Nella filmografia e nelle sceneggiature di Mr. Quentin Jerome Tarantino l'utilizzo di certi termini, di certi giri di parole o certi concetti come quello di Like a virgin di Madonna che va intesa come una metafora della "fava grossa" non sono mai casuali. Va tutto letto nel flusso di quella che è una carriera denotata da sensibilità artistica unica e irripetibile nonostante gli innumerevoli tentativi d'imitazione che accostano il buon Quentin alla nostrana La Settimana Enigmistica. Ma nel fiume di parole dette dai personaggi che, da Le iene a C'era una volta a Hollywood, sono stati ideati dall'acclamato filmmaker che ne sta una che, per ragioni anche abbastanza ovvie, ha sempre creato un certo scompiglio: la cosiddetta "N-word", la parola con la N.
![Quentin Tarantino costruisce l'inquadratura sul set di Django Unchained](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2012/05/30/quentin-tarantino-costruisce-l-inquadratura-sul-set-di-django-unchained-242399_jpg_375x0_crop_q85.jpg)
Un termine che viene copiosamente adoperato in tutti i suoi film ma che in Django Unchained, dato il tema alla base del lungometraggio, viene ripetuto ben più di 100 volte. C'è una ricca aneddotica in materia, tanto in senso generale in riferimento alla cinematografia del regista e sceneggiatore di Knoxville quanto, nello specifico, di quello che è accaduto durante la lavorazione di Django Unchained. Che è l'argomento sul quale ci soffermeremo maggiormente.
Chi può e chi non può usare la N-word
Ora metteremo da parte ogni becera considerazione sul politicamente corretto in stile La Zanzara di Cruciani per riportare quello che, nel contesto della società statunitense, è un dato di fatto. Nel corso del tempo ci sono stati molti modi che sono stati usati dai bianchi per insultare e disumanizzare le persone nere. Tenendo sempre bene a mente la complessità della storia nordamericana e di come, in passato, anche gli italiani, specie gli immigrati dal Sud Italia, fossero considerati "non-bianchi", usare la N-word era un modo per trattare quelle persone come delle bestie.
![Christoph Waltz e Jamie Foxx, cacciatori di taglie in azione in Django Unchained](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2012/04/26/christoph-waltz-e-jamie-foxx-cacciatori-di-taglie-in-azione-in-django-unchained-238581_jpg_960x0_crop_q85.jpg)
Oggi, non c'è neanche bisogno di avere una qualche laurea in antropologia o sociologia, basta aver visto qualche film, qualche serie TV e, magari, aver avuto la fortuna di fare una vacanza negli Stati Uniti, la battaglia sulla liceità di usare la N-word ha portato a una sua riappropriazione positiva da parte proprio della comunità dei neri d'America. Non c'è più quella sfumatura dispregiativa, ma, semmai, il tono con cui viene usata è colloquiale, amicale. C'è però chi pensa che solo una persona nera possa pronunciarla e che sia quindi a esclusivo appannaggio della comunità nera, preclusa al resto d'America.
Ecco, terminata questa sommaria e per nulla approfondita spiegazione di un tema così spinoso e intricato, capirete da soli perché i film di Quentin Tarantino sollevino da sempre numerose polemiche collegate a una parola che, nelle sue sceneggiature, risponde molte, moltissime volte all'appello. Fra le voci più critiche troviamo, da sempre, quella di un altro mostro sacro della cinematografia americana, Spike Lee.
Django Unchained e la N-word
Proprio a cavallo dell'uscita di Django Unchained, che peraltro è tutt'ora il film di maggior incasso mai girato da Tarantino con 425 milioni di dollari incassati in tutto il mondo (dato non aggiornato all'inflazione) si levò con forza la voce di Spike Lee. Il filmmaker, che già non aveva un buon rapporto col collega, se la prese non poco per come il tema della schiavitù dei neri, che definiva come un olocausto per la sua comunità, venne inserito in una pellicola eccessiva e "pulp" che faceva un copioso utilizzo della parola con la N.
Contemporaneamente, un altro regista nero come Antoine Fuqua spiegava che, per lui, Tarantino non era assolutamente un razzista, che l'uso di quel termine era calato nel contesto e che, semmai, se Spike Lee doveva fare delle critiche al collega doveva invitarlo a bere un caffé e parlargliene di persona. Fra i difensori di Tarantino figura, inevitabilmente, un attore come Samuel L. Jackson che fra l'altro è amico di vecchia data anche di Spike Lee con cui ha lavorato a più di un film.
![Jamie Foxx nei panni di Django in Django Unchained](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2012/10/19/jamie-foxx-nei-panni-di-django-in-django-unchained-254838_jpg_960x0_crop_q85.jpg)
Qualche anno fa si esprimeva in questo modo sulla tematica dalle pagine di Esquire:"È una st°onzata. Non puoi dire a uno scrittore che non può parlare, scrivere certe parole, metterle in bocca ai personaggi di altre etnie se è quella la maniera in cui quei personaggi parlerebbero. Non puoi farlo, perché altrimenti diventa una falsità; non è onesto. Semplicemente, non è onesto". Dichiarazioni a parte, c'è comunque chi, come Leonardo DiCaprio, interprete del crudele latifondista Calvin Candie, ha comunque avuto qualche ritrosia nel maneggiare questo termine.
La ritrosia di Leonardo DiCaprio
È l'interprete di Django, Jamie Foxx, a essere tornato sull'argomento in una recente chiacchierata con Vanity Fair. Nell'intervista, focalizzata sui ruoli più iconici della sua carriera, ricordando Django Unchained ha citato il momento in cui il co-protagonista Leonardo DiCaprio ha stoppato bruscamente una lettura del copione a causa dell'uso ripetuto della parola con la N nello script di Tarantino.
![Leonardo DiCaprio nella prima immagine ufficiale di Django Unchained](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2012/04/26/leonardo-dicaprio-nella-prima-immagine-ufficiale-di-django-unchained-238580_jpg_960x0_crop_q85.jpg)
L'attore premio Oscar dice che il tema trattato e la costante presenza della N-word facevano sì che DiCaprio avesse problemi a pronunciarla: "Stavamo facendo una lettura del copione e Leo ha detto: 'Ehi, ragazzi. Stop! Non ce la faccio. Questa cosa non mi appartiene'. Samuel L. Jackson ha risposto: 'Dilla, ca°°o! È solo un altro martedì. Fan°ulo'".
Un'esortazione che arrivava proprio dall'interprete del personaggio più complicato del film, lo "schiavo schiavista" maggiordomo di Candie Stephen Warren
Anche lo stesso Foxx si rivolse al collega dicendo che doveva dirla perché era tutto giustificato dal contesto e dalla storia della pellicola in cui i due personaggi, quello di Django e Calvin Candie, non erano propriamente migliori amici, anzi.
![Jamie Foxx e Franco Nero in un scena di Django Unchained](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2012/05/30/jamie-foxx-e-franco-nero-in-un-scena-di-django-unchained-242396_jpg_960x0_crop_q85.jpg)
Gli spiegò che ai tempi della schiavitù i due personaggi non si sarebbero mai parlati e che, nella finzione, non erano amici come accadeva sul set: "Non sono tuo amico. Non sono Jamie Foxx. Sono Django. E gli ho detto che non avrebbe mai potuto interpretare davvero quel personaggio finché non avesse capito cosa significava la schiavitù. È stato difficile. È stato orribile. Il giorno dopo vedo Leo e lo saluto. Non mi risponde. Era pronto. Tutti hanno iniziato a calarsi nella parte".