Defiance: fantascienza di frontiera

Bentornato alla SF, Rockne. Il creatore di Farscape ritorna a Syfy - che aveva impunemente cancellato il cult per investire nelle ultime anemiche stagioni di Stargate - con Defiance, polverosa fantascienza di frontiera che in Italia verrà trasmessa da Axn Sci-Fi

La Terra è irriconoscibile dopo una mutazione artificiale che ne ha radicalmente modificato geografia e fauna. Colpa dei Votan, collettivo di razze aliene a caccia di un pianeta da colonizzare e persuaso che il nostro, con tutta quell'acqua, fosse lì ad aspettarlo. Anni di contrattazioni diplomatiche funambolesche tra terrestri e alieni - mentre la stragrande maggioranza dei secondi giace in ipersonno - avrebbero dovuto risolversi in una pacifica coabitazione, ma qualcosa andò storto e lo spirito della guerra quasi incenerì la Terra. Finì con l'inspiegabile annientamento della flotta Votan e la disintegrazione delle astronavi schiantatesi sull'atmosfera terrestre. Tra questi detriti infuocati i resti di una tecnologia avanzatissima e mistica. Questo il prologo della serie, western con le astronavi (no, non c'entra con Firefly) che documenta la sopravvivenza di una comunità ibrida ai confini della civiltà chiamata Defiance, città autonoma sorta sulle ceneri di St. Louis. In questo Far West del futuro è riuscita a diventare il luogo dove un (fragile) equilibrio tra umani ed extraterrestri è possibile, fintanto che la mente e il braccio - la pacata sindaca e lo sbrigativo sceriffo locali - riusciranno a contenere insofferenze e attriti di questo melting pot di confine.


Con un inizio un po' laborioso parte una serie stuzzicante, in cui il sindaco Amanda (la Julie Benz di Dexter) è la sorella della maîtresse proprietaria del saloon locale Kenya (la Mia Kirshner di The L Word), e lo sceriffo Nolan (Grant Bowler, True Blood) è un ex militare che ha adottato una bellicosa aliena veggente, la irathient Irisa (Stephanie Leonidas). L'antagonista ricco e dai loschi affari è un alieno albino (il casthithan Datak Tarr, interpretato dallo scozzese Tony Curran di I pilastri della Terra) con una moglie saggia e bramosa di potere (Stahma, la londinese Jaime Murray di Hustle), e i banditi che assaltano le diligenze sono bande di punk extraterrestri in motocicletta. Completano questo contingente di personaggi colorato e selvaggio quanto quello di Farscape, un dottore sarcastico e insofferente (l'indogene Yewll, Trenna Keating di Combat Hospital), il proprietario locale di una miniera, l'umano McCawley e sua figlia adolescente Christie, la quale ama ricambiata il rampollo dei Tarr e DJ locale, Alak.

Defiance è creata da O'Bannon assieme a Kevin Murphy (Caprica) e Michael Taylor (Star Trek - Deep Space Nine, Star Trek Voyager, Battlestar Galactica, Caprica), autori abili nel trasporre sul piccolo schermo le dinamiche politiche e sociali di comunità eterogenee di futuri precari. Le prime puntate di Defiance mirano a indagare le difficoltà quotidiane di una nuova civiltà che cerca faticosamente di far coesistere razze diverse. Fuori dalla città incombe la spietata repubblica terrestre, un regime opportunista che verso la fine della stagione minaccerà la pace e l'equilibrio locale. La serie poggia su un background superbamente articolato: usi, costumi sociali, religiosi e sessuali delle varie etnie Votan sono elaborati puntualmente. I castithan somiglino un bel po' (ma sono più attraenti) ai wraith di Stargate e gli irathient sono identici agli interion di Farscape, ma aspetto escluso, le razze Votan esibiscono caratteristiche originali. Anche la colonna sonora integra musiche peculiari di ciascuna specie; Bear McCreary, già fecondo compositore per Battlestar Galactica, costella la serie di suggestive cover celebri - da Come As You Are _dei Nirvana, a _Time After Time di Cyndi Lauper, a Jackson di Johnny Cash. Peccato per lo score, variazione sul tema di quelli ideati per Caprica e Da Vinci's Demons. Il linguista David J. Peterson (Il trono di spade) ha provveduto a inventare grammatica e semantica di una manciata di lingue Votan, tra cui castithan e irathient. Defiance, come altre serie di Syfy, non può vantare un suo punto di forza negli effetti speciali utilizzati per gli ambienti in CGI (ricordiamo orripilati quelli di Sanctuary), mentre gli altri FX che riproducono le fonti di energia aliena sono suggestivi e riportano efficacemente lo spettatore alla dimensione spettacolare della fantascienza, spesso rarefatta nell'atmosfera western.
Curiosamente, la serie ostenta un ensemble dove i protagonisti sono i personaggi meno coinvolgenti, mentre gli antagonisti sono multiformi e affascinanti. I secondari più interessanti, chissà perché, hanno la tendenza a fare una brutta fine. A Bowler, Benz e Kirschner toccano ruoli un po' insipidi, mentre il fulvo scozzese Tony Curran, cui è andata la parte del castithan di umili origini ma in ascesa Dalak, può giocare con la natura melliflua di un cattivo dalle buoni ragioni. Moglie di questo colono che si è fatto dal nulla una posizione e traffica in ogni sorta di contrabbando illecito, è la nobile Stahma, il personaggio più seducente - sia intellettualmente che fisicamente - di Defiance: manipolatrice shakespeariana sofisticata e insospettabile, è costruita con maestria dalla Murray, che l'accessoria minuziosamente di una mimica inconfondibile e rivelatrice. Da menzionare la presenza delle guest ricorrenti di Noah Danby (è il gigantesco bandito Sukar) e Gale Harold (l'uomo della legge Lang).

Defiance prende una piega sempre più bizzarramente soprannaturale e bellicosa man mano che si avvicina la fine della prima stagione, dirottando da quella che era la storia di un'incerta convivenza interrazziale dove politica, religione e usanze erano gli strumenti di un fragile equilibrio, verso una prospettiva distopica di regimi incombenti e armi di distruzioni di massa mistiche. Irisa ha le visioni - di induzione divina - come la Chiana di Farscape, e il destino della teenager ribelle è determinante per orientare il futuro di Defiance verso la pace o verso la guerra. Un futuro che conosceremo nella prossima stagione, auspicabilmente meno western e più fantascientifica, anche se, per una una serie partita come l'epopea di una città di frontiera aliena alle prese con la multietnicità, non sembra una notizia entusiasmante. Per ora ci garba lo stesso.