un videogame piuttosto che a un film, e anche la regia non lesina a pigiare l'acceleratore (giusto per restare in tema) proprio su questa strada, soprattutto nei frequenti camera car, nelle riprese in pista, nel montaggio e nella frenesia dei colori.
Non manca nemmeno la consueta storiella d'amore, con la bella di turno contesa, udite udite, proprio fra i due grandi rivali in pista, giusto per non deragliare troppo dal binario dello scontato e del già visto. Insomma, consigliato solo a chi vuole staccare la spina (e il cervello) per un paio d'ore e dedicarsi a un esclusivo cinema d'intrattenimento.

Movieplayer.it

2.0/5