Michael Engler è il regista del film di Downton Abbey, nelle sale italiane dal 24 ottobre e presentato alla 14esima Festa del Cinema di Roma.
La pellicola, scritta da Julian Fellowes, creatore della serie, è perfetta: si ride, si piange, si ritrovano tutti i personaggi e se ne conoscono di nuovi. Uno di loro, Lady Mary (Michelle Dockery), dice che Dio è monarchico, quando l'arrivo del re e della regina a Downton Abbey viene baciato dal sole.
Il regista è d'accordo? Dio è davvero a favore della monarchia? "No!" ci ha detto ridendo Michael Engler, proseguendo: "Credo che tutta la serie, e in particolare il film, abbia una visione ottimista e da favola del mondo: una giornata di sole fa sembrare tutto una favola. Sul set abbiamo avuto talmente tanta fortuna con il tempo, le scene sono tutte piene di sole, quando invece in Inghilterra piove così spesso, che dicevamo sempre che Dio deve essere un fan di Downton Abbey, perché ogni volta che avevamo bisogno del sole c'era."
Il film - di cui abbiamo parlato nella nostra recensione di Downton Abbey - nonostante sia ambientato alla fine degli anni '20, riesce a trattare temi molto attuali come l'omosessualità, rivelandosi moderno, una qualità che il regista ama: "Credo che il teatro e i film, oltre a essere un intrattenimento, aiutino le persone a entrare in contatto con i loro sentimenti più complessi. Ci mette in contatto con persone che non conosciamo e ci fa capire cosa stanno vivendo. Rende temi politici molto personali."
La video intervista a Michael Engler
Le donne di Downton Abbey: forti prima del #MeToo
Le donne di Downton Abbey sono sempre state forti e intelligenti, prima che il movimento #MeToo diventasse di moda. Il regista ama questi personaggi femminili: "Credo sia una delle cose che sono sempre state a cuore a Julian: in ogni epoca, anche quando le donne non avevano una voce, sono sempre state intelligenti, piene di talento, creative e potenti. Dovevano semplicemente trovare modi diversi in cui esprimersi e usare queste qualità. Credo che sia il suo regalo: è molto sottile e non esplicitamente politico. Credo che tutta la sua scrittura sia femminista."