Sembra scontato ricordarlo ma un film, oggi più che mai, ha una vita teoricamente infinita. Può essere visto, rivisto e rivisto ancora. Ovviamente, ogni visione porta con sé qualcosa di nuovo e, addirittura, si può cambiare idea sul film in questione. Ci sono pellicole invecchiate male, che ci sembrano peggiori rispetto a quanto ricordavamo, e ci sono pellicole che invece acquistano valore (o senso) con il tempo. La solita "rivalutazione", insomma. Va poi considerato il confine e il contorno con cui si guarda un film, che è essenziale: una sala rumorosa può rovinare l'esperienza; un posto scomodo, in seconda fila laterale, difficilmente ti permette di apprezzare a pieno lo spettacolo. Poi, ci siamo noi e la nostra bolla (o bollicina), che ci permette - lavorativamente parlando - di vedere con anticipo più o meno tutti i film che vengono distribuiti. Per alcuni di loro, Dune compreso, vale il discorso "festivaliero". Chi sta scrivendo, ha avuto la possibilità di godere della pellicola in occasione dell'anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia del 2021.
Godere, si fa per dire, perché le proiezioni riservate alla stampa, solitamente, sono la mattina alle 9. In punto. Bene, il mastodontico sci-fi di Denis Villeneuve era in programma alle 8.30. Mezz'ora in più non fa differenza, ma non è di certo tra i migliori orari indicati per la visione di un film, figurarsi un film come Dune, dalla durata importante (quasi tre ore) e, cosa più importante, in un contesto in cui le ore di sonno sono spesso in riserva. Ah, dimenticavamo: essendo stato quello il periodo più tosto della pandemia, erano obbligatorie le mascherine. Il risultato? Aspettative in parte tradite, e non aiutate dalla cornice circostante. Un lungo preambolo e un'esperienza personale per dire che l'arrivo di Dune in streaming su Netflix può essere l'occasione rinnovata, la seconda possibilità, la vita che si allunga, come se fosse sotto gli effetti della Spezia, materia magica (la più preziosa dell'universo) che si trova su Arrakis.
Tra la sabbie di Arrakis
Riecco Paul Atreides alias Timotheé Chalamet alle prese con un viaggio doloroso e pericoloso, in bilico tra il retaggio di suo padre, il Duca Leto (Oscar Isaac), che ha trasferito il suo feudo su di un inospitale quanto fondamentale pianeta, ed il suo destino già scritto. Dunque, provateci: se l'ambizioso Dune di Denis Villeneuve, tratto dalla prima parte del romanzo leggendario di Frank Herbert, non vi ha soddisfatto a pieno, ecco una nuova opportunità che potrebbe farvi cambiare idea. La visione in streaming, infatti, viaggia parallela alla nostra zona comfort. Scegliamo noi quando vedere un film, possiamo ascoltarlo in lingua originale, e non abbiamo problemi di posti, di rumori fastidiosi, di luci che si accendono dopo un secondo dalla fine. Nemmeno il tempo di lasciar decantare il momento.
Attenzione, una precisazione: questo non è un endorsement diretto allo streaming, perché la sala cinematografica resta centrale, piuttosto è un approfondimento su quanto sia necessaria una re-visione di un film che, proprio in sala, non ci ha del tutto convinti. Rivedere in modo rilassato Dune sulla tv casalinga (certo, più grande è meglio sarebbe...) ci permette di ripassare innanzitutto l'eccellente messa in scena di Villeneuve, che possiamo suddividere in due macro-sezioni: il comparto visivo e il comparto sonoro.
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Un insieme perfetto di elementi, che ha fatto vincere al film ben sei Oscar, tutti tecnici. La fotografia livida di Greig Fraser rappresenta una delle grandi spinte umorali, diventando importante tanto quanto la sceneggiatura firmata da Villeneuve insieme ad Eric Roth e Jon Spaihts. Il montaggio di Joe Walker è metodico e granitico, e vive in stretta simbiosi con la colonna sonora di Hans Zimmer che, a sua volta, si rifà agli effetti sonori roboanti e spaziali. Ed è poi la scenografia a riempire le immagini di Dune: gli effetti visivi sono il cervello del film, ma il cuore pulsante non può non essere il panorama quasi meta-fisico di Caladan e di Arrakis. I due pianeti sono stati ricreati, per così dire, in Norvegia e nei pressi dell'Oasi di Liwa, negli Emirati Arabi.
Del resto, è innegabile quanto Dune sia un film talmente riflessivo e scenografico che, ad un primo giro, potrebbe non essere digerito al meglio. Rivederlo in streaming su Netflix ci permette di respirare la gigantesca mole cinematografica, ideata da Villeneuve come un blocco iniziale che prevede, obbligatoriamente, una seconda parte. Allora, la visione rilassata e spaparanzata, può essere pure un kindly reminder per i fan (400 milioni di dollari in tutto il Mondo, non male viste le restrizioni da Covid-19), impazienti di ri-volare tra la sabbia di Arrakis con Dune: Part Two. Che, nemmeno a dirlo, è già uno dei più imponente e maestosi film del 2023.
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