Deadpool 2 è un seguito che conferma la sfrontata irriverenza dell’originale

Torna l'antieroe Marvel con un sequel in linea con quanto visto di buono nel primo film, a dispetto di un paio di forzature in più che non rovinano l'effetto complessivo.

Deadpool 2: Ryan Reynolds in una scena del film
Deadpool 2: Ryan Reynolds in una scena del film

Tutti conosciamo la coraggiosa e particolare storia produttiva con la quale Deadpool ha raggiunto le sale cinematografiche nel 2016, dopo esser stato in lavorazione per dieci anni, sostenuto dal crowfunding del suo pubblico e dalla determinazione del suo protagonista Ryan Reynolds, già perfettamente in parte nella geniale fase di preproduzione e marketing del film. Difficoltà relative alla difficoltà di rendere su schermo un personaggio estremo, folle e bizzarro, così lontano dal rassicurante eroismo per famiglie dei cinecomic del Marvel Cinematic Universe ma anche dai compagni mutanti di casa Fox.
Difficoltà che hanno accompagnato anche la lavorazione del suo seguito, a dispetto del successo del primo capitolo e del supporto che i riconoscimenti di pubblico e critica gli avrebbero dovuto dare, a cominciare dall'abbandono del regista Tim Miller e di reshoot piuttosto recenti. Piccoli ostacoli che non hanno rovinato il sequel di Deadpool che arriva in sala il 15 maggio e conferma molto di quello che di buono avevamo apprezzato due anni fa, partendo da un primo, grande elemento di forza: il suo protagonista.

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Deadpool 2: Ryan Reynolds e Leslie Uggams in una scena del film
Deadpool 2: Ryan Reynolds e Leslie Uggams in una scena del film

Lo spirito di Deadpool

Se tutta l'operazione funziona, ora come due anni fa, è perché lo fa Ryan Reynolds nei panni del Merc with a Mouth: l'attore americano ne incarna lo spirito in tutto e per tutto, nella sfrontatezza così come in quell'umorismo scorretto e fuori controllo, da dodicenne immaturo e ribelle. Una scelta di casting di efficacia pari a quella di Robert Downey Jr. per il ruolo di Tony Stark nell'universo Marvel e che sostiene tutto il progetto di un franchise violento, sboccato e più adulto dedicato al personaggio. Un progetto che può fare da apripista per ulteriori cinecomic rivolti ad un pubblico più adulto di quello che affolla le sale per assistere ai film del Marvel Cinematographic Universe così come quelli degli eroi della concorrenza.

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Nel segno della continuità

Deadpool 2: Josh Brolin in una scena del film
Deadpool 2: Josh Brolin in una scena del film

Per questo resta forte la continuità tra Deadpool ed il suo seguito, anche a dispetto del cambio alla regia, perché resta solida e coerente la sua guida spirituale incarnata da Reynolds: la resa del personaggio, così come la evoluzione da un capitolo all'altro di questo breve franchise, è in linea con quanto ci si aspetti, pur inserita in un contesto di film che prova ad ampliare il mondo dell'antieroe Marvel, nei limiti di un budget in crescita ma non stratosferico.
C'è, infatti, un avversario di spessore, grazie ad un Josh Brolin in forma nel tratteggiare con Cable il suo secondo cattivo Marvel nel giro di un mese. Ci sono, inoltre, in Deadpool 2 più personaggi di contorno, sia tra gli X-Men presenti ai quali si aggiunge un elemento, sia tra quelli reclutati dal protagonista per la propria missione, tra i quali spicca senza dubbio la Domino di Zazie Beetz. Oltre a Peter, ovviamente, che ha conquistato il nostro cuore sin dal trailer.

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Tra spettacolo e sorprese

Deadpool 2: Zazie Beetz in una scena del film
Deadpool 2: Zazie Beetz in una scena del film

Una spinta in più c'è anche sul fronte dell'azione, degli effetti visivi e di tutta la componente spettacolare del film. C'è una abbondante dose d'azione in Deadpool 2, ma gestita e orchestrata in modo da risultare varia e originale, anche grazie al modo in cui l'umorismo dissacrante di Ryan Reynolds e del suo personaggio la accompagnano costantemente, prendendo in giro i veri eroi che siamo abituati a vedere in altri cinecomic, i rivali della DC e tutto l'immaginario popolare. Si nota, saltuariamente, una ricerca eccessiva della battuta e della trovata brillante, laddove appariva spontanea e fluida nel primo film, ma è una sensazione che viene puntualmente spazzata via da alcune di esse, assolutamente imperdibili, che arrivano a confermare la bontà dell'operazione Deadpool nel suo insieme.

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Un valore aggiunto che permette di sorvolare su alcuni effetti in CGI un gradino sotto lo standard dei blockbuster contemporanei, oltre che ad un paio di passaggi più forzati nello sviluppo dell'intreccio, perché il film diverte dall'inizio alla fine... ed oltre, perché la sequenza post-credits, sulla quale ovviamente non anticipiamo nulla, è geniale ed assolutamente tra i momenti da ricordare del film.