Il classico caso di incontro imprevisto: è questo il motivo per cui il racconto della giornata con Eddie Redmayne si divide eccezionalmente in tre episodi, tutti avvenuti nel giro di un paio d'ore al 43° Giffoni Film Festival. In effetti fa parte della categorie di "interviste con sorpresa". Non di quelle che prepari per ore, per capirci, stilando una lista infinita di domande. E poi scopri che, presentazioni incluse, hai due minuti e mezzo a disposizione: il tempo di presentarti, salutare e andar via. Questo è invece il caso in cui ti aspetti una folla di microfoni e registratori, immagini di lottare per prendere la parola e invece ti ritrovi in una stanza gigante con due salottini e una sola persona seduta lì ad aspettarti: l'intervistato.
A rassicurarmi ci pensa l'aplomb che l'interprete di Marius in Les Misérables ha dimostrato pochi minuti prima, in conferenza stampa. Non si è scomposto quando gli hanno chiesto un parere sulla visita di Papa Francesco in Brasile in relazione al Royal Baby e neppure quando gli hanno fatto i complimenti per l'inglese perfetto (Redmayne è nato a Londra e ha studiato a Cambridge). Ecco com'è andata...
In Theory of Everything interpreterai Stephen Hawking, una delle menti più brillanti del nostro secolo. Lo hai già incontrato?
Ancora no, siamo ancora all'inizio del progetto, ma mi piacerebbe molto perché lo ammiro moltissimo.
Vorrei vedere l'episodio perché tutti parlano benissimo della serie e dopo aver conosciuto il cast a Los Angeles (questi ragazzi sono davvero cool!) mi sono incuriosito. La sua partecipazione dimostra quello che di lui avevo già capito: è un divertente in maniera geniale, un uomo straordinario che non si prende sul serio. So che in tv è comparso sia in Star Trek - The Next Generation che in versione animata ne I Griffin.
A te piacerebbe fare da guest star in un telefilm?
Non so cosa avrei dato per partecipare a The West Wing e conoscere di persona Rob Lowe o Martin Sheen: se li incontrassi mi comporterei da fan... Per il resto non guardo molta tv per mancanza di tempo ma mi sto affezionando a Girls, un gioiellino.
Me lo auguro! In effetti a parte la tecnica della recitazione e il talento di un artista, che si esprimono tra il "Ciak" e lo "Stop", fuori dal set gli attori sono individui totalmente diversi. Non tutti amano le attività collaterali che includono eventi mondani, tappeti rossi e incontri stampa. Personalmente li adoro: mi piace parlare con le persone, scambiare opinioni e stabilire relazioni che allarghino i miei orizzonti, ma - che tu ne sia contento o no - sei obbligato a partecipare, fanno parte del gioco. Jennifer Lawrence, oltre ad un talento innegabile e strepitoso, ha dimostrato di essere una ragazza straordinariamente umile e autoironica e ha conquistato tutti.
Tornando a Marius: è un tipo piuttosto sprezzante del pericolo, ricordi un momento in cui ti sei sentito coraggioso?
Quando ho deciso di fare l'attore nonostante non avessi un solo conoscente, tra familiari e amici, che venisse dal mondo dello spettacolo.
Chi erano i tuoi idoli?
Edward Norton e Ralph Fiennes sono tra gli artisti che ammiro maggiormente e a cui m'ispiro fin da piccolo.
Che tipo sei sul set?
Ho un vizio fastidiosissimo: prima di entrare in scena mi esibisco in una serie di tic che danno sui nervi di chi mi circonda.
Cosa, invece, ti mette di buonumore?
L'odore del caffè in casa appena mi sveglio. Ho anche comprato appositamente una macchina per l'espresso e ne vado pazzo. Quando per esigenze di copione invece cambio la mia colazione il livello d'allegria diminuisce, ad esempio quando sono costretto a mangiare moltissime uova per tenere il tono muscolare (tartaruga inclusa!).
Concluso il resoconto del nostro incontro, facciamo un piccolo salto indietro nel tempo per il racconto dei momenti più significativi dell'incontro stampa durante la kermesse campana.
Cosa possiamo aspettarci da Jupiter Ascending dei fratelli Wachowski?
Purtroppo non posso raccontare i dettagli sul film, ma loro sono straordinari e riescono a portare la tua immaginazione al loro livello. Non avevo mai vissuto un'esperienza del genere in tutta la mia vita. È a dir poco elettrizzante!
Non potrò mai dimenticare la variopinta rosa di personaggi che gironzolavano nei Pinewood Studios durante le riprese: nei teatri di posa accanto al nostro giravano alcune scene di Hugo Cabret e I pirati dei Caraibi.
Com'è iniziata l'avventura nel mondo dello spettacolo?
Da bambino ho iniziato con le recite scolastiche, poi sono passato al teatro per sperimentare infine il cinema mescolando il meglio dei due mondi.
Cosa consigli ai ragazzi che vogliono seguire il tuo esempio?
Le generazioni passate sognavano di diventare aristocratici, ora vogliono essere come le celebrity e ricorrono ad ogni espediente, reality compresi (non li giudico, anzi li guardo tutti!), ma credo che bisogni inseguire i sogni con le giuste motivazioni. Io sono diventato attore perché amo raccontare storie.
Il cerchio si chiude con l'incontro con i giovani giurati del Festival, che sono riusciti persino a strappargli un'esibizione live da Les Misérables. Per la cronaca: aveva promesso una strofa e l'ha cantata quasi tutta...
Com'è stato il passaggio dal teatro al cinema?
In una parola? Traumatico! Ero in Australia sul set di Symbiosis - Uniti per la morte e dopo la prima scena Toni Collette mi ha chiesto se volessi rivedermi. Per fortuna l'ho fatto: ho passato 45 minuti a fare faccine e gesticolare vistosamente, com'ero abituato a fare sul palco per enfatizzare l'espressione. Ero inguardabile!
Cate Blanchett sul set di Elizabeth: The Golden Age mi ha dato una lezione incredibile. Un giorno me la sono ritrovata davanti col suo iPad che ripeteva ad alta voce alcune parole e ho capito che faceva esercizi di pronuncia, nonostante fosse una delle più grandi attrici al mondo. Ho capito che i migliori continuano a lavorare duro e imparare.
Cosa ti ha regalato Marilyn?
Ho capito che, a dispetto della rigida gerarchia che vige sul set, il personaggio più defilato, il runner, è in realtà quello che ha in mano la situazione generale, conosce l'umore degli attori e sente ogni cosa.
Cos'hai messo di tuo in Marius?
Gli ho ridato le sfumature presenti nel libro che invece la versione teatrale aveva a volte appiattito fino a farlo sembrare un perfetto idiota, egoista e patetico.
Quale svolta vorresti dare alla tua carriera?
Mi sono accorto che in tutte le mie performance piango. Direi che è ora di smetterla e di darmi alla commedia, insomma a qualcosa di più allegro.