"Le politiche all'interno di una sala operatoria sono complicate"
Fin dai tempi di E.R. il medical drama fa rima con pericolo ma anche con rassicurazione. Questo perchè sia che si mostri il realismo, il romance o la denuncia del sistema sanitario statunitense, si tratta di un genere che vuole trovare e mostrare la soluzione, la speranza, i medici che hanno talento e sanno quello che fanno ma hanno anche tatto, quelli che insomma tutti vorremmo quando stiamo male. E poi c'è Christopher Duntsch, soprannominato Dottor Morte, come vedremo in questa recensione di Dr Death, la nuova serie dal 12 settembre su StarzPlay con appuntamento settimanale, questo perché ispirato al popolare podcast statunitense della rete Wondery e a un reale medico, che da promessa della neurochirurgia divenne un pericoloso e atroce macellaio.
Dottor Morte
Un titolo-soprannome che è tutto fuorchè rassicurante, presentando la miniserie Dr. Death come un exposè della burocrazia sanitaria nel Texas e delle sue mille contraddizioni. Joshua Jackson dimostra ancora un'ottima prova attoriale, dopo The Affair, tratteggiando un personaggio detestabile ma pieno di chiaroscuri, e che nel suo mostrare che ha sempre dovuto fare il triplo dello sforzo degli altri, a scuola come negli sport, rivela una gamma di sentimenti che permette allo spettatore di avvicinarsi al personaggio. Egocentrico, permaloso, ma soprattutto dal grande carisma e fascino che abbindolava tutti, dai medici a - e soprattutto - ai pazienti e aspiranti tali. Questo perché il Dr. Duntsch era sinonimo di fiducia e garanzia... prima che diventasse il Dr. Morte. Parallelamente la serie mostra un viaggio tra passato (recente) e presente per raccontare l'origin story di questo villain della medicina, promettente ricercatore ma che sarebbe stato meglio si fosse tenuto ben lontano dal bisturi, abbandonando i suoi pazienti dopo operazioni che per quanto complicate dovevano essere di routine e certamente non avrebbero dovuto portare a post operatori dolorosi, con conseguenze spesso disastrose e permanenti come paralisi, incluso il suo migliore amico.
Da The Knick a The Night Shift: Il ritorno del medical
È proprio nelle relazioni con le persone della sua vita che Duntsch dimostra tutto il suo non saper stare al mondo. E in questo brilla la dottoressa Morgan di Grace Gummer, personaggio complesso e combattuto, conquistato e poi rigettato dall'aura di Duntsch. È quindi un dolore per gli spettatori vedere questa miniserie - ma deve fare male e deve fare arrabbiare questa miniserie, in modo che qualcosa del genere non accada più, in modo che la burocrazia e altri dinamiche non permettano di andare avanti per anni a fare del male, invece che salvare vite, in nome dell'innovazione medica. Il Dr Death è anche un medico che col passare del tempo (e della causa, negli ultimi episodi lo show si trasforma quasi in un legal drama) si è lasciato andare, ha preso peso ed è sempre trasandato.
L'altra faccia della medaglia medica
Ma c'è anche il "poliziotto buono" in questa storia, anzi i poliziotti. Due chirurghi, il Dr Henderson e il Dr Kirby, brillantemente interpretati da Alec Baldwin e Christian Slater, che dopo aver notato un comportamento sospetto in Duntsch si fanno avanti per portare alla luce la verità e denunciarlo alla commissione medica. Troveranno non pochi ostacoli sul loro cammino e a venire in loro aiuto sarà una giovanissima assistente procuratore distrettuale, col volto innocente ma caparbio di Annasophia Robb (l'ex Carrie Bradshaw del prequel di Sex and the City). Il trio ce la metterà tutta per esporre Duntsch e fermarlo una volta per tutte. Una storia cruda e dolorosa che con una scrittura asciutta cinica e sagace e una regia estremamente attenta ai dettagli per acuire la tensione narrativa, poiché da spettatori sappiamo che al contrario degli altri medical non andrà tutto bene, e ci saranno terribili conseguenze dopo ogni operazione. Soffriamo con i pazienti e i loro familiari, ci indigniamo con i medici e gli ospedali che non hanno fermato prima il Dr Morte, ci divertiamo con i battibecchi fra Baldwin e Slater che dimostrano grande chimica e sono il valore aggiunto alla storia raccontata. Jackson dipinge tutte tutte le sfaccettature del personaggio, fin dallo sguardo, magnetico e allo stesso tempo pieno di tristezza, che vive un complesso di superiorità (o inferiorità) pericoloso e dannoso vista la professione scelta. Dr Death è insomma un medical drama da incubo, un medical drama al contrario, che nessuno vorrebbe guardare ma che tutti dovrebbero vedere.
Le migliori 10 serie TV disponibili su Starzplay
Conclusioni
Chiudiamo la nostra recensione di Dr Death, felici di ritrovare Joshua Jackson in un ruolo complesso e stratificato, circondato da un cast di grande livello, insieme a una scrittura e regia al femminile di pregiata fattura. Un racconto che denuncia ancora una volta il marcio del sistema sanitario statunitense e come un medico possa agire quasi indisturbato per anni nel fare del male, prima di poter essere fermato.
Perché ci piace
- Joshua Jackson in un ruolo complesso e pieno di chiaroscuri, che con un solo sguardo riesce a inquietarci e affascinarci allo stesso tempo.
- Un cast di grande pregio, con un'ottima coppia affiatata Baldwin-Slater che aggiungono una verve comica, e il dilemma interiore vissuto da Grace Gummer.
- Scrittura e regia asciutte e piene di tensione.
Cosa non va
- Un medical drama crudo che mostra il lato peggiore della medicina, che fa male e potrebbe infastidire alcuni spettatori, ma è bene queste storie vengano raccontate affinché non accadano più.
- Il trucco prostetico per ingrassare Joshua Jackson è un po' posticcio e rischia di distrarre la visione.