Continua il grande successo televisivo di Doc - Nelle tue mani 2, seconda stagione dell'acclamata fiction di Rai 1 che attinge dalla storia vera di Pierdante Piccioni, medico che dopo un incidente ha perso dodici anni di memoria e che ha dovuto rimettersi in gioco anche professionalmente diventando un grande sostenitore di metodi più empatici di approccio ai pazienti. Su schermo, ovviamente, la storia è stata adattata e in parte cambiata, è nato così il personaggio di Andrea Fanti, anche lui un medico che che ha visto sparire a causa di un attentato fallito alla sua vita ben dodici anni dei suoi ricordi, anni che lo avevano cambiato e in cui aveva vissuto l'inaccettabile lutto della morte di suo figlio. Andrea dovrà così ripartire da capo, lavorando insieme a quegli specializzandi che prima erano suoi sottoposti e che ora sono diventati non solo suoi pari, ma membri insostituibili di un team che rende il reparto di medicina interna del Policlinico Ambrosiano un'eccellenza. Se c'è un elemento in Doc - Nelle tue mani che di sicuro funziona è, infatti, la coralità e l'affiatamento di tutto il cast coinvolto: protagonisti e comprimari sono in grado di creare un intreccio di vicende tali da appassionare un ampio spettro di pubblico, creando una trama variegata e avvincente. Abbiamo parlato di questo e dell'evoluzione dei loro personaggi (ovviamente senza spoiler) con Pierpaolo Spollon, Gianmarco Saurino e Alberto Boubakar Malanchino, che nella serie fanno parte dell'equipe di DOC come membri insostituibili.
La nostra videointervista ad Alberto Boubakar Malanchino, Pierpaolo Spollon e Gianmarco Saurino
DOC - Nelle tue mani 2: la seconda stagione tra pandemia e nuovi arrivi
Come cambiano i personaggi
Sappiamo che lo spoiler è sempre dietro l'angolo, ma abbiamo chiesto ai tre attori di parlarci dell'evoluzione dei loro personaggi, ovviamente stando molto attenti a non rivelare nulla che rovinasse la visione della serie. A raccogliere l'ardua sfida per tutti per tutti è stato Pierpaolo Spollon, sul set Riccardo Bonvegna: "Tutti e tre i nostri personaggi cambiano tantissimo. Li abbiamo lasciati che hanno avuto le loro belle vicissitudine e quest'anno li raccogliamo e li portiamo in un altro percorso, su un'altra strada. Gli sceneggiatori sono stati sia generosi che infami, ci hanno messo i bastoni tra le ruote, quindi cresceremo e ci distruggeremo ancora. Ci saranno grossissimi cambiamenti." A rispondere, poi, alla domanda su quanto di loro ci sia nei personaggi che interpretano è stato il criptico Alberto Boubakar Malanchino, interprete di Gabriel Kidane: "Secondo me è sempre un gioco, un punto di incontro tra quello che sei tu e quello che è scritto dagli sceneggiatori. C'è sempre parte di noi, però svelare cosa sarebbe come rivelare i trucchi di un prestigiatore."
Il successo di Doc
Lo stesso attore ci ha poi parlato di come la serie usi l'attualità per mutare i loro personaggi: "È stato intenso portare l'attualità della pandemia su schermo. Quello che ci teniamo a dire è che il Covid nella seconda stagione verrà raccontato in una puntata molto speciale, molto curata. Noi come personaggi ci porteremo dietro lo strascico di questa pandemia, ma sarà uno sguardo più sul dopo, sul futuro, non alla situazione presente, questo è quello che fa la differenza tra Doc e altre serie." Ma cosa determina il grande successo della fiction Rai? lo abbiamo chiesto a Gianmarco Saurino, interprete di Lorenzo Lazzarini, che ci ha risposto sottolineando vari aspetti riscontrabili in queste due stagioni: "Come per la prima stagione, anche per questa seconda una parte del successo deriva dal fatto che prende spunto da una storia vera e questo è un gancio emotivo ed empatico per il pubblico che trascina. Il fatto che la storia di Pierdante Piccioni sia reale, sia vera e in parte il fatto che raccontiamo una professione che è stata molto spesso indagata, di cui pensiamo di sapere tanto ma la raccontiamo mettendo in scena anche l'umanità che si trova sotto quei camici. Il fatto che sotto la professionalità di un medico ci sia un essere umano con i suoi affanni, i dubbi e le incertezze rende le nostre storie ancora più affascinanti. Penso che parte del successo derivi da questo... e poi dal fatto che siamo bravissimi!"
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