Recensione Underworld: il risveglio 3D (2012)

La bella Selene è tornata, ma stavolta dovrà affrontare dei nemici molto diversi dai suoi precedenti avversari superumani, oltre a prendersi cura di una figlia che nemmeno sapeva di avere, dotata di un incredibile potenziale distruttivo.

Donna, madre, vampira

La saga di Underworld e il suo pubblico avevano una faccenda in sospeso. Dopo i primi due capitoli, dedicati alla bella e letale vampira Selene, al suo amore per l'ibrido Michael, e alla loro lotta contro succhiasangue corrotti e lycan sempre più potenti e arrabbiati, l'ideatore Len Wiseman ci ha fatto fare un bel salto nel passato, producendo una terza pellicola che costituiva in realtà l'inizio della secolare lotta tra figli di Caino e licantropi. Ma, per quanto le origini di una così sanguinosa rivalità meritassero certamente di essere indagate, uno dei motivi di affezione nei confronti del cupo universo di Underworld rimane il carisma di Selene (Kate Beckinsale), ed è su questo che si è deciso di focalizzarsi nuovamente in questo quarto episodio della saga, che riprende la narrazione là dove si era interrotta qualche anno fa.


In una concitata sequenza iniziale, è proprio Selene a rinfrescarci la memoria: gli Anziani, rei di aver venduto la propria stessa progenie in cambio di un'improbabile alleanza con i lycan, sono ormai sconfitti, ma per lei e Michael il futuro non sembra riservare comunque niente di buono. La lotta tra le due specie super-umane si è ormai palesata agli occhi del mondo, che non esita a muovere guerra a entrambe. E' proprio nel corso di una delle cosiddette "epurazioni" che Selene e Michael vengono messi in scacco dalle forze umane, ed è con un'accecante esplosione che terminano i ricordi della nostra protagonista. Spaesata ma non per questo meno pronta all'azione, la vampira si risveglierà in un laboratorio di ricerca, e, dopo una fuga rocambolesca, verrà accolta in una delle ultime casate che ancora sopravvivono in una realtà ormai saldamente dominata dalla specie umana. A confonderle ancora di più le idee è il legame che la lega a una giovane ibrida, evasa come lei dalla struttura scientifica: grazie all'aiuto dell'affascinante vampiro David e dell'ispettore Sebastian, Selene scoprirà che la ragazza è nientemeno che sua figlia, nata in seguito agli esperimenti della Antigen, casa farmaceutica il cui scopo apparente è produrre un vaccino per il vampirismo, e che l'amato Michael è morto dodici anni prima, lo stesso giorno in cui lei veniva catturata e criogenizzata.

Di nuovo, Len Wiseman cede il ruolo di regista, in favore questa volta della coppia formata da Måns Mårlind e Björn Stein, che sembrano trovarsi decisamente a proprio agio nel mondo oscuro delineato dall'autore californiano, a cui sovrappongono una propria personale interpretazione, capace di far virare la pellicola verso contorni ancora più violenti e pulp rispetto alle precedenti. Lungi dall'essersi ammorbidita con la prigionia e il forzato riposo, Selene mette in campo ancora una volta tutte le proprie straordinarie abilità di combattente, e per di più con due motivazioni non da poco a motivarla nella lotta: il desiderio di vendetta nei confronti di chi l'ha privata del suo amore e la necessità di proteggere la figlia, ancora inconsapevole del proprio potenziale distruttivo. Senza rinnegare la natura di film d'azione, e anzi esaltando la componente adrenalinica e spettacolare anche attraverso una stereoscopia di buona fattura, che aumenta la portata suggestiva e trascinante delle immagini, il lavoro dei due registi svedesi si apre quindi anche a tematiche più profonde. Non c'è solo la maternità, ma anche la difficoltà di scegliere tra coraggio e autoconservazione, demandata alla coppia padre-figlio formata dall'altero, sempre convincente Charles Dance, e dal bel Theo James, così come la doppiezza morale incarnata da Stephen Rea, la cui storia meritava forse un approfondimento ulteriore.

Ma non si poteva chiedere molto di più a Underworld: Il risveglio 3D. Una sceneggiatura dal buon ritmo, che certo non si distingue per originalità ma che è in grado di offrire anche qualche credibile momento di pausa dalla lotta, e una brillante gestione delle scene di combattimento sono quanto mette sul piatto questo quarto capitolo della saga: esattamente quel che è lecito aspettarsi da un onesto film d'azione.

Movieplayer.it

3.0/5