Domanda retorica, quella del titolo, con un'unica risposta possibile: non potremmo volere nulla di meglio, oggi, da un biopic che, per certi versi, potrebbe già essere il più rock degli ultimi anni. Genere amatissimo, lo sappiamo, e sempre molto apprezzato dal grande pubblico, pronto a cantare e ballare in sala come se fosse ad un concerto. L'equazione, in questo caso, è già vincente: uno dei più grandi cantautori della storia della musica, e uno dei più grandi attori contemporanei.
Sì, perché Jeremy Allen White, scritturato per il ruolo di Bruce Springsteen, è l'intuizione di casting che ci fa ancora credere nel cinema di Hollywood. E Deliver Me From Nowhere, a giudicare dalla produzione, è un film hollywoodiano a tutti gli effetti: dirige Scott Cooper, che la musica la conosce bene, fin da Crazy Heart, e produce, pensate un po' Scott Stuber, ex presidente Netflix. A scrivere il film, lo stesso Cooper, ispirandosi direttamente all'omonimo libro di Warren Zanes, pubblicato in Italia da Jimenez Edizioni.
Deliver Me From Nowhere racconta la realizzazione di un album capolavoro
Ora, Deliver Me From Nowhere non è un biopic in senso stretto (e meno male), bensì gira attorno all'idea di raccontare un'istantanea ben precisa della vita di Bruce Springsteen: la realizzazione dell'album Nebraska, uscito nel 1982. Un album decisivo, più intimo rispetto ai precedenti (se pensiamo ai colori di Born to Run o The River), e sicuramente più dolente rispetto all'album successivo, Born in the U.S.A.. Chitarra, armonica e voce. Musica allo stato puro, l'essenza folk, curda e diretta. Una realizzazione fugace, istintiva, che Springsteen registro originariamente con un multitraccia portatile a quattro piste. Niente fanfare, solo cuore e nervi. Inutile dire che fu un tripudio. Un demo essenziale, avallata dal manager storico Jon Landau che, nel film, ha il volto di un altro fuoriclasse: Jeremy Strong.
Il cast
A proposito di cast, quello di Deliver Me From Nowhere è di assoluto livello: Paul Walter Hauser diventa Mike Batlan, il tecnico del suono che ha lavorato con il Boss durante le sessioni di Nebraska, e poi ecco Stephen Graham nel ruolo di Douglas Springsteen, quel papà con cui l'artista ebbe un complicatissimo rapporto (già raccontato a cuore aperto durante le date di Springsteen on Broadway). Ancora nel cast figurano Odessa Young, Gaby Hoffman, nel ruolo di mamma Adele, e Johnny Cannizzaro e Marc Maron, rispettivamente Steven Van Zandt, icona della E Street Band, e Chuck Plotkin, produttore discografico.
Il set in New Jersey e quell'abbraccio tra Jeremy Allen White e Bruce Springsteen
La produzione di Deliver Me from Nowhere è iniziata decisamente in modo strombattuto, fin dall'annuncio nel marzo 2024, quando venne rivelata la partecipazione attiva e presente di Bruce Springsteen e di Jon Landau. Presenza poi sottolineata da Springsteen, come dimostrano le foto scattate con Jeremy Allen White sul set in New Jersey, tra Rockway e Bayonne (il resto delle riprese si svolgeranno a New York e Los Angeles). Inizialmente, secondo diversi rumour, la distribuzione americana sarebbe dovuta essere di A24. Tuttavia, alla fine, i diritti di distribuzione sono stati acquisiti dalla 20th Century Studios, entrando nel progetto anche come studio di produzione.
"È un onore irripetibile collaborare con Bruce Springsteen, un artista stimolante e incomparabile che rappresenta così tanto per molte persone", ha affermato David Greenbaum, il presidente di Disney Live Action e 20th Century Studios. "La profonda autenticità della sua storia è in ottime mani con il mio amico Scott Cooper, con cui sono entusiasta di collaborare ancora una volta". L'uscita? Fissata per il 2025. Con una suggestione: e se fosse uno dei film di punta della Mostra del Cinema di Venezia? Del resto, Scott Cooper c'era già stato dieci anni fa con un altro biopic, Black Mass. Se così fosse, sarebbe un colpo non da poco.