Groelandia, la casa di produzione di Matteo Rovere e Sydney Sibilia, prosegue il suo viaggio all'interno dei generi presentando a Locarno 2022 Delta, film italiano a lungo atteso che finalmente ha una data di uscita. Secondo quando annunciato, la pellicola ambientata sul delta del Po, interpretata da Alessandro Borghi e Luigi Lo Cascio, uscirà nelle sale italiane nei primi mesi del 2023 con Adler Entertainment. Nel frattempo il pubblico della Piazza Grande di Locarno ha il privilegio di godere in anteprima delle prove d'attore di Borghi e Lo Cascio in un film nerissimo e violento che racconta una regione italiana guardando a modelli americani, in primis il western.
Delta è la seconda regia del 35enne Michele Vannucci dopo Il più grande sogno. Come in quel caso, il regista ha trascorso lungo tempo con la comunità degli abitanti del Delta del Po per raccoglierne le testimonianze e poi raccontare l'universo di coloro che vivono in simbiosi col fiume, in perenne conflitto coi pescatori di frodo. "Il Delta del Po è un luogo emblematico per raccontare l'Italia" spiega Vannucci. "Il mio film racconta come uno spazio abbandonato può diventare una frontiera. Io vivo a Bologna, ho iniziato un viaggio attraverso il fiume facendomi raccontare i problemi del quotidiano. Ho cercato di mettermi al servizio delle persone creando un western moderno, raccontando il rapporto tra uomo e natura e i conflitti che nascono sulle rive del Po".
Il lavoro sul personaggio e sul linguaggio
In Delta Luigi Lo Cascio interpreta Osso, custode volontario del fiume insieme alla sorella, che si scontrerà con gruppo di pescatori di frodo rumeni di cui fa parte anche Elia (Alessandro Borghi), adottato dalla famiglia criminale da piccolo. "Per questo ruolo bisogna non prepararsi, altrimenti avrei riprodotto qualcosa che già conoscevo" spiega Lo Cascio. "Quando ho letto la sceneggiatura ne sono rimasto talmente affascinato che ho incontrato il regista per spiegargli che non credevo di essere capace a interpretare Osso. La sceneggiatura è molto sottile, Osso si occupa di controllare l'equilibrio tra terra e acqua, fa la guardia perché nella regione del Delta il rischio è di essere sommersi da un momento all'altro".
Interviene Alessandro Borghi, interprete di Elia nonché amico di lunga data di Michele Vannucci, che svela: "Dieci anni fa facevo il sorvegliante notturno e Michele è venuto dove lavoravo a fare provini per il suo corto di diploma. Ci ha unito il bisogno di raccontare storie e da allora sogniamo di lavorare insieme perché abbiamo la stessa visione. Oggi al cinema escono film inguardabili, mentre si fatica molto a far uscire film di qualità. Spero di trasmettere al pubblico un po' di quella gioia che ho provato durante il processo creativo che ha portato a fare questo film".
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La storia di una comunità si fa dramma universale
Elia e Osso sono due personaggi ruvidi, ostici, difficili da comprendere nelle loro motivazioni. Ma oltre alla difficoltà di rendere credibili due psicologie così complesse la sfida più grande, per Luigi Lo Cascio e Alessandro Borghi, è stata quella linguistica. Mentre Osso sfodera un accento emiliano che ha messo in difficoltà il siciliano Lo Cascio, Borghi si barcamena tra il rumeno e uno strano accento contaminato nato sul set quasi per caso. "Quando reciti in italiano ti devi sempre porre il problema di come pronunciare una battuta" spiega l'attore. "Il dialetto porta con sé un'espressività di fondo. In questo caso non ho puntato a essere perfetto come emiliano, volevo essere credibile nel mio ruolo, perciò mi sono allenato quotidianamente. Nella scena in cui parlo al gruppo di ambientalisti avevo davanti a me il vero Osso perciò mi sono lasciato andare, cercando di non preoccuparmi troppo".
Alessandro Borghi ha dovuto, invece, imparare a parlare il rumeno e dà credito a Marius Bizau, che interpreta il fratello di Elia, di avergli aperto un mondo "grazie a questa lingua meravigliosa. Per quanto riguarda il mio accento, ho sviluppato un italiano contaminato dal rumeno, emiliano e veneto. L'opportunità di usare un'altra lingua è una cosa che ti porta a mostrare un altro lato della tua personalità". Per quanto riguarda la rappresentazione del conflitto tra locali e pescatori rumeni che violano leggi e regole, Borghi ha una posizione ben precisa e dichiara: "In un paese razzista come il nostro è importante usare il cinema per costruire una dimensione empatica per personaggi che sembrano essere dei nemici. In questo film non ci sono buoni né cattivi, lo spettatore è costretto ad ascoltare le ragioni di entrambi. Questo è il racconto di una comunità, ma è anche la storia di conflitti universali che si possono verificare ovunque e questa è la sua forza".