Dal 14 maggio è su Sky Domina, serie in otto episodi creata da Simon Burke, che racconta la vita privata e politica di Livia Drusilla, nobildonna romana moglie in seconde nozze dell'imperatore Augusto. A interpretarla è Kasia Smutniak, che recita in inglese in una produzione internazionale di Sky Studios, Fifty Fathoms e Albert Sustainable Production.
Educata dal padre Livio Druso (Liam Cunningham, Ser Davos in Game of Thrones) come se fosse un uomo, la giovane Livia (Nadia Parkes nei primi due episodi) capisce fin da subito quali sono le regole del potere. Dalle prime rovinose nozze con Tiberio Claudio Nerone capisce come muoversi: esiliata, non potendo contare sull'aiuto del padre, torna a Roma senza onore e averi, ma, grazie alla sua abilità strategica, convince Augusto a divorziare e sposarla in seconde nozze, aiutandolo nella sua ascesa al titolo di primo imperatore romano.
Storia, riflessione sul potere e sul ruolo delle donne nella società si fondono in Domina, che può contare sui costumi del premio Oscar Gabriella Pascucci. Abbiamo parlato della serie Sky con la protagonista Kasia Smutniak.
Intervista a Kasia Smutniak
Domina, la recensione: la serie Sky sulle donne che cambiarono la Storia alla corte di Augusto
Domina: la poker face di Kasia Smutniak
Il tuo personaggio è un'abile politica: per riuscirci deve costantemente mantenere una "poker face". Come ci hai lavorato?
È la cosa che mi ha divertito di più nell'arco delle puntate. È stato come fare un gioco di strategia. Come gli scacchi. Livia agisce così: utilizza le persone come le pedine di un gioco. E anche se stessa: mette assolutamente in gioco anche se stessa. E non lo fa per ottenere il potere fine a se stesso, ma per garantire a sé e ai suoi figli la sopravvivenza. E anche per ottenere qualcosa di più: la base delle sue azioni sono degli ideali. Vuole far tornare la repubblica in vita e per ottenere questo deve usare tutti gli strumenti che ha a disposizione, nonché la sua intelligenza e astuzia.
Domina e l'amicizia tra donne
È bello che i rari momenti in cui vediamo l'emotività di Livia siano quando vuole salvare e proteggere la sua amica Antigone. Il tuo personaggio ha più potere però vuole aiutare l'altra donna. Com'è stato mostrare questo bel rapporto tra donne?
È vero, la storia dell'amicizia con Antigone, che è un personaggio inventato, secondo me è molto bella. Ha la funzione di raccontare un'amicizia tra donne. Che spesso è più forte e va oltre le relazioni sentimentali tra donna e uomo. L'amicizia è una cosa molto più forte. Proprio perché le basi di un'amicizia devono essere molto più solide. Spesso è anche più forte dei legami di sangue. È bello questo rapporto tra loro due ed è bello che abbiamo avuto la possibilità di raccontare un rapporto vero d'amicizia tra donne. Che è un po' meno cliché, meno brillante, non come Sex & the City. È un'amicizia vera.
Domina e il crescere come persone libere
Livia è molto intelligente di suo, ma il fatto che il padre l'abbia educata come un maschio, istruendola, le ha dato degli strumenti in più. Quanto è importante l'istruzione e l'educazione per le donne, allora come oggi?
Certo, l'ha fatta studiare, l'ha fatta istruire, perché capiva che l'unico modo per far sopravvivere la figlia in un mondo maschile è farla ragionare come un uomo. O meglio, conoscere meglio, nel profondo, il mondo maschile. Questo le ha garantito la sopravvivenza. Lasciamo perdere l'istruzione, che è chiaro che sia importante. Io sono cresciuta in una famiglia militare e forse sicuramente, inconsapevolmente, i miei genitori, mio padre soprattutto, mi hanno fatto crescere un po' da maschio. Ma forse sbaglio anche lì. Mi ha fatto crescere come una persona libera: né uomo, né donna. Sono cresciuta in una famiglia dove ho sempre vissuto con l'idea che potevo diventare qualsiasi cosa. Non ci sono assolutamente i limiti. Non vuol dire che se non è stato fatto prima io non lo posso fare. Non ci sono i limiti: è solo il tempo che vuoi dedicare per imparare la determinata cosa. E quindi l'autodisciplina.